martedì 20 maggio 2008

un rivoluzionario


Carlos Marighella
(5 dicembre 1911-4 novembre 1969)

Ricordo - credo fosse il 1968 - che da qualche parte lessi qualcosa di Marighella, dove sosteneva fosse un'illusione credere che la scelta della lotta armata, di per sé, radicalizzasse le posizioni. Riformisti, opportunisti, attendisti si limitano semplicemente a diventare riformisti armati, opportunisti armati e attendisti armati.
Di Marighella, un libro (Piccolo Manuale della Guerriglia Urbana) in cui, oltre a fornire una serie di regole pratiche per la realizzazione della guerriglia urbana e un elenco dei principali modi d’azione del guerrigliero (fra i quali la propaganda armata, il sequestro, il sabotaggio, le imboscate, gli espropri ecc.), indicava anche quelle che lui riteneva dovessero essere le caratteristiche umane e psicologiche del guerrigliero urbano, richiamandosi agli stessi imperativi di coraggio moralità e coerenza, ai quali aveva fatto riferimento, nei suoi scritti Ernesto Guevara. Insofferente a qualsiasi forma di burocratismo, Marighella aveva una concezione libertaria dell’organizzazione, che lo spinse a teorizzare lo “spontaneismo armato”, in base al quale veniva lasciata ai “gruppi di fuoco” completa autonomia e libera disposizione delle armi e del denaro ottenuti nel corso delle azioni.

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