giovedì 21 dicembre 2017

I Protestanti… ci ripensano!

lutero

L'economia di Lutero, o di Munzer?
- di Michael Roberts -

La scorsa settimana, gli economisti di sinistra del Regno Unito hanno tenuto un seminario sullo stato dell'economia ufficiale, così come viene insegnata nelle università. L'incontro è partito con l'affissione alla porta della London School of Economics, di un poster con 33 tesi che criticano l'economia ufficiale. Questo gesto spettacolare vorrebbe ricordarci c'è stato il cinquecentesimo anniversario di quando Martin Lutero inchiodò le sue 95 tesi alla Castle Church, di Wittenberg e provocò l'inizio della riforma protestante contro «l'unica vera religione» del cattolicesimo.
Gli economisti si proponevano di dirci che l'economia ufficiale è come era il cattolicesimo, e bisogna protestare contro di essa come aveva fatto allora Lutero, nel 1517. Come hanno scritto, «L'economia è a pezzi. Dal cambiamento climatico alla disuguaglianza, l'economia ufficiale (neoclassica) non ha fornito soluzioni ai problemi con cui ci misuriamo ed essa è tuttavia ancora dominante nel governo, nell'accademia ed in altre istituzioni economiche. E tempo di una nuova economia.»
Degli economisti faceva parte Ha-Joon Chang, dell'University of Cambridge, ed autore di "23 Things They Don’t Tell You About Capitalism and Economics: The User’s Guide.", Egli ha dichiarato che «l'economia neoclassica gioca lo stesso ruolo che nell'Europa medievale giocava la teologia cattolica - un sistema di pensiero che sostiene che le cose sono quel che sono perché così devono essere.» 
Steve Keen, della Kingston University, London, ed autore dell'eccellente "‘Debunking Economics", in cui esponeva le ipotesi irrealistiche ed illogiche della teoria neoclassica, ha affermato che «L'economia ha bisogno di una rivoluzione copernicana, se non di una Riforma. Il tema dell'equilibrio in Economia dovrebbe fare la stessa fine che, in Astronomia, hanno fatto  gli Epicicli Tolemaici.»
Un'altra economista post-keynesiana, Victoria Chick, ha esortato gli studenti a «leggere le scritture economiche, in tutta la loro grande varietà, per sé stesse. In modo che così imparino che il Papa (prima Samuelson, ora Mankiw) non è infallibile; devono cercare la Verità nella competizione delle idee.» Tutto ciò sembrava essere progressivo ed eccitante, e rispecchiava il fatto di come il movimento contro l'insegnamento dell'economia ufficiale sia cresciuto in questi ultimi anni successivi al crollo finanziario globale, ed abbia organizzato, attraverso il Ripensare l'Economia, gruppo di laureati e di docenti.

Ma io avrei alcune riserve. In primo luogo, una rivoluzione progressista contro l'ufficialità, può davvero essere dipinta come simile alla rivolta protestante di Lutero? La storia della Riforma ci racconta che la versione protestante del cristianesimo non ha portato ad uno nuovo ordine pluralista ed alla libertà di culto. Al contrario, Lutero era un bigotto che collaborava con le autorità per schiacciare i movimenti radicali che ci si basavano sui contadini guidati da Thomas Munzer.
Come ha scritto Engels nel suo libro, "La guerra dei contadini in Germania": «Lutero aveva messo un’arma potente tra le mani del movimento plebeo, con la sua traduzione della Bibbia. Nella Bibbia egli aveva contrapposto al cristianesimo feudale dell’epoca il modesto cristianesimo dei primi secoli, alla società feudale in dissolvimento l’immagine di una società che ignorava la macchinosa ed artificiosa gerarchia feudale. E i contadini avevano usato di quest’arme in tutte le direzioni, contro principi, nobiltà, preti. Ma ora Lutero la rivolse contro di loro e dalla Bibbia trasse un ditirambo sull’autorità stabilita da Dio, come nessun leccapiatti della monarchia assoluta aveva fatto sino allora. La sovranità per grazia di Dio, l’obbedienza passiva, e perfino la schiavitù fu sanzionata dalla Bibbia.»
Ma forse tutto questo dimostra che le analogie e le metafore hanno i loro limiti, e l'idea di copiare le tesi di Lutero, come trucco pubblicitario, può solo portare poco lontano.
Detto più seriamente, è chiaro che i commenti degli accademici del passato, per i quali la religione dell'economia ufficiale è solo la teoria neoclassica, ossia che per loro la competizione sui mercati è perfetta e che essi tendono all'equilibrio; e che le economie possono solo crescere armoniosamente, tranne che per gli shock causati dalle imperfezioni nei mercati (sindacati e monopoli) o dall'interferenza dei governi. Perciò il nostro protestante di tipo luterano conclude che dev'essere l'economia neoliberista quella che dev'essere rovesciata.

Ma in tutto questo dove sta l'ufficialità? I nostri protestanti non hanno niente da dire contro l'economia keynesiana - al contrario, per loro le varianti di Keynes sono la via da seguire. In tutto questo c'è dell'ironia, dal momento che la base della teoria neoclassica è il marginalismo: l'utilità marginale del consumatore e la produttività marginale del "capitale". E Keynes si è attenuto interamente alla teoria marginale propugnata dal suo mentore Alfred Marshall. Tutto quello che vi ha aggiunto è stato, a causa della sua incertezza e della sua imprevedibilità per quel che riguarda le decisioni di investimento da parte degli individui (guidati dalla psicologia o dallo "spirito animale"), affermare che a volte le economie possono rimanere bloccate in un equilibrio nel quale i mercati non si liberano e la disoccupazione rimane permanente. Per Keynes, si trattava di un "problema tecnico" che poteva essere risolto; non si trattava di una caratteristica intrinseca al processo di produzione capitalistico.
Come ha detto alla fine della sua vita: «Se mi scopro a commuovermi, e non è la prima volta, mentre ricordo agli economisti contemporanei che l'insegnamento classico incarnava alcune verità permanenti di grande significato... In questo operano profonde correnti sotterranee, forze naturali, che si possono anche chiamare mano invisibile, che stanno operando verso l'equilibrio. Se non fosse così, non saremmo potuti andare avanti così bene come abbiamo fatto per molti decenni trascorsi.» Keynes, il neoliberista.

Ma il nostro protestante luterano non ha una parola di critica contro Keynes, e di certo non ce l'hanno i suoi seguaci più radicali come  Hyman Minsky. Al contrario, le 33 tesi mostrano chiaramente il loro sostegno alle teorie minskyane sulla crisi sotto il capitalismo. La tesi 28 si riferisce alla "finanziarizzazione, al breve-terminismo, alla finanza speculativa e all'economia reale finanziarizzata" viste come questioni chiave; il che significa che è la crescita della finanza sotto il neoliberismo ad essere la causa della crisi, e non tutti i difetti e tutte le contraddizioni inerenti al sistema di profitto capitalistico visto come un tutto. La critica svolta da Marx contro l'ufficialità (e non solo contro l'economia neoclassica e neoliberista) viene ignorata.
I nostri protestanti seguono Lutero, non Munzer. Vogliono sostituire l'economia protestante all'economia cattolica, ma non vogliono farla finita con la religione dell'economia capitalista. Vogliono correggere un "capitalismo distorto dalla finanza", non sostituire il modo di produzione e le relazioni sociali. In effetti, è stata questa la posizione dominante di Rethinking Economics nel suo tentativo di rovesciare il dominio della teoria neoclassica nelle università.
Il risultato è che, seguendo Lutero, non ci sarà alcuna rivoluzione in economia. Infatti, i nostri economisti luterani sono andati ben oltre le revisioni alla "economia neoliberista" che avevano preso in considerazione i guru "cattolici" ufficiali. Martin Sandbu, sul Financial Time, ha sottolineato che «gli economisti stanno discutendo intensamente su come migliorare l'economia al fine di prepararsi meglio alle future crisi e fornire una guida migliore ad una buona politica». Nessuno potrebbe essere più ufficiale e keynesiano di Oliver Blanchard, ex economista capo del FMI, e dell'ex segretario del Tesoro statunitense Larry Summer (che secondo la Chick è collegato a Paul Samuelson, il papa dell'ufficialità dell'economia neoliberista, negli anni '70). Anche loro vogliono "ripensare l'economia". Infatti, tutte le cose sostenute nelle 33 tesi sono sul punto di essere prese in considerazione dalla grande e buona economia accademica.
Nel 1520, alla fine Lutero venne accolto ed il protestantesimo divenne una religione dell'establishment e di molte monarchie in Europa (e anche la motivazione religiosa che sta dietro il capitalismo, sostengono alcuni). Per salvare il capitale, l'economia luterana di oggi può anche essere assorbita.
E Munzer venne giustiziato.

- Michael Roberts - Pubblicato su Michael Roberts Blog, il 16/12/2017

fonte: Michael Roberts Blog

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