domenica 15 ottobre 2017

A me gli occhi!

ipnosi

1) 29 aprile 1912, Wittgenstein gioca a tennis con il suo amico David Pinsent, in un tentativo di liberarsi, sebbene temporaneamente, dalla malinconia e dall'angoscia. Wittegenstein, tuttavia - scrive il biografo Ray Monk - è arrivato alla conclusione che ciò di cui aveva bisogno «non era la distrazione, ma semmai una maggior capacità di concentrazione». Per raggiungere tale scopo, continua Monk, era pronto a fare qualsiasi cosa, «anche all'ipnosi, e si era fatto ipnotizzare da un tale Dr.Rogers». Wittegenstein lo fece due volte, ma solamente durante la seconda il "Dr.Rogers" riuscì ad ipnotizzarlo. Wittegenstein aveva preparato una serie di domande sulla logica, sui punti della sua teoria che ancora non gli erano chiari, e li aveva portati dal medico affinché glieli leggesse nel momento in cui si sarebbe trovato ad essere in trance ipnotica. La cosa non funzionò, scrive Pinsent nel suo diario, citato da Monk: «Witt dice di essere rimasto cosciente per tutto il tempo» che poteva udire il medico, «ma si trovava del tutto privo di volontà o di forza», senza riuscire a capire quello che gli veniva detto, «come se si trovasse sotto anestesia» (Ray Monk, Ludwig Wittgenstein: The Duty of Genius, Vintage, 1991, p. 77).

2) Nel libro "Possessed: Hypnotic Crimes, Corporate Fiction, and the Invention of Cinema”, Stefan Andriopoulos traccia il concetto di"possessione" nel discorso giuridico, medico, letterario e mediatico alla fine del XIX secolo e all'inizio del XX. Si tratta di una considerazione dell'ipnosi che il discorso antropologico della fine del XIX secolo considerava, ad esempio, come l'equivalente europeo delle forme non occidentali di trance. In quella stessa epoca, le teorie giuridiche sulle persone giuridiche invisibili facevano ricorso ad immagini simili al possesso ed al controllo, ad "organismi invisibili", aziende, entità fittizie. Un ambiente storico di fantasmagoria, di suggestioni invisibili che guidavano certe condotte, che poi ad esempio si riflette nel cimena, nei suoi temi e nelle sue modalità - la relazione fra crimine e suggestione era uno dei temi più popolari nei primi decenni dello sviluppo del cinema, e come procedimento il modo in cui il cinema è l'arte dell'illusione, che lavora col montaggio, la velocità, con l'occultare ed il rivelare selezionando quel che deve apparire. da O magnetizador, di Georges Méliès, del 1897, fino al Gabinetto del Dr. Caligari, di Robert Wiene, del 1919, o al Dr. Mabuse, di Fritz Lang, del 1922.

3) Il Processo di Kafka, del 1914/1915, è la descrizione della capitolazione e della resa, apparentemente volontaria, ad un organismo giudiziario vivo, di chi viene persuaso alla cancellazione, "come si trovasse sotto anestesia". Oppure "L'horla", di Maupassant, del 1887, su un uomo che si suicida perché si crede posseduto da un essere invisibile. Andriopoulos sostiene che nella retorica dell'epoca si tratta già - come in Kafka - dell'idea della "interpellazione" che Althusser sviluppa nel 1970: si tratta del relazionamento fra soggettività, Stato ed ideologia, qualcosa che viene sviluppato da Foucault quando parla di "assoggettamento", parlando di come il potere attraversa i corpi: il corpo umano come contrallato da un potere ubiquo impalpabile ma reale.

Nessun commento: