domenica 3 settembre 2017

Frontiere

magris

« In una pagina ironica e tuttavia amabile, Kafka racconta il suo incontro con un ufficiale tedesco, avvenuto in treno prima della Grande Guerra. L'ufficiale è un suddito dell'impero tedesco, Kafka è suddito dell'impero austro-ungarico, il quale comprendeva numerose nazionalità diverse fra loro. I due si mettono a parlare; ad un certo punto, l'ufficiale gli domanda da dove provenga e quindi di che nazionalità sia. Kafka risponde, ma l'altro non riesce del tutto a capire quale sia realmente la sua nazionalità. Kafka è nato a Praga, però non è ceco; è un cittadino austriaco; è ebreo, però è un ebreo sradicato rispetto alle origini ebraiche. L'identità di Kafka disorienta il militare, occasionale compagno di viaggio. Kafka è di per sé una frontiera: il suo corpo è un luogo nel quale si incontrano, si intrecciano e si sovrappongono, come cicatrici, molte frontiere diverse.
Credo che questo episodio sia uno dei tanti che si potrebbero citare al fine di sottolineare un aspetto complesso e contraddittorio delle identità di frontiera, ma forse c'era da parte sua anche una certa compiacenza nel sentirsi incompreso. Tutto questo suggerisce in qualche modo che cercano di trovare la loro identità autentica proprio in questa impossibilità di essere compresi.»

- Claudio Magris - Da "Escrituras de frontera", publicato in "Quaderns de la Mediterrània" n°10 del 2008 -

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