venerdì 10 luglio 2015

Sensi unici

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Rotta di collisione nel Pacifico
- Il miracolo dell'esportazione cinese si basava sul miracolo del consumo degli USA -
di Robert Kurz

Fino a pochi anni fa si parlava ancora del "secolo del Pacifico". L'asse dell'economia mondiale, si diceva, si sarebbe spostato dalla relazione fra gli Stati Uniti e l'Europa, nell'Atlantico, verso le relazioni fra Stati Uniti ed Asia (in particolare la Cina), nel Pacifico. Allo stesso tempo, si sapeva che il presunto nuovo asse era portatore di uno "squilibrio estremo". Il Pacifico era una grande via di esportazione a senso unico. Gli Stati Uniti, nonostante la caduta dei salari reali, assorbivano in maniera unilaterale l'eccedenza delle merci provenienti dall'Asia. Questo miracolo del consumo della classe media, che rappresentava l'80% della situazione economica degli Stati Uniti, era alimentato in gran parte dai rendimenti fittizi della bolla delle azioni ed ultimamente, soprattutto, dalla bolla immobiliare. Questa struttura di deficit del Pacifico era il motore dell'economia mondiale. Però, è a partire dall'autunno del 2008 che il motore è entrato in panne e si fermerà nei prossimi mesi. Le esportazioni dall'Asia verso gli USA sono già diminuite. Tuttavia, non sta andando tutto poi così male. Il Fondo Monetario Internazionale prevede già nuovamente, nel 2010, una ripresa dell'economia mondiale.

Di quali aspettative si nutre questo ottimismo professionale? L'economia degli Stati Uniti, si dice, avrebbe toccato il fondo, così come quella europea. Ora, i programmi di stimolo all'economia, in tutto il mondo, che sono giunti al termine e che hanno sovraccaricato i bilanci dello Stato, hanno assorbito lo shock della caduta. Gli incentivi alla rottamazione delle automobili in Germania e negli Stati Uniti sono cessati. La disoccupazione negli Stati Uniti è quasi il doppio, superando il 10%, e continua a salire. L'ondata di fallimenti fra le imprese di forniture e servizi è appena cominciata. Non è in programma alcuna iniezione supplementare di potere d'acquisto a partire dalle bolle finanziarie. Al contrario, nel frattempo sono i sistemi di carte di credito che ora tremano. Non vi è alcuna ragione per cui la congiuntura economica degli Stati Uniti, fra tutti i paesi del mondo la più dipendente dal consumo, debba tornare a crescere rapidamente. In ogni caso, dopo la caduta, anche con un tasso di crescita fra il 2 ed il 3%, ci vorrebbero dai 5 ai 10 anni per poter tornare al livello precedente alla situazione di deficit.

Ma se il miracolo del consumo statunitense non può essere rianimato, anche l'esportazione a senso unico attraverso il Pacifico non può essere salvata. La tenue speranza che la Cina possa assumere il ruolo degli Stati Uniti, in un quadro di inversione di posizioni nella situazione di deficit recente, è del tutto illusoria. Il miracolo dell'esportazione cinese si basava sul miracolo del consumo degli Stati Uniti. Nonostante la massa della sua popolazione, il mercato interno cinese è assai piccolo per riuscire ad assorbire l'eccedenza dei mercati del mondo. La ricetta del presunto successo - una combinazione di bassi salari e l'importazione di componenti ad alta tecnologia ai fini dell'esportazione a senso unico, in gran parte per mezzo di investimenti delle imprese americane, giapponesi ed europee nelle zone economiche speciali - non può essere sostituita da un consumo interno cinese grande a sufficienza; tanto meno a breve termine.

Dopo il forte calo nelle esportazioni verso gli Stati Uniti, la Cina ha salvato temporaneamente la sua crescita per mezzo del più programma di appoggio alla situazione economica interna mai visto. Ma la parte del leone la fanno gli investimenti, infrastrutture finanziate a credito, tutte volte a nuove esportazioni. E' prevedibile che di questi investimenti rimarranno solamente delle rovine, a seguito dello scoppio della bolla del credito cinese. Mentre da entrambe le sponde del pacifico si sogna di essere in qualche modo salvati dall'altra sponda, si va sviluppando una rotta di collisione all'interno della via di esportazione a senso unico. Difficilmente l'Europa sarà che quella che arriva e si mette a ridere, in quanto è proprio l'Europa a dipendere dal rinnovamento della situazione economica del deficit globale.

- Robert Kurz – Pubblicato su Neues Deutschland del 9/10/2009 -

fonte: EXIT!

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