giovedì 13 marzo 2014

Iene

scacchi

“Stavo leggendo una cosa sugli scacchi. Li hanno inventati gli arabi, e non mi sorprende. Nessuno riesce a rimanere seduto quanto un arabo. Il gioco degli scacchi classico per gli arabi era semplicemente una gara di resistenza. Quando entrambi i contendenti morivano di fame c’era pareggio. Durante il periodo barocco degli scacchi si diffuse la pratica di disturbare l’avversario con qualche irritante tic personale. Alcuni giocatori usavano il filo interdentale, altri scrocchiavano le giunture o facevano bolle di saliva. Il metodo era in costante sviluppo. Nel 1917, durante un incontro a Baghdad, l’arabo Arachnid Khayam sconfisse il maestro tedesco Kurt Schlemiel canticchiando 'I’ll be around when you’re gone' quarantamila volte, e allungando ogni volta la mano verso la scacchiera come se intendesse fare una mossa. Alla fine Schlemiel ebbe le convulsioni. Avete mai avuto la fortuna di vedere esibirsi il maestro italiano Tetrazzini? Dico “esibirsi” con cognizione di causa, perchè era un grande uomo di spettacolo, e come tutti gli uomini di spettacolo, non alieno dalla ciarlataneria e a volte dall’esplicita frode. In alcune occasioni utilizzò una cortina fumogena per nascondere le manovre all’avversario - voglio dire una cortina di fumo in senso letterale. Aveva un manipolo di deficienti ammaestrati che a un suo segnale irrompevano in sala e si mangiavano tutti i pezzi. Messo alle strette - come spesso gli capitava, perché in realtà non sapeva niente degli scacchi oltre alle regole, e nemmeno quelle troppo bene -, saltava su gridando: “Schifoso bastardo! Ti ho visto muovere la regina!” e scagliava una tazza rotta sulla faccia dell’avversario. Nel 1922 venne cacciato da Praga. Poi lo rividi nell’Ubangi superiore. Un rottame. Vendeva preservativi senza la licenza. Quello era l’anno della peste bovina, quando moriva tutto quanto, persino le iene.”

- William Burroughs, da “Checca”, ed. Adelphi, pagina 73-74 -

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