lunedì 3 marzo 2014

Connessioni

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Commentando l'opera di Conrad, Edward Said si riferisce ad "un grande numero di scrittori africani che, dopo Conrad, riscriveranno Cuore di Tenebra, in un processo che da luogo ad una catena di risposte". Said utilizza anche l'esempio di "Mansfield Park", di Jane Austen, riferendosi soprattutto al passaggio in cui Sir Thomas Bertram - il proprietario di Mansfield Park - "deve andare ad Antigua, dove possiede una fattoria di canna da zucchero, la quale ovviamente è sostenuta dal lavoro degli schiavi, per reintegrare le casse della proprietà". Ragion per cui, la bella tenuta inglese - conclude Said - "che significa riposo, calma e bellezza, ha una certa dipendenza relativamente alla produzione dello zucchero da parte di una colonia di schiavi ad Antigua".
Perciò, il romanzo di Jane Austen non è soltanto sull'Inghilterra, ma lo è, altrettanto, sul Caribe. A tal proposito, Said afferma che "Il dato principale dell'imperialismo è il fatto che si producono esperienze di storie interdipendenti - ad esempio, la storia dell'India e dell'Inghilterra devono essere pensate insieme." Oltre Conrad ed Austen, Said commenta anche "Howards End" (Casa Howard), di E.M.Forster: "I Wilcox, proprietari di Howards End, sono anche proprietari della compagnia anglo-nigeriana di caucciù. La loro fortuna proviene dall'Africa. Ma la maggioranza dei critici che si è avvicinata a questo romanzo, non menziona nemmeno questo fatto. Eppure sta lì, dentro il libro! Sono aspetti evidenti del grande archivio culturale dell'Occidente. Allo stesso modo in cui si possono esaminare gli archivi culturali di posti come l'Australia, l'Africa settentrionale, l'Africa centrale, tra gli altri, per andare a vedere che sta tutto lì. Ironicamente si potrebbe ricordare proprio il motto, posto in epigrafe dallo stesso Forster, all'inizio di Howards End, che recita "only connect", a ricordare come sia importante relazionare le cose fra di loro.
Per quel che riguarda l'utilizzo dell'archivio e la capacità di leggere nei testi quello cui i testi rimandano (alla Nigeria, ad Antigua), l'approccio di Said è analogo a quello di Derrida o a quello di Paul de Man, benché la sua ambizione geopolitica non superi mai l'ambito della pura testualità. Un precursore di tutto questo è senz'altro Montaigne, soprattutto se si pensa a quando Said parla di "moltiplicazione dei punti di vista" e di "esperienza di storie interdipendenti" (Montaigne afferma che anche gli europei possono apparire come "barbari" agli occhi dei "primitivi"). La stessa mobilità del punto di vista, si trova in Marx, con la sua rilettura della dialettica della tragedia e della farsa in Hegel (ne "Il 18 brumaio", Marx corregge Hegel e afferma che la storia si ripete sì, ma diversa, deformata, mostruosa). Le storie stabiliscono le loro proprie riletture, a partire da una revisione delle loro premesse, da un gesto di riscatto nei confronti dell'archivio culturale, mostrando che ogni emblema del potere, per quanto potente e forte sia, ha sempre i piedi d'argilla.  Così, dopo tutto, Daniele, il semita che interpreta i sogni e denuncia il vuoto del potere, si dimostra precursore tanto di Marx quanto di Freud!

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