venerdì 7 febbraio 2014

Separazioni

debord critique-de-la-separation

Non c'è alcuna linea narrativa. Le immagini - alcune sono d'archivio - sono casuali, aleatorie, sono quello che Parigi, a caso, sputa via. Sopra di esse, scorre la voce, smontando ordine e veridicità, a volte sottolineando, a volte dimenticando, marginalizzando le immagini stesse. CineSaggio, il termine coniato da André Bazin, pensando al cinema di Chris Marker, si adatta perfettamente ad una proposta del genere e Debord si mette comodo, stando a suo agio, dentro questo gioco di decontestualizzazione delle immagini, sfruttando l'audio, importunato solo dal bel viso della ragazza che guarda dentro la videocamera, quasi a disturbare il narratore.
La "separazione" a cui allude il titolo, serve a prendere posto lontano dalla "società dello spettacolo", e a formulare un discorso fuori dal gioco mediatico, associando il termine all'utilizzo della doppia narrazione, uditiva e visuale. La voce smentisce l'immagine, e viceversa, anche se a volte spiazza proprio perché l'una diventa, all'improvviso, la compagna necessaria dell'altra.

Titolo Originale: Critique de la separation.
Regia e sceneggiatura: Guy Debord.
Anno: 1961.
Durata: 17 minuti
Paese: Francia
Lingua: Francese

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