domenica 7 aprile 2013

Diario de campaña

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Sarà proprio lui, "El Viejo", "Il Vecchio", come lo chiamano a dispetto dei suoi soli 39 anni, lui, Cipriano Mera, antimilitarista fervente, il più convinto propugnatore della militarizzazione delle milizie; per poter affrontare una guerra civile spagnola, che non è più una rivoluzione ma una spietata carneficina.
Una decisione assai dura, per Cipriano, dettata dalla necessità di confrontarsi col nemico. La conosce assai bene, Cipriano, la necessità. Ci ha dovuto fare i conti da subito, nel corso della sua vita. E lo farà fino all'ultimo giorno, nel corso di quella guerra. Fino al 29 marzo del 1939. Sarà suo. l'ultimo fronte. Negrin, La Pasionaria, Modesto, Lister, El Campesino e Carrillo si trovano, già da un mese e più, in Francia, e sarà Largo Caballero in persona a congratularsi con Cipriano Mera per la sua resistenza in Spagna: le congratulazioni gli arrivano direttamente dall'esilio. Il giorno prima che lasciasse la Spagna, il 28 marzo, aveva ricevuto due valigie con gioielli e denaro - come tutti gli altri capi repubblicani. Le devolverà al Banco de España, accompagnate da una nota "Da parte di Cipriano Mera".

Cipriano Mera

Se ne può convenire o meno, ma Cipriano si rese conto che sottomettere i suoi uomini alla disciplina militare, era l'unica possibilità che avevano per uscire vivi dalla guerra contro un nemico disciplinato e ben equipaggiato. Uscirne vivi e vincere. Come aveva fatto a Guadalajara, sfruttando il fattore sorpresa, contro le truppe di Mussolini che subirono pesantissime perdite e fuggirono abbandonando gran parte dell'equipaggiamento. Degli uomini di Cipriano, invece, ne morì uno solo, di freddo; e un altro rimase ferito per essersi sparato, per sbaglio, un colpo al piede. Oppure, come aveva fatto a Cuenca, quando con 80 miliziani espugnò una caserma dove si erano barricate 300 guardie civili. "Mi chiamo Cipriano Mera e i miei uomini, qui fuori, vi distruggeranno" - lo disse con tale convinzione che le guardie si arresero, senza che venisse versata una sola goccia di sangue. Erano le sue doti: quelle di cacciatore di frodo nella tenuta del Palazzo Reale di El Pardo; quelle di attore, che aveva coltivato nei teatri sociali degli Atenei Libertari. Quante volte si travestì per attraversare il fronte, per infiltrarsi, per avere notizie di prima mano su quello che andava a succedere. Peccato che quel film di Otto Preminger, sulla sua vita, non arrivò mai ad essere girato!

Il documento scritto a macchina - che riporto qui sotto - sono i diari di guerra del IV Corpo dell'Esercito del Centro. E' un documento inedito, mai stampato né, tanto meno, tradotto dallo spagnolo. E' stato ritrovato in un armadio - insieme ad altri manoscritti, ricordi di quest'uomo - in una casa dove vivevano i suoi nipoti che non sapevano niente del passato di Cipriano Mera.

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