venerdì 5 aprile 2013

Ambasciate e tunnel

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Prima che venissero creati il SIM (Servicio de investigación Militar) ed il DEDIDE (Departamento Especial de Información del Estado), quest'ultimo gestito da Partito Comunista, nel corso della guerra civile spagnola, c'erano i cosiddetti Servicios Especiales del Ministerio de la Guerra. Tali servizi vennero creati fra l'agosto ed il settembre del 1936, su consiglio degli alti ufficiali del Ministero della Guerra, fedeli alla Repubblica, e furono diretti, dapprima, da Prudencio Sayagües, un dirigente della Gioventù della Sinistra Repubblicana. I servizi contavano, fra i loro uomini di fiducia persone come Ferando Arias Parga, José María Jareño ed il cappellano militare Pablo Sarroca Tomás. Quest'ultimo era un personaggio degno di comparire in un romanzo di Pio Baroja; amico personale di Manuel Azaña, una volta affrancatosi dalla disciplina ecclesiastica, si guadagnò ben presto fama di gran bevitore e puttaniere. Aveva il compito di svolgere gli interrogatori e di ottenere, non importa come, le confessioni. Le detenzioni e le esecuzioni, decise da Sayagües, Arias Parga, Jareño y Sarroca, venivano portate a termine dai famosi fratelli Colina Quirós, affiliati al Partito Comunista.
Nel novembre del 1936, Prudencio e i suoi agenti scapparono a Valencia, ed il colonnello Rojo venne incaricato di riorganizzare i Servizi, i quali verranno rinominati "Segundo Negociado de la Segunda Sección de Estado Mayor". Alla riunione costitutiva, svoltasi nei sotterranei del Ministero delle Finanze, a Madrid, erano presenti, oltre al colonnello Rojo, il comandante Barceló, il comandante Pavón, il colonnello Piñeiros, il comandante Rolao, il capitano Lafuente, Manuel Salgado e Manuel González Marín. Gli ultimi due, erano gli unici civili, membri della CNT. E verrà deciso da tutti i presenti che sarà proprio Manuel Salgado Moreiras, membro del comitato di Difesa CNT-FAI di Madrid, a guidare i Servizi, e a renderne conto al colonnello Rojo.
Salgado decide di creare due sottosezioni di controspionaggio. La prima è diretta dall'asturiano Bernardino Alonso, “el ruso”, militante della CNT, così soprannominato per essere sopravvissuto al "biennio nero", a Mosca. Agli ordini di "el ruso", lavorano numerosi agenti affiliati alla CNT; uomini dei Comitati di Difesa confederali come Félix España, Celestino García López, Melchor Baztán, Antonio Prieto, Mariano García Cascales (segretario delle Juventudes Libertarias di Madrid e consigliere della Junta de Defensa del generale Miaja), Eloy de Miguel, Enrique Rufo, Felipe Sandoval, Miguel Ayala “el chato”; oppure provenienti dalla disciolta "checa de Atadell", come Ángel Pedrero ed il vecchio poliziotto Luis Omaña (futuro comissario di policía a Valencia); ed altri, che non si sa bene da dove vengano, come Horacio de Paz, Jesús “el canario” ed “el señorito”.

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Nella calle Fernández de la Hoz, al numero 57, si trova la seconda sottosezione del controspionaggio creato da Salgado. La dirige César Ordax Avecilla, pittore, scrittore e giornalista della CNT. In questa sezione si svolgono le azioni di controspionaggio più importanti. Il 20 dicembre del 1936, la spia di origine belga, Jaques Borchgrave, che usava il titolo di "barone", viene prelevato mentre esce dalla sede dell'ambasciata del Belgio. Avecilla ne comunica la detenzione a Eduardo Val, il quale decide che il barone venga immediatamente trasferito nella sede del Comitato di Difesa. Da lì, dopo un lungo interrogatorio, viene condotto nei pressi del cimitero di Fuencarral, dove viene giustiziato. La decisione era stata presa da Eduardo Val, da José García Pradas e da Manuel Salgado, senza che il colonnello Rojo ne venisse informato. Quando viene ritrovato il cadavere, senza documenti (sono state rimosse persino le iniziali, ricamate sulla camicia), il giudice di Fuencarral ne ordina la sepoltura, dandone comunicazione - come è prassi - anche al Consiglio di Madrid. Ma, allo stesso tempo, comunica anche - con enorme sorpresa di chi lo ha fatto fuori - l'esistenza di un'etichetta, all'interno dei pantaloni indossati dal morto, su cui si può leggere, scritto a mano, "“Barón de Borchgrave-Sr. Borchgrave”.
Le indagini, avviate dalla Direzione Generale per la Sicurezza, ben presto scoprono che lo status di diplomatico del barone è assolutamente falso, mentre viene alla luce la sua vera professione di affarista, e sembra che questi "affari" ... "non siano proprio di una rettitudine esemplare”. Il suo status di spia è più che evidente, sebbene non venga ufficializzato. Intanto, il Ministero della Guerra, nella sua ignoranza, incarica Salgado ed i suoi agenti di trovare urgentemente gli autori del delitto: Salgado se ne sta, ovviamente, ben zitto.
Lo scandalo diplomatico è enorme, ed è tutto un lanciarsi accuse fra il Ministero di Stato della Repubblica ed il governo belga. Allo stesso tempo, il governo spagnolo accetta di pagare alla famiglia della vittima, un milione di franchi, come risarcimento.
Nel frattempo, la sezione di controspionaggio diretta da Avecilla, non se ne sta certo con le mani in mano, e progetta addirittura l'apertura di una falsa ambasciata. La scelta cade sul ... Siam, di cui non esistono diplomatici in Spagna. Una villa al numero 12 della calle Juan Bravo, ospiterà la sede dell'ambasciata. L'operazione viene progettata nella sede del Comitato di Difesa, dai soliti Val, Salgado e Pradas.
Stavolta decidono di avvalersi della collaborazione di un professionista. Antonio Verardini Ferreti, CNTista occasionale, fornito di un dubbio titolo di "ingegnere" e con un turbolento passato di truffatore alle spalle. Scarcerato il 18 luglio 1936 insieme a Cipriano Mera, rimarrà sempre a fianco di quest'ultimo, con la qualifica di Capo di Stato Maggiore della Colonna di Mera. Sarà Verardini, l'ambasciatore del Siam!

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Lo scopo della finta ambasciata, è quello di ingannare gli "scontenti" ed i "quintacolunnisti", ed attrarli nel presunto rifugio dell'ambasciata. A far da amo, ci pensa Alfonso López de Letona, noto rampollo di una famosa famiglia madrilena, il quale è stato segretario di Antonio Goicoechea e membro occasionale della Falange, ed ha numerosi amici rifugiati nelle ambasciate ed in altri centri che battono bandiera diplomatica. Mentre ce ne sono moltissimi altri che se ne stanno nascosti. Lòpez de Letona è un vecchio amico di Verardini, si sono conosciuti in carcere - che è sempre un ottimo posto per forgiare stretti vincoli di amicizia. Preoccupato per la propria vita, Lòpez de Letona si è rivolto a Veradini, chiedendogli protezione. Verardini mette un prezzo, e lo ottiene: il prezzo è che faccia correre la buona novella dell'apertura dell'ambasciata del Siam. Che lo vengano a sapere i vecchi amici di destra, quelli che stanno nascosti ed hanno paura di essere scoperti. Che ci vadano, all'ambasciata del Siam, con i loro familiari e, soprattutto, con i gioielli ed il denaro che tengono nascosti. Verranno accolti e protetti, nell'ambasciata del Siam! Del resto, lui, Lòpez de Letona, lo ha già fatto, e ci si trova benissimo. E' un'occasione da non perdere.
Non passerà troppo tempo, ed i primi, incauti, si presentano. Vengono ricevuti con grande attenzione, vengono accolti ed alloggiati in accoglienti appartamenti, tutti dotati di microfoni nascosti, per registrare le conversazione che, poi, Salgado, veniva tutti i giorni ad ascoltare.
Ma si sa, i militari di carriera mancano di senso dell'umorismo, e così quando Luis Bonilla si lascia scappare, con il generale Miaja, un accenno all'ambasciata, quest'ultimo si indigna per la villania dello stratagemma, si arrabbia ed esige - ottenendolo – che l’ambasciata venga immediatamente chiusa. Così, i poveri pochi ospiti dell'ambasciata stessa, sconcertati, vengono condotti, per ordine del generale, nei locali della Brigada de Investigación Criminal.
Ah, dimenticavo, di loro non si saprà più niente!
Ma Ordax Avecilla non dorme, e se ne inventa un'altra: il tunnel di Usera.
E’ un altro trucco, simile a quello della falsa ambasciata. L'amo, stavolta, sempre a cura del povero Lòpez de Letona, sta in una voce che si doveva far correre perché raggiungesse le orecchie giuste, in luoghi adeguati, come il Bar Negresco o il Chicote. La storia raccontava che, ad Usera, esisteva un tunnel che portava alla zona franchista. Grazie ad esso - assicurava la voce - un gran numero di patrioti erano già riusciti a mettersi in salvo. C'è solo un problema, però, continuava la voce, costa denaro, e non poco, ma il risultato è garantito. Ovviamente il risultato era quello di venire uccisi, dopo essere stati spogliati di tutto, nel tunnel.

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Intanto nella sottosezione di Bernardino Alonso le cose cominciano a complicarsi quando si scopre che sia lui che uno dei suoi, sono agenti al servizio dei russi che hanno base presso l'Hotel Gaylord, dove hanno partecipato a frequenti riunioni. Salgado si sente tradito e sostituisce Alonso con un altro uomo della CNT, Vicente Santamaría, poi rimpiazza quasi tutti gli altri agenti e ne incorpora di nuovi. Felipe Sandoval diventa il braccio destro di Santamarìa.
Il primo problema che si presenta a Santamarìa, è quello della sparizione dell'archivio dei Servizi Speciali. Alonso se l'è portato via senza chiedere permesso e lo ha senza dubbio consegnato nelle mani di Alexander Orlov. L'ordine di arresto contro Alonso, richiesto da Salgado e dettato da Miaja, viene reso vano dai servizi sovietici che, con un'azione brillante e fantasiosa, nascondono Bernardino Alonso nel Palazio Nacional, il vecchio Palacio Real, residenza ufficiale del Presidente della repubblica, Manuel Azaña.
Nel marzo del 1937, i servizi verranno sciolti dal colonnello Rojo. Era arrivata l'ora di Galarza, e del Departamento Especial de Información del Estado (DEIDE)!

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