venerdì 1 marzo 2013

mode

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Alla fine degli anni venti del secolo scorso, in Inghilterra fece la sua comparsa una sorta di peculiare confluenza fra moda e fascismo, e prese forma, a partire dall'eugenetica, il "Men's Dress Reform Party" (Partito per la Riforma dei Vestiti degli Uomini) che propugnava un ritorno al modo di vestirsi durante l'epoca elisabettiana; anche se tutto sembrava ridursi ad indossare pantaloni corti e kilt.
Il gruppo, costituitosi nel 1929, rilevava che "la maggior parte dei membri opta per i pantaloni corti; pochi per il kilt; praticamente tutti odiano i pantaloni. Alcuni invocano materiali meno pesanti e meno imbottiti; altri chiedono colori brillanti; ma il vero nemico è il colletto abbottonato. Si ode un gemito; è l'uomo che stringe la sua propria gola e piange."
I cambiamenti della moda maschile, a loro dire, avrebbero dovuto rendere più bello e più attraente il maschio della classe media, di modo che si potesse così invertire il declino evolutivo di quelle stesse classi medie. E così, perfino in un periodo storico in cui l'eugenetica era ampiamente considerata una scienza, l'MDRP era visto come essere quanto meno strano. Sebbene predicassero la purezza razziale, sembravano molto più interessati a vestirsi e marciare con i loro adorabili calzettoni. Preoccupati, più che altro, che gli abiti maschili fossero troppo stretti, goffi e brutti, negli anni successivi alla sua formazione vennero organizzate manifestazioni in cui si conferivano premi per l'abbigliamento riformato più fantasioso indossato da un uomo. Tali manifestazioni divennero eventi periodici nel corso del 1930 e del 1931, cui partecipavano migliaia di persone, tra cui H.G.Wells.
Ad ogni modo, l'MDRP, e la sua moda, divenne ben presto fuori moda - molto prima di quanto, purtroppo, avvenne con l'eugenetica. Nel 1937, la BBC incominciò a prendere apertamente in giro questi puristi razziali e i loro pantaloni corti, e poco dopo il gruppo si sciolse.

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