venerdì 4 gennaio 2013

controsogno

o ultimo dia de pompeia

Marzo 1971. George Steiner tiene una conferenza presso l'Università di Kent, in Inghilterra, dove si propone di dare suggerimenti per una ridefinizione della cultura dell'epoca. Steiner sostiene che la cultura del XX secolo, soprattutto dopo la guerra, si blocca in un intenso dialogo col romanticismo del secolo precedente. Tale contatto, però, privilegia un aspetto sotterraneo del movimento romantico: lo sfruttamento sociale, piuttosto che la civiltà; l'ipocrisia, piuttosto che la libertà di pensiero; la minaccia dello Stato, piuttosto che la sicurezza. Pertanto, la cultura del XX secolo, quando si volge al suo passato recente, parla della violenza che lo ha costituito - soprattutto quella contenuta negli oggetti artistici dell'epoca:
"E' precisamente a partire dalla decade del 1830, che si può osservare l'emergere di un contro-sogno - una visione di città devastate, una fantasia di invasioni e di Vandali, i cavalli dei mongoli che si dissetano alle fontane dei giardini di Tuileries. Si sviluppa una strana scuola di pittura: quadri raffiguranti Londra, Parigi o Berlino, viste come colossali rovine, famosi edifici bruciati, saccheggiati o situati in una desolazione misteriosa, in mezzo a rovine e acque stagnanti. La fantasia romantica anticipa la promessa vendicativa di Brecht, la promessa che niente resterà delle grandi città, eccetto il vento che le attraversa. Esattamente cento anni dopo, questi collage apocalittici e questi disegni immaginari della fine di Pompei saranno diventate le nostre fotografie di Dresda e di Varsavia. Non serve la psicoanalisi per poter suggerire quanto ci sia di realizzazione di desideri in queste suggestioni del XIX secolo."

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