domenica 25 novembre 2012

reticolati

filo-spinato
Il filo spinato, il primo dispositivo di "muro virtuale" è un prodigio, tanto economico quanto tecnologico: ad un costo di produzione minimo, permette la massima economia di un muro di pietra o di una palizzata di legno; anziché costruire la totalità di un muro di protezione o di fortificazione, il filo spinato permette di evitare la materia, il muro, per conservarne solo il minimo strettamente necessario del volume, un sottile scheletro metallico.
Simbolo universale della repressione, il filo spinato è l'esempio perfetto di una delle leggi del capitalismo: produrre in un tempo limitato, un massimo di ricchezza, con un minimo di risorse. Una legge che si accorda perfettamente a quella dell'esercizio del potere, dove uno degli obiettivi è quello di spendere il minimo di energia per produrre il massimo effetto di dominio.
Il filo spinato è stato, per più di un secolo un "operatore spaziale esemplare".
Al di là della sua funzione originale (recintare il bestiame), il filo spinato è diventato uno strumento militare e poliziesco. Così lo giudica il filosofo Olivier Razac: «Da semplice strumento agricolo, il filo spinato è divenuto l'elemento essenziale di un confine tra la vita e la morte ». Secondo Razac, il filo spinato apre la strada a dei dispositivi di controllo sempre più immateriali (video sorveglianza, tessere magnetiche, ecc.) e ad altri mezzi sempre più insidiosamente interattivi nell'utilizzo quotidiano.
Con brio, ci propone lo studio e l'accostamento di due oggetti, di natura assai differente e pressoché incomparabili, come il filo spinato ed il braccialetto elettronico. La storia del filo spinato e del suo utilizzo non è più solamente la storia di uno strumento agricolo per bestiame, divenuto il simbolo della barbarie totalitaria, ma è quella della tecnica del controllo dei corpi, di tutti i corpi, i cui effetti arrivano fino ad oggi: filo spinato e sorveglianza formano, perciò, un dispositivo unico dell'applicazione spaziale del potere. Tale unità è tanto più data dal fatto che le due cose non sono solo connesse fra loro, ma sono intrecciate ed inseparabili. Se lo sguardo vigila sul filo spinato, quello protegge a sua volta l'occhio scrutatore!
La sorveglianza si trova necessariamente dal lato positivo della barriera e non si può dire quale venga per prima - la torre di guardia o il recinto di filo spinato - perché la recinzione protegge la sorveglianza che a sua volta protegge la recinzione.
Più precisamente, la sorveglianza utilizza lo spazio conferitogli dalla barriera, per organizzare una risposta adeguata, e la barriera, a sua volta, si appoggia sulla velocità di reazione della sorveglianza. L'idea è quella di provocare un ritardo nell'aggressione del dispositivo, allo stesso tempo in cui si dà una risposta rapida ed efficace grazie alle informazioni fornite dalla sorveglianza. Visto nel suo funzionamento, il dispositivo filo spinato-sorveglianza è meno spaziale che temporale.
Il filo spinato sembra così dimostrare che i problemi moderni della gestione politica dello spazio possono essere risolti solo attraverso un allargamento della barriera che delimita e dell'intensificazione dell'azione che respinge. Per mezzo di un passaggio progressivo dalla fisica della chiusura all'ottica della sorveglianza, il controllo dello spazio di fa discreto ed interattivo. Si inverte il gioco delle visibilità.
Invece di rendere immobile un'enorme quantità di energia, sotto forma di torri e merlature, il potere moderno tende a costituire dei dispositivi che si possano muovere a piacimento, e che agiscono solo quando si rende necessario. Questa virtualizzazione non significa un minore controllo dello spazio. Al contrario, l'alleggerimento della presenza avviene a beneficio della capacità d'azione del potere, cioè a dire della sua potenza.
filospinato
L'invenzione del filo spinato è opera di un agricoltore dell'Illinois, Joseph Farwell Glidden, nel 1873. Tale invenzione corrispondeva alle nuove condizioni di allevamento nelle pianure dell'Ovest americano, alla fine degli spazi aperti e della pratica, fino a poco prima ammessa, della libera pastura, che era stata finora predominante. Alla sua funzione iniziale, di parcheggio del bestiame nella prateria, si aggiunge ben presto quella di creare e consolidare vasti territori chiusi; cosa che va di pari passo con l'etnocidio perpetrato ai danni delle popolazioni native, per i quali l'idea stessa di una proprietà precisa e delimitata della terra non aveva alcun senso. Va notato anche che questa delimitazione "fisica", e l'individualizzazione degli spazi, genererà dei conflitti fra gli stessi colonizzatori, sulla divisione e sull'utilizzo dei terreni così delimitati: un soggetto, argomento di molti film western.
L'invenzione interesserà, naturalmente, l'esercito, che la utilizzerà in maniera industriale durante la guerra civile americana. Non si tratterà più di parcheggiare del bestiame, ma dei prigionieri all'interno dei campi. E' qui che al muro di filo spinato, si andrà ad aggiungere la torre di guardia.
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Il filo spinato sarà una caratteristica essenziale della prima guerra mondiale, una guerra che mira "ad esporre per più tempo possibile, l'attaccante, al fuoco delle linee dei tiratori trincerati e dei cannoni". Il filo spinato, disposto a reti, apparve come la miglior difesa, fino all'invenzione del carro armato, che rilanciò ben presto la guerra di movimento ed impose di scommettere sulla forza di nuovi materiali, come il cemento armato dei bunker.
Il filo spinato, però, aveva lo straordinario vantaggio di saper resistere ai bombardamenti ed al fuoco di artiglieria, mentre un muro di fortificazione crollava rapidamente, ed offriva trinceramento al nemico. Anche dislocata in modo parziale, la rete di filo spinato rimaneva un ostacolo, capace di rallentare l'avanzamento del nemico, esponendolo allo scoperto. Oltrepassare il proprio filo spinato, significava entrare nella terra di nessuno; il luogo dove gli uomini si trasformano in morti in proroga.
La rete di filo spinato è anche visibile da lontano. Solo i cadaveri, che il nemico vi lascia appesi, segnalano il filo spinato e indicano ciò che li attende, alla nuova ondata di attaccanti. L'effetto demoralizzante è tale che molti uomini si sono fatti uccidere solo per andare a recuperare i corpi dei loro camerati, rimasti a seccare sui fili, come insetti nella rete di un ragno.
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L'immagine più terrificante del filo spinato, è quella che si associa ai campi di concentramento nazisti, quella che si associa a quei muri elettrificati fatti di filo spinato, controllati dalle guardie sulle torrette.

fonte: http://laboratoireurbanismeinsurrectionnel.blogspot.it

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