lunedì 8 ottobre 2012

polvere

Polvere
"Con la sua voce severa e nasale, e la sua chitarra come un ferro per togliere i copertoni, appesa ad un cerchione arrugginito, non c'è niente di dolce in Woody, e non c'è niente di dolce nelle canzoni che canta. Ma c'è qualcosa di molto più importante, per chi lo sta ad ascoltare. C'è la volontà del popolo di resistere e di combattere contro l'oppressione. Credo lo si possa chiamare lo Spirito Americano."
- John Steinbeck a proposito di Woody Guthrie -
L'anno della foto è il 1936, agosto. Una famiglia di contadini dell'Oklahoma sulla strada, fra Blythe ed Indio, Arizona. Sono sulla Route 466, la strada che si stacca dall'iconica Route 66, a Kingman, e da lì corre fino a Bakersfield, fino alla costa della California. Costretti dalla siccità - il disastro ecologico ed economico chiamato "Dust Bowl" - ad abbandonare la loro fattoria, si dirigono verso la California. Hanno guidato fino a qui, poi si sono fermati per raccogliere cotone, un giorno o due, in modo da rimediare qualche soldo per cibo e benzina, in modo da poter continuare. Ora si trovano a qualcosa, come un giorno di viaggio dalla loro destinazione, Bakersfield. Ma l'automobile ha esalato l'ultimo respiro, lungo la strada, e l'hanno abbandonata. Ora sono sulla strada, in mezzo alla strada percorsa, in quell'anno, da migliaia di migranti. Mezzo milione di americani sono rimasti senza casa, il 15% della popolazione dell'Oklahoma è diretta in California.

(La foto è di Dorothea Lange, la canzone è di Woody Guthrie)

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