venerdì 28 settembre 2012

Detriti

Madrid-Rastro1

Encarnación López, detta l'Argentinita, una delle muse di Lorca, l'amante di Ignacio Sánchez Mejías, la cui morte, tragica e prematura, la trasformò nell'erede di tutti i manoscritti, delle lettere scritte dai suoi amici poeti e dei libri dedicati al torero. Al momento della sua, di morte, altrettanto prematura. l'Argentinita trasmise l'eredità alla sorella. Pilar López, ballerina e coreografa. Anni dopo, Jacques Issorel, dell'Università di Montpellier, va a trovare Pilar a casa sua. Domanda di vedere qualcuna di quelle lettere. Pilar è una donna difficile, e non gli mostra quasi niente dei documenti in suo possesso. Nasconde tutto, con gelosia. Nessuno poteva pensare che molte di quelle lettere, insieme ad altre cose, più personali ed intime, sarebbero arrivate al Rastro.

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Anche questa fotografia, dove la si vede insieme al marito, l'impresario Tomás Ríos. La foto è stata scattata a New York da Alfredo Valente, famoso a Broadway. La foto, strappata, reca una dedica. E' stata dedicata, più di mezzo secolo fa, ad una persona che non l'ha mai ricevuta. Quelli che si libereranno della foto che era nella casa in cui viveva Pilar López, erano degli inesperti. Non sapevano com'è difficile distruggere una traccia, né che nel Rastro tutto ha un valore, inclusi i resti di un naufragio. Soprattutto i resti di un naufragio.

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Relitti, tre piccole valigie di cartone. Fogli strappati, passaporti, foto, fatture, ricevute, matrici di assegni della Bank of British West Africa. E lettere, lettere, lettere scampate alla distruzione, in qualche modo. Il Rastro come il fiume della vita. Lettere da Tomás a Pilar, quasi tutte lettere d'amore. Alcune di disamore. Tomás promette, Tomás chiede, Tomás si lamenta. Dapprima. Poi Tomás non scrive, Tomás tace. Non ci sono lettere di Pilar. I documenti di Tomás, che morì separato dalla moglie, tornarono in mano a Pilar. Un'eredità. Nell'eredità c'erano anche le carte che Pilar aveva ricevuto in eredità dall'Argentinita, e che, dopo la separazione, erano rimaste in mano al marito. Ora tornavano, come un boomerang. Lettere della Pilar giovane alla Pilar vecchia. Ma dove sono? Decise di distruggerle e di tenersi solo le lettere di lui? Chissà?!

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Cos'è successo fra i due? E' una storia frequente, di illusioni perdute. Ci sono due passaporti, a distanza di dieci anni l'uno dall'altro. Due fotografie, due uomini. Qualcosa è successo al primo dei due. Da compositore ad imprenditore. In qualcuno dei documenti compare come "Direttore" del Balletto Spagnolo di Pilar. Sarà stata quella la fonte dei loro disaccordi, magari una schermaglia d'amore - grazie al ruolo - con qualcuna delle ballerine più giovani. Ci sono molti dati in quelle valigie, circa l'infelicità di Pilar Lòpez. Di Encarnaciòn, la sorella, ci sono lettere e un diario dove annotava con puntualità maniacale tutte le spese, centesimo per centesimo tutto quello che guadagnava o spendeva. Di Tomàs no, niente. Il primo, si chiama Tomàs. Ma più tardi, dopo aver fatto il "salto americano", dovette pensare che era meglio Thomas, più americano. Ma, alla fine, optò per Tommy. Tommy Rios - dovette pensare - come il suono di un paio di maracas in un'orchestra di samba!
pilar lo´pez

Questa storia che è cominciata con una foto strappata, finisce con un'altra fotografia, strappata anch'essa. Il fotografo è lo stesso, ed anche questa reca una dedica. Ma è tutto cambiato. Dai giorni del vino e delle rose, della prima fotografia, all'infelicità di questa. Nel mezzo una storia, come tante, una storia come nessun'altre. Dimenticata, destinata all'oblio, al nulla. Poi, però, c'è qualcuno che lavora, che fruga, nottivaghi all'eterna ricerca nei cassonetti di Madrid. Fruga, cerca, e trova. Trova alcune valigie con dentro delle carte. Non sa cosa siano, non ha idea del loro valore, spesso è qualcuno che non sa nemmeno leggere. Se vai a Madrid, ne trovi a centinaia al Rastro, al mercato delle pulci, con il loro aspetto cencioso di mendicanti mentre offrono la loro mercanzia. A loro, la vita ha insegnato che tutto vale qualcosa. Ha anche insegnato loro, la vita, che ad ogni cosa bisogna dare un prezzo vago e, soprattutto, a venderlo alla persona adeguata. Poi sarà la persona giusta, a sua volta, a venderlo alla persona idonea. Ad una vecchio libraio, in questo caso.  Non sempre accade, però. A volte, i veri tesori finiscono in mani che li disprezzano. Ma se arrivano a qualcuno, non è per caso. E' il lungo viaggio della vita, di tutte le vite.

fonte: http://hemeroflexia.blogspot.it/

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