giovedì 19 aprile 2012

nascite e aborti

colfax

Il brutale massacro, avvenuto il 13 marzo del 1873 - domenica di Pasqua - a Colfax, Louisiana, rimane sorprendentemente poco conosciuto, considerando l'entità della violenza perpetrata e le implicazioni enormi che avrebbe implicato. Accadde esattamente 8 anni dopo la fine della Guerra Civile Americana e, oltre ad annunciare la fine della cosiddetta Ricostruzione, la seconda nascita degli Stati Uniti, segna anche il momento preciso in cui "la libertà muore".
Da quel giorno in poi, l'America entra in un periodo oscuro di segregazione, talmente sistematica ed endemica da durare per quasi cento anni.
Finita la guerra, i radicali repubblicani sono impegnati nell'emancipazione dei neri e nella loro integrazione nel sistema politico, mentre i democratici e i suprematisti bianchi stanno facendo tutto il possibile per ripristinare, nel Sud, la situazione precedente alla guerra, e per cercare di intimidire i loro ex schiavi, dissuadendoli dal voto. E' il 1868, quando queste due posizioni inconciliabili si scontrano frontalmente in Louisiana, in seguito al fatto che la pressione repubblicana ha portato all'elezione di 137 deputati neri.
I suprematisti bianchi aprono una campagna di terrore contro il nuovo governo; repubblicani bianchi e neri vengono minacciati, picchiati e uccisi nel disperato tentativo di allontanarli dalle urne e dagli incarichi. Quando l'elezione del governatore della Louisiana, nel 1872, fa divampare la polemica fra i candidati democratici e quelli repubblicani, dal momento che ciascuno reclama la vittoria, i bianchi colgono l'occasione per distruggere una volta per tutte questa roccaforte nera. Con lo scatenarsi di un'ondata di violenza in tutto lo stato, circa 150 neri si riuniscono presso il tribunale di Colfax, nel centro della Louisiana, per mobilitarsi e per difendere i propri diritti civili. Per diverse settimane, un gruppo di ex-soldati confederati chiede l'appoggio delle contee circostanti, fino a quando, a mezzogiorno della Domenica di Pasqua, una folla di oltre 300 uomini bianchi a cavallo, armati di fucili e cannoni, si dirige a Colfax. Ne consegue una sparatoria, e il palazzo di giustizia viene dato alle fiamme. I difensori, in inferiorità numerica, sventolano una bandiera bianca di resa, ma vengono freddati, uno per uno, mentre cercano di fuggire dal palazzo in fiamme. Almeno cinquanta, i neri catturati, vengono poi giustiziati sommariamente. All'alba del Lunedi di Pasqua, Colfax appare disseminato dei cadaveri mutilati di oltre 100 uomini neri.

Ad essere incriminati, per il massacro di Colfax, sono 97 persone, ma i capi di accusa non sono di omicidio, bensì di aver cospirato per privare le loro vittime dei diritti civili garantiti dalla 14° emendamento. Gli avvocati degli imputati oppongono il fatto che l'emendamento non autorizza il governo federale a perseguire i cittadini; dal momento che la controparte è il governo dello stato. Per la maggior parte degli accusati, il caso si conclude a tarallucci e vino, ma tre degli imputati vengono giudicati colpevoli. L'appello arriva fino alla Corte Suprema degli STati Uniti, nel caso "Stati Uniti contro Cruikshank", un processo che è diventato un punto di riferimento legale. E', il 27 marzo 1876, quando la Corte Suprema stabilisce che per l'Enforcement Act del 1870, sulla base della Carta dei Diritti, l'emendamento 14 viene applicato solo alle azioni commesse da parte dello Stato, e non a quelle commesse da individui, o che partono da cospirazioni privati. In altre parole, il processo per i fatti di Colfax era incostituzionale, e i suprematisti bianchi erano liberi di fare la guerra contro i neri, sicuri di godere di assoluta impunità. Il caso Cruikshank ha effettivamente consentito ai partiti politici di fare uso di forze paramilitari. Ha aperto la strada ad ogni sorta di leggi discriminatorie contro i neri, e, da allora in poi, la Ricostruzione è stata abbandonata.
Il massacro di Colfax rimane tutt'ora un episodio sepolto della storia americana. Nella stessa Colfax, i fatti del del 13 aprile 1873 vengono ricordati, non come un massacro, ma come una "rivolta". C'è perfino un obelisco commemorativo, ma non è in onore dei 100 e più neri uccisi. Invece, l'iscrizione scolpita è "nel ricordo amorevole" dei tre eroi ... Ovvero, a coloro che caddero per la supremazia bianca, durante i combattimenti susseguiti alla rivolta di Colfax .
A colfax, e nella promessa infranta della Ricostruzione, è stata tracciata la linea di condotta, non solamente per quanto riguardava i diritti civili degli afro-americani, ma, soprattutto, per quale tipo di nazione sarebbero diventati gli Stati Uniti d'America.

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