sabato 24 marzo 2012

Mai detto!

frasi

"Il fine giustifica i mezzi".

La famosa frase attribuita a Machiavelli non appare in nessuna delle sue opere, e neppure esiste alcuna testimonianza o memoria che l'abbia mai pronunciata. La cosa che più si avvicina (nel suo significato, se non nella sua forma) appare nel suo libro "Istorie Fiorentine", e recita:
"Coloro che vincono, in qualunque modo vincano, mai non ne riporteranno vergogna." Niccolò Machiavelli, Istorie Fiorentine, 1520/25
Abbastanza diversa - direi - dalla frase in questione.

"Lo Stato sono io"

La tradizione mette questa frase in bocca a Luigi XIV re di Francia.
Pare che, quando seppe che il Parlamento di Parigi si era riunito a sua insaputa, interruppe la sua battuta di caccia e si presento davanti ai deputati abbigliato così com'era. E, al Presidente del Parlamento che aveva fatto un commento, rivolto al monarca, a proposito del bene dello stato, Luigi avrebbe risposto con il suo lapidario "lo stato sono io".
Bene, tutti gli storici negano che ciò sia accaduto in questo modo, ed ammettono soltanto che il re si limitò ad imporre il silenzio con un gesto.
A quanto pare, Luigi XIV, che all'epoca aveva solo 17 anni, era poco aggraziato, poco espressivo e molto parco di parole, quindi è difficile attribuirgli una frase di simile impatto.

"Elementare, caro Watson"

Questa frase, talmente famosa che tutti pensiamo che Sherlock Holmes sia nato dicendola, in realtà non appare in nessun romanzo, o racconto, avente per protagonista il celebre detective. La cosa che gli si avvicina di più, compare in un racconto intitolato "Il gobbo", che Conan Doyle pubblicò su una rivista, nel 1893. Ha luogo quando Sherlock, con un'occhiata, si accorge che Watson è stato recentemente molto impegnato con il suo lavoro. Watson sorpreso chiede come egli abbia fatto ad indovinare.
"Quando il suo giro di visite è breve, lei lo compie a piedi, e quando è più ampio, allora prende un'auto a noleggio. Ho dato un'occhiata ai suoi stivali, e, sebbene consumati, non sono molto sporchi, per cui non dubito che oggi sia stato abbastanza occupato da giustificare l'uso di una macchina a noleggio."
"Ben dedotto!" Esclamò Watson.
"È elementare. È uno di quei casi in cui il ragionamento può produrre un effetto che all'interlocutore appare straordinario"
La frase non si ripete, e certamente non possiede quella carica di vanità di "Elementare, caro Watson".

"Non sono d'accordo con ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo."

Questa bella affermazione viene attribuita a Voltaire, ma nessun studioso è stato in grado di trovarla in uno qualsiasi dei suoi scritti, né esiste la minima traccia che sia stata pronunciata da lui. La frase apparve per la prima volta in un libro intitolato "Gli amici di Voltaire" scritto da tale Beatrice Hall. Il problema è che fra Voltaire e questo libro ci sono duecento anni!

Insomma, a quanto pare, nessuna di queste frasi, oramai di pubblico dominio, ha l'origine che comunemente gli viene attribuita. Certo, è innegabile riconescere, a ciascuna di queste frasi, un'enorme carica espressiva; ché poi è il motivo per cui vengono usate, o citate. Però, per dirla con Voltaire (stavolta la frase è davvero sua!):

"Ai vivi si deve rispetto, ed ai morti è dovuta solamente la verità"!

Nessun commento: