mercoledì 7 marzo 2012

A braccio teso

svastika

Era l'8 ottobre 1935, quando il Times pubblicò l'annuncio dell'amichevole tra le nazionali di calcio di Inghilterra e Germania. Lo stesso giorno, le associazioni ebraiche e i partiti della sinistra cominciarono a mobilitarsi perché si impedisse ai tedeschi di mettere piede sul suolo imperiale britannico.
Il 27 novembre, il Congresso dei sindacati si rivolse al Segretario di Stato per chiedere l'annullamento della partita, affinché le strade di Londra non diventassero una vetrina per i simboli nazisti.
Scoppiò una dura polemica contro quei partiti, vicini all'ideologia nazista, che preparavano un'accoglienza calorosa alla squadra tedesca. Il 2 dicembre, da Rotterdam, i tedeschi sbarcarono all'aeroporto di Croydon, dove vennero accolti in pompa magna, mentre una delegazione del movimento sindacale veniva ricevuta dal Segretario di Stato, insistendo con Sir John Simon  perché la partita non venisse giocata. Mister Simon, dopo vari tentennamenti, decise che si trattava di un'iniziativa privata della Federazione, e che non c'erano giustificati motivi per non giocare la partita e fare uno sgarro alla delegazione tedesca.
La Federazione inglese, attraverso Sir Stanley Rous, suo segretario, voleva tenere completamente separato lo sport dalla politica, ma il giorno dell'incontro venne indetta una manifestazione anti-nazista davanti allo stadio. La polizia di Londra si trovò a dover escogitare un piano speciale, dal momento che la nazionale tedesca aveva al suo seguito 10.000 tifosi. Da Amburgo, erano arrivate sette navi. Inoltre, 16 treni speciali e in più la popolazione tedesca che viveva in Inghilterra arrivavano a raggiungere quella cifra. E poi i circa 50.000 inglesi a riempire completamente gli spalti del White Hart Lane.
La partita, più brutta di quanto si aspettassero, venne vinta facilmente dall'Inghilterra (3-0), è si svolse senza particolari incidenti. Il team tedesco ascoltò l'inno facendo il saluto nazista; gli inglesi, no. Alla fine del match, le due delegazioni cenarono insieme all'hotel Victoria. Nella stazione con lo stesso nome, vennero arrestate sette persone, tutte inglesi, a causa di qualche incidente con i tifosi tedeschi che partivano da Londra per salire sulle loro navi a Dover.
Tre anni dopo, nel 1938, l'Inghilterra restituì la visita. La partita, giocata a Berlino, non è rimasta famosa per il 3-6, in favore degli inglesi contro una Germania piena di giocatori dell'Austria, che era stata annessa nel marzo di quell'anno, quanto per l'immagine dei britannici che facevano il saluto fascista rivolti ad un palco pieno di autorità naziste. Una fotografia che ancora oggi fa arrossire gli inglesi. Non c'era Hitler a presiedere, perché in quel momento si trovava in Italia a concordare con Mussolini i suoi piani di conquista. Ma c'erano Goebbels, Goering, Hess, Ribbentrop, Tschammer e Osten.
Poco prima di entrare in campo, ai giocatori inglesi venne ordinato di ascoltare due inni con il braccio teso; cosa che causò il delirio dei 115.000 spettatori che riempivano lo stadio olimpico. La decisione venne presa dall'ambasciatore inglese a Berlino, Nevil Henderson, timoroso di dispiacere a Hitler, ed ebbe la benedizione di Rous, che aveva fatto l'esperienza delle Olimpiadi di Berlino, due anni prima. L'ordine provocò l'indignazione dei calciatori e, soprattutto, l'ira della stampa britannica, che considerava il fatto come un atto di servilismo ingiustificato nei confronti di Hitler. Un anno dopo, la teoria dell'ambasciatore inglese a Berlino, secondo la quale i nazisti potevano essere controllati, per mezzo di gesti come quello fatto allo stadio olimpico, saltò per aria. Il 3 settembre del 1939, alle undici del mattino, Londra dichiarò guerra alla Germania. Henderson morì il 30 dicembre 1942 nella capitale inglese. Alla tomba, lo accompagnerà la sua frase che diceva che con il lavoro e la mano sinistra "Hitler finirà per diventare un sostenitore della pace".


fonte: http://www.marca.com/

1 commento:

alpexex ha detto...

fa sorridere l'intento dei sindacati e delle associazioni. impedire di far entrare i nazisti su di un suolo imperiale.