mercoledì 2 novembre 2011

Posta grossa

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Il denaro è divenuto obsoleto?

Media e organismi ufficiali ci stanno preparando: nei prossimi mesi, o forse settimane, si dispiegherà una nuova crisi finanziaria globale, e sarà peggio del 2008. Si parla apertamente di catastrofe e di disastro. Ma cosa succederà dopo? Come sarà la nostra vita, dopo un crollo del settore bancario e della finanza pubblica su larga scala? Al momento, il sistema finanziario europeo e nordamericano rischiano di affondare insieme, senza possibilità di salvezza.
Ma quando il crack borsistico non sarà più una notizia appresa dai media, ma un evento che camminerà per le strade? Risposta: quando il denaro perderà la sua funzione abituale. Sia che diventi sempre più raro (deflazione), sia che circoli in quantità enorme, ma svalutato (inflazione). In entrambi i casi, la circolazione di merci e di servizi rallenterà fino a  fermarsi completamente: i proprietari di quelle merci e di quei servizi non riusciranno a trovare chi possa pagarli con denaro che a sua volta abbia il valore che possa permettere loro di acquistare altri beni e altri servizi.
Ci saranno i magazzini pieni, ma senza clienti, ci saranno delle fabbriche in grado di funzionare perfettamente, ma senza nessuno che lavori, ci saranno delle scuole dove gli insegnanti non si recheranno più perché da mesi senza paga. Allora, ci si renderà conto di una verità tanto ovvia che non la si vedeva più: non c'è nessuna crisi nella produzione stessa. La produttività, in tutti i settori, è in continuo aumento. La terra coltivabile potrebbe nutrire la popolazione del mondo intero, ed i laboratori e anche le fabbriche producono più del necessario, più del desiderabile e del sostenibile. Le miserie del mondo non sono dovute, come nel Medioevo, a calamità naturali, ma ad una sorta di incantesimo che separa gli uomini dai loro prodotti.
Quello che non funziona più, è l'"interfaccia" che si interpone tra gli uomini e ciò che essi producono: ovvero, il denaro. La crisi ci pone di fronte al paradosso fondante della società capitalista: la produzione di beni e di servizi non è un fine, ma solo un mezzo. L'unico fine è la moltiplicazione del denaro, il fine è di investire un euro per averne due.
Tuttavia, i detrattori del capitalismo finanziario ci assicurano che i mercati finanziari, creditizi e azionari, sono solo le escrescenze sul corpo sano dell'economia. Quando la bolla scoppierà, ci saranno tumulti e fallimenti, ma alla fine sarà una tempesta salutare e si potrà ricominciare da capo, con una più solida economia reale. Davvero? Oggi, si ottiene praticamente tutto a pagamento. Se il supermercato, la compagnia elettrica, la pompa di benzina e l'ospedale  non accetteranno altro che denaro contante, e se ne vorranno un bel po', si arriverà rapidamente alla penuria. Se siamo numerosi, possiamo ancora assaltare i supermercati, o collegarci illegalmente alla rete elettrica.
Ma quando il supermercato non verrà più approvvigionato, e la centrale elettrica si fermerà perché non potranno più pagare i loro lavoratori e fornitori, che cosa faremo? Potremmo organizzare baratti, nuove forme di solidarietà, scambi diretti: sarà un'ottima occasione per rinnovare il legame sociale. Ma chi può credere che ci riusciremo in breve tempo e su larga scala, in mezzo al caos e ai saccheggi? Andremo nelle campagne, dicono alcuni, per appropriarci direttamente delle materie prime. Peccato che la Comunità europea abbia pagato gli agricoltori, per dei decenni, per far loro tagliare i loro alberi, per distruggere le loro vigne e per abbattere il loro bestiame ... Dopo il crollo dell'Europa dell'Est, milioni di persone sono sopravvissute grazie ai loro genitori che vivevano in zone rurali con dei piccoli appezzamenti. Ma in Francia? o in Germania?
Non è certo che si arriverà a questi estremi. Ma anche un crollo parziale del sistema finanziario ci mette di fronte al fatto che siamo consegnati, mani e piedi legati, al denaro, in quanto gli abbiamo affidato il compito esclusivo di assicurare il funzionamento della società. Il denaro è esistito fin dagli albori della storia, stiamone certi: ma nelle società pre-capitaliste ha giocato solo un ruolo marginale. Solo negli ultimi decenni siamo arrivati al punto che quasi ogni manifestazione della vita passa per il denaro, e il denaro si è infiltrato negli angoli più reconditi dell'esistenza individuale e collettiva. Ma il denaro è reale solo quando esso rappresenta un lavoro realmente eseguito ed il valore che quel lavoro ha creato. Per il resto, il denaro è solo una finzione che si basa esclusivamente sulla fiducia accordatagli dai giocatori - come per le fiches ad un tavolo di poker - ma la fiducia può venir meno.
Stiamo assistendo a un fenomeno non previsto dalla scienza economica: non alla crisi di una moneta, e dell'economia che essa rappresenta, a beneficio di un altra, più forte. L'euro, il dollaro e lo yen sono tutte in crisi, ed i rari pochi paesi con ancora un rating AAA non potranno, da soli, salvare l'economia mondiale. Nessuna delle ricette economiche proposte funziona, da nessuna parte. Il mercato funziona tanto poco quanto funziona lo stato, l'austerità tanto poco quanto la ripresa, il keynesismo tanto poco quanto il monetarismo.
Quindi, stiamo assistendo ad una svalutazione del denaro in quanto tale, alla perdita del suo ruolo, alla sua obsolescenza. Non per una decisione consapevole di un'umanità finalmente stanca di quello che già Sofocle chiamava "l'invenzione più disastrosa degli uomini", ma attraverso un processo incontrollato, caotico ed estremamente pericoloso.
E' come se si togliesse via la sedia a rotelle a qualcuno, dopo che gli è stato negato per un lungo periodo l'uso naturale delle sue gambe. Il denaro è il nostro feticcio: un dio che ci siamo creati, ma dal quale crediamo dipendere e al quale siamo pronti a sacrificare tutto pur di placare la sua ira ...
Nessuno può onestamente dire che saprebbe come organizzare la vita di decine di milioni di persone qualora il denaro perdesse la sua funzione. Sarebbe bene ammettere almeno il problema. Potrebbe essere necessario per preparare il dopo-denaro come il dopo-petrolio.

- Anselm Jappe -

FONTE: http://www.lemonde.fr/idees/article/2011/10/31/l-argent-est-il-devenu-obsolete_1596430_3232.html

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