mercoledì 13 aprile 2011

la distruzione degli idoli

Conversationdebord

Cercavano il gesto di rottura, la provocazione che mostrasse tutto il disgusto che provavano per i buoni sentimenti e per i riti ammessi dalla società, e la provocazione che attirasse su di loro la riprovazione dei benpensanti. Poco importava che, ad andarci di mezzo, fosse uno che non lo meritava poi troppo, come il povero Chaplin. Era arrivato a Parigi da Londra, Charlot, dopo essere stato ricevuto dalla regina d'Inghilterra e dopo che il procuratore generale degli Stati Uniti gli aveva negato il permesso di tornare in America, definendolo un pericoloso sovversivo.
Fu una conferenza stampa, al Ritz, l'occasione per uscire allo scoperto: Chaplin, fresco di Legion d'onore e acclamato dalla folla.
Superarono il rigido servizio d'ordine e riuscirono a diffondere un volantino, nella sala, dove l'attore e regista veniva definito "commerciante e poliziotto, maestro cantore della sofferenza e scroccone dei sentimenti, quello che porge sempre l'altra guancia, e l'altra chiappa."
"Vai a dormire, insetto fascista" - diceva il volantino - "e continua a fartela con l'alta società (davvero riuscito il tuo strisciare davanti alla piccola Elisabetta). Ramazza denaro e muori in fretta, ti promettiamo un funerale di prima classe. E intanto speriamo che il tuo film sia davvero l'ultimo."Grande scandalo, e discussioni! Perfino fra gli stessi amici di Guy Debord. Alcuni, in disaccordo, decisero di uscire addirittura dal gruppo! Si rese necessario chiarire meglio il significato dell'iniziativa. Naturalmente toccò a Debord scrivere in proposito. Il breve scritto chiarificatore si intitolava "Morte di un commesso viaggiatore" e diceva, più o meno:

"Abbiamo apprezzato a suo tempo il significato dell'opera di Chaplin, ma sappiamo che oggi la novità si trova altrove, e che le verità che non sono più interessanti diventano menzogne.
Noi crediamo che la più urgente espressione della libertà sia la distruzione degli idoli, specialmente quando sostengono di rappresentare proprio la libertà.
Il tono provocatorio del nostro volantino era una reazione contro un entusiasmo unanime e servile. Il fatto che, per questo, alcuni dei nostri amici abbiano deciso di ripudiarci è la prova dell'incomprensione che ha sempre separato, e ancora adesso separa, gli estremisti da quelli che stanno bene attenti a tenersi lontano dal bordo. E' ciò che ci separa da quelli che hanno abbandonato «l'amarezza della loro giovinezza», per sorridere alle glorie stabilite.
Ciò che separa chi ha più di vent'anni da quelli che ne hanno meno di trenta!"

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