venerdì 28 gennaio 2011

Sciopero

corteo_c10

Ci vai, alla manifestazione. Ci vai, e hai scioperato. Piucchealtro perché rimani uno ... scioperato e, in cuor tuo condividi la provocazione di Baudrillard, per cui sarebbe opportuno che chi lavora scendesse in sciopero ad oltranza per ottenere il diritto al pagamento delle ore di sciopero. Lo fai, lo sciopero, e ci vai, alla manifestazione. Va bene, va sempre bene: è un modo per rivedere persone che non vedi da tempo e che ti fa piacere reincontrare. Ci vai, anche se in fondo sai che è un po' una pagliacciata. La fiom e l'accordo-marchionne, laddove si parla solo di pochi operai oramai vicini all'età pensionabile. La perdita dei diritti, quella a danno dei precari e dei non garantiti oramai è un fatto assodato, da anni. E nessuna fiom ha detto nulla, a suo tempo. Allora -  si vede - non aveva da porre un problema di potere nei confronti della mamma-cgil, di cui continua ad essere emanazione e a cui continua a far riferimento. Però ci vai lo stesso, e cammini per le strade. Insieme ad altri. Oggi è festa. Certo, il vento è un po' troppo freddo, e il sole è ancora basso alla fine del mese di gennaio. Ma è un giorno di festa, dal momento che non hai dovuto andare al lavoro. Il lavoro, perché il lavoro - anche se non è "quello che schianta e uccide" - è sottomissione, dipendenza, riconoscimento del loro potere di prendersi il tuo tempo. E quando il tempo è tuo, allora è festa. Per un giorno solo, ché di festa ad oltranza non se ne parla più, nessuno ne parla più, da anni.
Nessuno parla più, dello sciopero. Lo sciopero di Germinale e lo sciopero di Metello, lo sciopero di Zola e di Pratolini, e lo sciopero dei Compagni di Monicelli. Anche perché, quando è sciopero si dovrebbero fare i picchetti - mi torna in mente. Ma quello forse era solo un vecchio film, una pellicola ormai sfuocata, e da sempre muta, di Ejzenstejn. Ma è ventoso, e c'è freddo, ancora, per ora.

Nessun commento: