lunedì 6 settembre 2010

Alzheimer

Ledda

Mi pare di ricordare che sia stato Juan Rodolfo Wilcok, nell'introduzione a "La nube Purpurea" di Matthew Shiel, a dire che, con ogni probabilità, le maggiori opere letterarie del '900 giacciono, impubblicate, in qualche cassetto dimenticato. Ecco, fatte le debite differenze, non esito ad affermare che i migliori film degli ultimi dieci anni non sono mai stati doppiati - né mai lo saranno - per il mercato italiano. Ne avevo già avuto sentore qualche mese fa, a proposito di un paio di deliziosi film che svolgevano il tema dei viaggi nel tempo. La certezza mi arriva adesso, netta e precisa, dopo la visione di "De Zak Alzheimer" di Eric Van Looy. Sviluppato su una trama che non sarebbe dispiaciuta a Manchette, e impreziosito dalla recitazione di un Jan Decleir in stato di grazia e che non fa rimpiangere il modello-Lino-Ventura-Jean Gabin cui chiaramente si ispira, il film procede deciso verso ... "la luce". Fra i colori, il rosso dei puntatori laser delle armi e il verde dell'alzheimer che dissolve la memoria e la cancella. Inutili le pillole, a tentare di arginarlo. Bisogna muoversi in fretta, senza farsi vedere, come il poliziotto che odia le BMW, e piscia dentro le serrature! Spostarsi, prima che tutto divenga inutile. Non servono a niente due braccia ancora robuste in grado di spezzare un collo se tutto comincia a colar via, lasciando solo lo sgomento. E il film finisce, e ti lascia con dentro un senso di gratitudine. Grazie, grazie ad Angelo Ledda, grazie a Erik Van Looy, grazie a Jef Geeraerts e grazie, soprattutto, ai sottotitolatori della rete, ché senza di loro di un film recitato fra fiammingo e francese non ci avrei capito davvero molto!

De zaak Alzheimer
Belgio/Paesi Bassi, 2003, colore, 123 min
Regia: Erik Van Looy
Sceneggiatura: Erik Van Looy, Carl Joos basato sul romanzo De Zaak
Alzheimer di Jef Geeraerts
Cast: Koen De Bouw, Jan Decleir, Werner De Smedt, Hilde De
Baerdemaeker, Laurien Van den Broeck, Filip Peeters


Nessun commento: