giovedì 20 maggio 2010

troppo lontano

Michele_di_Lando

«E' sempre una frazione del proletariato "nuovo" a provocare la crisi
rivoluzionaria (...). Furono gli artigiani nel 1871, gli operai
professionali nel 1917-21, gli operai specializzati dal 1960 al 1973.»


- Leggo questa premessa, dal Bollettino Critico di Rouen del 1980,
riportarto in cima ad uno scritto del "Collettivo TropLoin" che
conclude affermando di non giocarci su questo il "segreto
del capitalismo o della rivoluzione", ma di vedere solo delle categorie
in cui tutti gli altri salariati si possano riconoscere, dal momento
che certe categorie rappresentano una sorta di universale, di
universalizzante, Le categorie. Le categorie giocano - continua la
"lettera" - un ruolo decisivo nell'economia, e perciò nella società
retta dall'economia.
Le categorie, ed i loro nomi. Da un'altra parte leggo che una
categoria, 650 anni fa, si chiamava "bastardi". Almeno così argomenta
Robert Paris, in un suo scritto a proposito dei Ciompi. I lavoratori
fiorentini della lana che, nel 1378, furono i protagonisti di una
rivolta, una delle prime ad opera di ... salariati. "Ciompi", termine
che connotava non solo un mestiere ma anche uno strato sociale,
deriverebbe dal francese "Champi" (l'occupazione francese a Firenze ci
fu nel 1342-1343) ed esprimeva il disprezzo col quale gli appartenenti
alla categoria venivano considerati, oltre che sottolinearne
"l'origine oscura"! Presumibilmente, circa trent'anni prima, anche
Ciuto Brandini di professione scardassiere era stato apostrofato col
termine di "bastardo", mentre veniva arrestato, in piena notte,
insieme a suo due figli, dal capitano Nuccio da Gobbio.
Bastardi. Quasi settecento anni. E ancora bisogna aspettare!

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