giovedì 22 aprile 2010

Pietà l’è morta!

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Uno sente cantare, "una mattina mi son svegliato e ho trovato l'invasor". E ti vien da dire, "ma come, una mattina? erano vent'anni e più che c'erano gli invasori, e tu arrivi, tomo tomo cacchio cacchio, e dici: eccoli gli invasori! Ecchecazzo e gli era un po' che si diceva...".            E così, non si sa come - ma si sa quando - ecco che quella canzone bella pulita, senza rosse primavere da conquistare o altri ammennicoli politicamente scorretti, si fa strada fino a diventare "la canzone ufficiale della resistenza". E cosa importa se, tolta qualche zona del reggiano, o attorno a Bologna, nessuno la conosceva né, tantomeno, la cantava?
Ma c'era gente ben abituata alle strategie mediatiche, ben dentro il pci. Si erano fatti le ossa con i fratelli Cervi che, da anarchici pericolosi da mettere in condizioni di non nuocere alla causa partigiana si erano trasformati - grazie alla sapiente regia di Italo Calvino su ordine di Togliatti - in icone della resistenza. Così va la vita! O certo qualcuno insinuava che la soffiata sui fratelli Cervi ... ma no, Togliatti certe cose le faceva in Spagna, mica a casa sua!
Ad ogni modo, basta poco, a metà degli anni sessanta per far decollare il successo inarrestabile di "Bella ciao". Uno sceneggiato tv(con Lino Capolicchio, mi pare) che la elegge a sigla e la fa cantare a mezza italia, da una parte e, sul versante "colto" arriva Giovanna Daffini - mondina e cantastorie - che al microfono di Bosio e Leydi ne canta una versione precedente, mondina e lavoratrice. Abbiamo l'anello mancante! E considerato che la canzone non dispiace neppure alla Democrazia Cristiana e, addirittura, alle forze armate, le associazioni partigiane colgono la palla al balzo nel loro tenero e triste tentativo della ricerca di strumenti di unificazione ben avvolti dal tricolore. E poi c'è il ventennale, in quel momento!
La cosa diventa assai più divertente quando certo Vasco Scansani da Gualtieri (lo stesso paese della Daffini) scrive, nel maggio 1965, all'Unità dichiarando di essere l'autore della canzone in questione. "Bella ciao l'ho scritta io, nel 1951" - dichiara. Le cose si ingarbuglieranno ulteriormente quando, nel 1974, verrà fuori un carabiniere, tale Rinaldo Salvatori, che avrebbe scritto la canzone, nel 1934, "la risaia" per amore di una ragazza di Marsiglia che andava a fare la mondina: il testo ("tante genti che passeranno" e "bella ciao ciao ciao") glielo aveva messo posto quel Giuseppe Rastelli autore di "Papaveri e papere" e più in odore di fascismo che di comunismo. Tant'è!
Ora si dice che la lega non vuole sentirla suonare alle commemorazioni del 25 aprile! Ma se si tenevano "Fischia il vento", non era meglio!!???

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