mercoledì 20 gennaio 2010

Libri non tradotti

soler

Jordi Soler scrive di un soldato repubblicano catalano che ha lasciato la Spagna, per il Messico, in seguito alla vittoria di Franco. Ed è una scrittura, la sua, che va ben oltre la fiction, nella misura in cui lo scrittore di Veracruz è il nipote di quel soldato.
Nato a Portuguesa, un luogo sperduto nella giungla, da qualche parte vicino alla città di Veracruz, Soler è "tornato" a vivere a Barcellona, inseguendo il sangue catalano che porta nei suoi geni, nella sua letteratura e nella squadra di calcio per cui sospira ogni fine-settimana.
In quanto catalano, Jordi Soler sa bene che il derby Barcellona - Real Madrid va molto al di là dall'essere solo una partita di calcio, anche se preferisce che la cosa non esca fuori dallo stadio.
Si dice che i catalani in esilio abbiano due simboli che li uniscono: Joan Manuel Serrat e la squadra del Barcellona. E tale è anche il caso di Soler, sebbene egli stesso riferisca di aver allungato questi simboli con una fila di "Giovanni": Joan Manuel Serrat, Johan Cruyff e Juan Marsé
Nei suoi ultimi tre romanzi ((Los rojos de ultramar, La última hora del último día, La fiesta del oso) le storie raccontate accarezzano i ricordi della guerra civile spagnola.

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