venerdì 18 dicembre 2009

altre lune ...

MoonconSamRockwell

Non è difficile scovare un buon film, anzi un ottimo film! Basta assicurarsi che venga fatto arrivare sugli schermi italiani con un buon ritardo e che, soprattutto, gli venga riservata al massimo una settimana di programmazione sugli schermi suddetti.
Niente di male, già fin dai tempi del capolavoro disastroso (per la United Artists!) di Michael Cimino, "I cancelli del cielo", le cose hanno cominciato a procedere in tal senso.
E oggi, a parare la situazione, esiste il Web e uno stuolo di eccezionali sottotitolatori (così ci si può godere il timbro della voce di Kevin Spacey, prestata al robot "Gerty"). Bene!
Ecco, "Moon" di Duncan Jones è un piccolo capolavoro, costruito su una trama che sembra prelevata di peso da una piece teatrale, giocato - dopo le citazioni-tributo d'obbligo - sulla prestazione inarrivabile di Sam Rockwell che fa tutto e anche di più.
La trama? Presto detto, Sam Bell lavora per la "Lunar",in una base lunare chiamata Selene, da tre anni ha l’incarico di curare l'estrazione di un prezioso gas (l’Helium 3) che ha risanato la crisi energetica terrestre. Manca poco al termine del suo contratto e l’uomo non fa altro che sognare il suo ritorno a casa, dalla moglie e dalla sua bambina. Quando sta per arrivare la nave con il rimpiazzo, la salute di Sam comincia a deteriorarsi. Poi ha un incidente ...

Girato in soli 33 giorni, dal figlio di David Bowie, e ispirato ad un libro del 1999 di Robert Zubrin, "Entering Space : Creating a Spacefaring Civilization", tocca tutte le corde giuste, con crudezza che sarebbe facile definire "dickiana".

Alla fine, rimane la domanda se davvero qualcuno sarebbe disposto a firmare un contratto a termine per un lavoro di tre anni, da solo, sulla luna!?!

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