lunedì 30 novembre 2009

Asturiani, brutta razza!

Mauthausen_survivors

Forse non serve a niente. Forse è un esercizio sterile, buono solo a stabilire una quota di auto-conforto; come a riempir sé stessi di qualcosa che combatta il vuoto che, inesorabile, avanza. Eppure, se un film come quello di Tarantino, sui "bastardi senza gloria", riesce a coinvolgere; allora, forse, può valere la pena di ripercorrere la storia, quella "vera", della quinta colonna di partigiani dislocata nella Francia occupata dai tedeschi e costituita, per la più parte, dagli sconfitti della Guerra Civile Spagnola. Uomini come José Antonio Alonso Alcalde (il comandante Robert), come Cristino García. Entrambi asturiani.

Il comandante Robert lasciò la Spagna nel 1939 per arruolarsi nell'esercito francese ed andare incontro ad una nuova sconfitta, dalla quale, però, avrebbe iniziato una nuova avventura: quella dei maquis. A partire dal 1942 entra nel "XIV Corpo di Guerriglieri", un'unità che già esisteva in Spagna e che era stata ricreata dagli esuli spagnoli in Francia. Arrestato, a Saint-Etienne, nell'ottobre del 1943, in quanto facente parte di un gruppo di sabotatori polacchi e spagnoli, riesce a fuggire dal campo di Mauthausen. Torna a combattere, con una piccola squadra di sette guerriglieri, nel dipartimento di Ariège, nella regione dei Pirenei. Più tardi, in qualità di comandante di una brigata di 300 uomini, attacca i tedeschi per rifornirsi di armi e crea ben presto una struttura parallela di potere.
«Eravamo del tutto autonomi, non dipendevamo da nessuno. Questo è bene dirlo, adesso che sembra ci siano stati più resistenti che francesi!»
Alonso, cittadino onorario di Foix e Cavaliere della Legion d'Onore, finì la sua "carriera militare" nella sfortunata invasione della Val d'Aran, nel 1944.
«I nostri dirigenti non conoscevano la Spagna. Credevano fosse possibile un movimento come quello che aveva liberato la Francia».

cartaz_comandante_robert

Cristino Garcia Granda, il liberatore dei Tre Dipartimenti(Gard, Lozère e Ardèche).A lui si deve l'incredibile vittoria de La Madeleine, quando 40 guerriglieri, in maggioranza spagnoli, sconfissero un intero reggimento germanico. Nato a Viodo (Gozón) nel mese di giugno 1913, partecipò all'insurrezione del 1934, ma fu durante la Guerra Civileche acquisì le sue capacità militari, prima in un'unità di dinamitardi, poi nella XI divisione Lister e infine, nel XIV Corpo di guerriglieri.
In Francia aveva formato un gruppo che poi si trasformò in quello dei ribelli della Lozère. Insieme a quello di Gard e Ardèche avrebbe poi costituito la 3.a Divisione della Resistenza.
Gli attacchi servivano a sabotare la produzione dei minerali provenienti dalla zona.
Una delle sue azioni fu la liberazione di centinaia di detenuti dal carcere di Nîmes.
Nell'agosto del 1944, gli Alleati sono sin Normandia e il primo esercito francese è appena sbarcato in Provenza. Cristino Garcia copre uno dei fianchi di quest'ultimo. Il suo obiettivo è quello di evitare che le truppe tedesche arrivino ad Anduze (la porta delle Cevennes) e da lì ad Alès.
Perciò si installa in Tornac e La Madeleine, uno stretto passo in cui schiera circa 40 guerriglieri, in maggioranza spagnoli. Fanno saltare in aria un ponte e si dispongono in semicerchio attorno al castello di Tornac ad attendere l'arrivo di una colonna di sessanta camion, tre cannoni e cinque blindati: circa 1.000, 1.500 uomini. Quando i tedeschi trovano il ponte distrutto, tentano di tornare indietro, ma una mina fa saltare la strada, mentre le mitragliatrici spazzano la colonna.
Per un paio di giorni, i tedeschi non sono in grado di lasciare la trappola.
I guerriglieri chiedono loro di arrendersi. Si succedono i negoziati.
Arrivano i cacciabombardieri alleati a martellare la colonna e i tedeschi gettano la spugna. Alla vista del gruppo di uomini cenciosi che li ha sconfitti, il colonnello tedesco, Nietzsche, si cosparge di benzina, si da fuoco e si spara un colpo!
Anche Cristino Garcia parteciperà all'impresa della Valle d'Aran. Poi, nel 1945, dopo la morte, a Madrid, di José Vitini, decide di portare la guerra al cuore del regime franchista, e nel mese di ottobre viene catturato insieme ad altri undici guerriglieri. Verrà fucilato poco dopo.

Mentre questi guerriglieri rendevano la vita impossibile alle truppe tedesche, un altro asturiano, Manuel Fernández Arias, nato nel 1919 vicino a Marentes in Ibias, si giocava la vita nella "Nueve", una delle compagnie della divisione Leclerc, composta
di repubblicani spagnoli, che fu la prima ad entrare a Parigi.
Prima di arrivare alla "Nueve", Fernandez era stato uno degli schiavi di Franco nei battaglioni di lavoro forzato. Si era fatto le ossa nella Legione Straniera che si era unita agli americani per contendere Tunisi al generale Rommel. Fu l'unica vera battaglia della sua vita, con combattimenti corpo a corpo, alla baionetta,lottando casa per casa, e tanti, tanti morti, buona parte dei quali, spagnoli.
Più tardi avrebbe abbandonato la Legione per arruolarsi nelle 2.a Divisione corazzata del generale Leclerc, nelle forze della Francia Libera, che comprendevano il battaglione spagnolo e la "Nueve", guidata dal leggendario capitano Dronne.
Dopo lo sbarco a Omaha Beach, partecipò ai feroci combattimenti di Aleçon ed Ecouché, in Normandía.
La 'Nueve' sarebbe entrata il 24 agosto 1944 a Parigi. Fernandez, ferito quel
giorno, avrebbe dovuto aspettare il giorno successivo per percorrere le strade della Città della Luce.

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