mercoledì 7 ottobre 2009

Un altro mondo



Bernardino de Sahagun - (1499 - 1590)


A ottant'anni il lume dei suoi occhi si fiacca.
Lettera del Consiglio delle Indie al Vicerè. Editto
del Consiglio Supremo dell'Inquisizione agli arcivescovi
di Mexico e Oaxaca. Trattasi di opere miscredenti
e inutili, che distornano dalla fede e la minacciano.
I manoscritti vengono dispersi. La scuola
decade. Il vaiolo stermina gli Indios.

A volte egli stesso si chiede che vita è stata la sua:
quella di un corvo sul campo di battaglia, o quella di un custode.
A stento va decifrando, su copie illegali,
ciò che un tempo i suoi alunni scrivevano e schizzavano.
Gi arcaici segni, rigidi ed estranei. Un altro mondo,
cristallino come un preparato di resina colata.
E le sue labbra articolano a rilento. Legge:

Il presagio
Fu dieci anni prima dello sbarco spagnolo,
fu il primo segno. Come una lingua di fuoco
fu in cielo, come una fiamma, come faville
nel crepuscolo. Ardeva ampia alla base,
aguzza in alto. Ogni sera, per un anno intero.
E quando appariva, s'udiva un gran clamore,
tutti gridavano, tutti si tappavano la bocca
con la mano, tutti atterrivano,
tremavano, attendevano, temevano.

La vita la trascorre domandando. Ammira
le macerie. Le vittime del massacro (provetti filosofi
e astrologi, ineffabili, arguti, eleganti,
esperti in ogni sorta di arte meccanica)
s'ingeggna a renderle loquaci. Tutto ciò
non è che una scienza, rigorosa e novizia.
Metodologia non ne esiste. Il primo è lui.

Inventa l'inchiesta: test e questionari,
interviste, cross-checking, lavoro d'équipe.
I suoi alunni se li addestra da sé: glossari, grammatiche
e regole di trascrizione. Scala anche i vulcani.
Ma non è ciò che vede ad avere valore.
Ai superstiti chiede, agli ultimi Aztechi,
un monte cos'è? Loro dettano, gli altri scrivono:

Il monte
E' una cosa alta, a punta; sopra appuntita,
s'appunta in cima, si innalza eretta;
si fa conica, rotonda; un monte tondo, basso;
con tante rocce, roccioso; erto, fesso, roccioso;
di terra; con alberi; erboso; con erbe; con acque;
arido; dentato; con gole; con caverne;
dentro ci sono gole, blocchi di pietra.
Io salgo, io mi arrampico sul monte. Io vivo
sul monte. Io sono nato sul monte. Nessuno
può diventare monte. Nessuno si tramuta
in un monte. Infine anche il monte si sbriciola.

Nahuatl: ogni cosa ha un gusto diverso, altri colori,
nomi, articolazioni. Dal dio del sole al calbrone:
un altro mondo. (Cosa significa l'espressione
"Un altro mondo"?) Storia universale delle cose
di Nuova Spagna. L'interessa in costoro (e quindi in noialtri)
non certo quel che si può paragonare
ma tutto ciò che egli non comprende.

Una scienza che considera gli esseri umani
come Qualcosa d'Altro. E' questo incomprensibile
che atterrisce e al tempo stesso è l'unica speranza.
Il primo antropologo ha una paura infernale
di quelli che interroga, delle loro (e nostre) vittime,
bugie, idolatrie. Per trecent'anni il suo lavoro
giace proibito e muffo nel buio dell'archivio.

La caverna
Lì si allarga, lì si allarga e sprofonda,
si apre, si restringe. E' un posto stretto,
un posto di ristrettezza. Lì è impervio, scabro.
E' un posto terribile, un posto di morte,
un posto di buio. Lì si rabbuia, si oscura.
La sua bocca è spalancata, la sua gola.
E' una gola vasta, una gola stretta.
Io prendo domicilio nella caverna.
Io entro. Io ci sono. Io sono nella caverna.

Quando approdò, giovanissimo frate questuante,
cappuccio bruno e cordone bianco, a Veracruz,
il bagno di sangue era già stato. Ora tutto giace
in terra sparpagliato e non v'è cosa eretta.
Smantellate le piramidi, devastati gli acquedotti,
è impossibile poggiar piede su terra messicana
senza calpestare degli indigeni i cadaveri.

Il massacro è di "per sé comprensibile".
Va dedotto, nel suo complesso, di tutto punto,
della seconda natura, dell'avidità e lo zelo,
mediati, non vi pare, ci capiamo credo fin troppo bene,
dalla condizione di classe e dall'economia.
Qualora l'espressione "Un altro mondo" significhi qualcosa,
significa un qualcosa che non possiamo dedurre.


H.M. Enzensberger - Mausoleum -

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