venerdì 28 agosto 2009

Un brindisi a Pilluccio!



Questa era la porta della "'ncantina ri Pillucciu", si trovava nel Largo della Graziella, a Siracusa. Nella cantina si beveva vino, spillato dalle botti, e si poteva mangiare il polpo lesso, tenerissimo, le uova sode, le olive.
Ora la 'ncantina non c'è più, le porte sono sbarrate. Il locale è chiuso, da quando Pilluccio, il vecchio proprietario è morto, e nessuno ha continuato il suo lavoro.
Anche perché non ci sono più i pescatori.
Nel locale, oltre alle bevute, si facevano gli affari. Veniva stabilito il prezzo d’ingaggio, si noleggiavano le barche, si compravano e si vendevano. E, soprattutto, il padrone divideva i soldi in ragione del lavoro svolto da ciascuno. Negli anni cinquanta e sessanta il guadagno veniva retribuito secondo la gerarchia dei lavoratori e secondo la loro bravura. Se si guadagnavano 2000 lire, 250 spettavano al garzone, 500 al marinaio, 1000 al proprietario della barca e, se la pesca era stata buona, il resto si divideva fra tutti.
Il padrone riconosceva, inoltre, la somma di cento lire necessaria ad acquistare il cibo da portare a bordo: a bordo si portava però un pezzo di pane e una cipolla, o un pomodoro, e la somma andava alla famiglia.
La distribuzione delle paghe avveniva sempre nelle cantine, come in quella di Pilluccio, perché per consuetudine il padrone offriva un bicchiere di vino e un uovo sodo, alla fine dell’operazione.
La stessa offerta veniva fatta ai portatori della statua di San Sebastiano, copatrono di Siracusa, quando, durante la processione del 20 gennaio, facevano una sosta davanti all’edicola della Madonna delle Grazie, nello stesso Largo della Graziella. I portatori erano scelti tra i lavoratori che facevano parte della Confraternita dei Portuali, una delle più vecchie d’Italia, che aveva il Santo come patrono e lo stipendiava come uno qualunque dei suoi lavoratori. Un incontro tra lavoratori legati al mare e che si concludeva con questa tradizionale offerta da parte di Pilluccio che rendeva il resto della fatica più leggero.

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