lunedì 27 aprile 2009

machiavellica



N.M. (1469 - 1527)

Niccolò Niccolò cinquecentenne fratello
questa corona d'aduste parole ti calco sul duro cranio

Detto tra noi abbiamo ogni motivo d'ammirarti
arido e gretto e roso da teorie

Niccolò maestro dell'andar strisciando
tribolato funzionario d'una sordida repubblica

Stratega, ambasciatore, Signoria Vostra, poliziotto
pagato sempre troppo poco per il tuo gusto da parveni

Modello d'ogni storiografo (se offendo troppo
o con l'esaltare o con l'abbassare le cose)

Come te allora frugano oggi ancora nei loro sozzi cassetti
stipati di soldatini storpi e di muffigni ducati

Da piccolo signorotto adesso vivi a noci a fichi a fave a carne secca
sottratti ai vermi, e t'occupi di calcoli biliari e smercio di legname

E per quanto concerne le tue donne, le hai spennate come pollastre
al sabato sera, e al tuo cervello di sensale parvero beni mobili

Tra i miei pidocchi senza trovare huomo che della servitù mia
si ricordi, e ragrumando per dieci lire devute al giuoco.

Niente paura, Niccolò, noi sappiamo valutare i tuoi meriti
e rammentiamo i tuoi tempi migliori

Ad esempio quell'anno 1502 a Pistoia, chi mai consigliò al capo:
le città destruggere, la terra ardere e li huomini muovere fuora?

E qualora alcuno si opponesse, che lo si mandasse alla forca, al capestro?
Perché alcune punizioni a esemplo sono più tepide che un eccesso di indulgenza

Fu un ottimo anno quello per Mr. Borgia, l'animo suo grande e la sua intenzione alta,
per il suo ghostwriter Niccolò e per la First National City Bank di Firenze

Dopo due lustri la catastrofe, l'ingratitudine mercede del mondo,
a quarantatre anni in pensione con uno stracco podere

Lagrime di autocommiserazione: ché più si diletta
l'ingratitudine nel cor del popul quand'è signore

Incompreso come ogni ingegno superiore, comandante
in una trincea di talpe, girovago delle eterne verità:

Questo è il cerchio nel quale girando
tutte le repubbliche si sono governate e si governano

Testimone: la storia, tuo autoritratto, un groviglio
di saccheggi, spergiuri e folli intrighi

Venuta la sera mi spoglio quella veste piena di fango e loto,
e mi metto panni curiali et entro nelle antiche corti degli antichi huomini

E di notte l'animo lirico: mendici sonetti al gangster di turno
Il vero uomo del Rinascimento in mendaci è tempista

Niccolò Niccolò fior fiore d'Europa, stipato
di ragion di stato e d'una favolosa coscienza

Hai letto nella mente dei tuoi lettori, Napoleone, Franco, Stalin e me,
discepoli tuoi riconoscenti, e meritato ti sei l'encomio

Per le tue spoglie frasi lapidarie, per il tuo coraggio in codardia
la tua impegnativa banalità, e la tua nuova scienza

Niccolò, furfante, poeta, opportunista, classico, carnefice:
tu sei l'Uomo Antico com'è descritto nei libri, e perciò lodo il tuo libro

Niccolò, fratello, questa non te la passo, e per quelle tue menzogne
sì sovente veritiere, per esse maledico la tua mendace mano.

da H.M. ENZENSBERGER - Mausoleum -

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