mercoledì 14 gennaio 2009

Laggiù, in fondo al mondo



Se la gioca con Punta Arenas, Ushuaia, la reputazione di essere la città più a sud del mondo, quasi in odor di Antartide! E' una cittadina di circa 65mila bitanti e adesso, sia in inverno che in estate, è diventata una costosa attrazione turistica, laggiù sulla sua isola in fondo al mondo.
E pensare che è nata da un ... carcere e che furono proprio i detenuti a costruirlo, il carcere, per sfuggire alla morsa gelata delle povere baracche in lamiera dove venivano stipati!
E ancora, i binari su cui viaggiano i treni che portano i turisti, furono stesi sempre dai detenuti.
Ci arrivarono in sessantadue, dentro la stiva, stipata di carbone, di una nave, nel 1911. Fra di loro c'era un certo Simon Radowitzky. Russo, emigrato in Argentina all'età di 14 anni e incarcerato quando aveva diciotto anni. Una bomba da lui lanciata aveva ucciso il colonnello Falcon, il capo della polizia responsabile della morte di otto operai e del ferimento di decine fra uomini donne e bambini durante una manifestazione per il primo Maggio, a Buenos Aires.
Fu sempre ad Ushuaia che il destino di Radowitzky incrociò quello di Pasquale Rispoli, il "Pascualini". L'ultimo pirata della Tierra del Fuego e, con ogni probabilità, l'ultimo ad aver solcato i mari del mondo. Veniva da Torre del Greco e aveva lasciato Napoli quando era morta la madre, inseguendo il padre che aveva mollato tutto e tutti per andarsene in Patagonia.
Sorta di Corto Maltese ante-litteram, venne assoldato dagli anarchici argentini per violare l'inespugnabile Carcel de Reincidentes e portarsi via Radowitzky a bordo del suo indistruttibile Sokolo. Era l'ottobre del 1918, e Radowitzky, con indosso l'uniforme di una guardia carceraria, attraversò il cancello per salire a bordo, subito prima che venisse dato l'allarme.
Giusto il tempo per respirare un po' di libertà, aria pulita su una nave pirata diretta in Uruguay. Solo che nel canale di Beagle vennero intercettati da una nave cilena, e Radowitzky venne ricondotto a Ushuaia.
Poi, la storia, abbellita o meno dalla leggenda, farà il suo corso per entrambi quegli uomini.
Radowitzky sarà scarcerato nel 1930, da un governo preoccupato di evitare disordini politici, e spedito in Uruguay. Non rivedrà mai più l'Argentina. Sarà in Spagna, a combattere. Poi, in Francia, con molti altri, in un campo di concentramento. Riuscirà, da lì, a raggiungere il Messico. Fino al giorno in cui la prigione - gli anni trascorsi in condizioni disumane - non verranno a chiedergli il conto. Nel 1956.
Un anno dopo, nel 1957,a Punta Arenas morirà Pascualin, in tranquillità e agiatezza. Aveva trascorso il resto della sua vita fra leoni di mare da catturare e indios fueghini cui vendere alcol di contrabbando e navi alla deriva da ripulire. Fra le miniere di marmo e le isolette disabitate del canale di Beagle.
Laggiù, in fondo al mondo.

Nessun commento: