sabato 17 gennaio 2009

Ferite Aperte


Il PSOE riabilita Juan Negrìn

Il sedicente partito socialista spagnolo (PSOE), ha ritenuto opportuno reintegrare a titolo postumo qualche disonesto che aveva espulso nel 1946, compresi Alvarez del Vayo e Juan Negrín.
Si riportano alcuni estratti dal libro di Grandizo Munis, "Lezioni di una sconfitta, promessa di vittoria" (1948).
Negrín è noto come il capo del governo repubblicano spagnolo nel 1937-39. Alvarez del Vayo è stato il suo ministro degli affari; Largo Caballero ha scritto di lui: "Egli si diceva socialista ma è stato incondizionatamente al servizio del Partito Comunista Spagnolo".
Per definire la coalizione che si forma dopo la sconfitta del proletariato durante i giorni del maggio 1937, non vi è alcun termine migliore di "governo Negrín-Stalin".

(...) Fin dal primo giorno del governo Negrín-Stalin, il partito di polizia russa controlla tutte gli affari e le agenzie governative, in particolare la polizia, il suo strumento preferito di governo. La maggior parte dei capi della polizia e un numero infinito di agenti vennero accolti all'interno del partito "comunista". I direttori generali del Dipartimento di Polizia erano affiliati o erano suoi strumenti. Tutte le forze di polizia spagnole, sia quelle dipendenti dal governo centrale, che dal governo catalano "autonomo", diventano strumento della Ghepeù. I commissariati e la Direzione Generale della Polizia stessa non erano altro che delle "Cheka" staliniane, con la sola differenza che la localizzazione di queste era conosciuta, e vi erano altre "Cheka" la cui esistenza era nota nei primi mesi del governo-Negrin Stalin solo ad un piccolo numero di persone. Nel corso del tempo, non solo i luoghi in cui la GPU esercitava, ma anche le torture praticate divennero di dominio pubblico. Conosciute a migliaia di lavoratori e rivoluzionari passarono per le prigioni clandestine. (...) Al fine di giudicare correttamente il lavoro del governo Negrín, sia in dettaglio che nel suo significato storico generale, dobbiamo tenere a mente che ha lasciato presto l'apparato repressivo alla polizia russa.

(...) Ecco perché Negrín non può essere considerato dal proletariato spagnolo e mondiale nient'altro che un fantoccio corrotto e manipolato dagli alti funzionari della Ghepeù.

(...) I rivoluzionari conosciuti fatti assassinare sono stati pochi; i rivoluzionari anonimi, molti, un'infinita legione. Dietro ogni nome che è possibile citare ci sono centinaia o migliaia di uomini, in gran parte dimenticati. Nominare Berneri, Barbieri, Martinez (anarchici), Nin e Landau (poumisti), Moulin e Wolf (trotzkisti), tutti uccisi dalla controrivoluzione Stalino-capitalista, significa includere i nomi di migliaia di anonimi rivoluzionari caduti nelle mani della stessa controrivoluzione.

(...) Il governo Negrín-Stalin non aveva obiettivi bellici né motivi per fare la guerra (...) I cosiddetti "Tredici punti Negrín" [Obiettivi di guerra del governo dell'Unione della Repubblica spagnola, 30-04-1938] non menzionano, né da vicino né da lontano, la sconfitta e l'eliminazione dell'esercito nemico. Tutti i punti tacciono sulla guerra civile, sul 19 luglio 1936 e sulle conquiste del proletariato.

(...) Quando Negrín, quasi subito, promulga il decreto di restituzione dei beni agli ex proprietari, si vanta di aver imposto un ordine così severo che nessun altro governo ha fatto negli ultimi cinquanta anni, dimostra che gli interessi che costituiscono la base del suo governo erano compatibili con gli interessi generali difesi da Franco.

(...) Strettamente legato alla controrivoluzione russa, il governo Negrín-Stalin ha trasformato la collaborazione di classe e il Fronte popolare in unità nazionale, l'impotenza riformista di fronte alla rivoluzione in un programma conrorivoluzionario. Ha eliminato ogni traccia di democrazia proletaria e ha trasformato la democrazia borghese per la quale pretendeva di lottare in una dittatura poliziesca ispirata alla Ghepeù, e il suo carattere temporaneo si è fissato in stabilità reazionaria, o ha cercato di farlo. A differenza di un governo Largo Caballero, quello di Negrín-Stalin è già un governo forte, un governo di unità nazionale. Che Negrín abbia avuto o no coscienza di quello che stava facendo, assicurando di mantenere un ordine più perfetto di quanto avessero fatto i governi dei cinquant'anni precedenti (Alfonso XIII, Primo de Rivera, Martinez Anido, e Franco stesso compresi) non importa. I maiali non sanno di puzzare. La cosa importante è che Negrín - che se ne gloria - incarna il ripugnante ordine reazionario, si fa carico di valori caduchi e si muove per creare una base di accordo con Franco e il capitalismo mondiale in generale, compresi Hitler e Mussolini . Alla fine, il governo Negrín-Stalin rappresentava un polo controrivoluzionario, che aspirava a collaborare con i militari, la curia e con i borghesi franchisti - quello che, nella lingua ufficiale, è stato chiamato "la riconciliazione tra gli spagnoli".

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