mercoledì 19 novembre 2008

Vittime e Fiammiferi



"Vittima? La differenza tra un criminale e un fuorilegge è questa, che mentre i criminali sono frequentemente vittime, i fuorilegge non lo sono mai. Anzi, il primo passo per diventare un vero fuorilegge è il rifiuto d'essere vittimizzato.
Tutti coloro che vivono soggetti alle leggi altrui sono vittime. Tutti coloro che infrangono la legge per ingordigia, frustrazione, o vendetta sono vittime. Tutti coloro che sovvertono le leggi per rimpiazzarle con le proprie sono vittime (e qui mi riferisco ai rivoluzionari). Noialtri fuorilegge, invece, viviamo oltre la legge. Non meramente oltre la lettera della legge molti uomini d'affari, gran parte dei politici, e tutti gli sbirri lo fanno noi viviamo oltre lo spirito della legge. Quindi in un certo senso viviamo oltre la società. Se abbiamo uno scopo comune, esso consiste nel voltar le carte riguardo la natura della società. Quando ci riusciamo, incrementiamo con ciò stesso il contenuto d'esilarazione dell'universo. Lo incrementiamo un po' anche quando falliamo.
Vittima? Ho deplorato l'abiezione della guerra nel Vietnam. Ma ciò che ho deplorato altri l'avevano deplorato prima di me. Quando la guerra trasforma intere popolazioni in sonnambuli, i fuorilegge non si alleano alle sveglie. Come i poeti, i fuorilegge riordinano l'incubo. È un lavoro che esalta. Gli anni della guerra sono stati i più splendidi della mia vita. Non rischiavo la pelle per protestare contro una guerra. La rischiavo per divertimento. Per la bellezza!
Adoro la magia della dinamite. Con quale eloquenza sa parlare! Il suo brontolio che echeggia, il suo urto, la sua voce è appena più bassa dell'appassionato gemito della terra stessa. Una ben ritmata serie di detonazioni è come un coro sismico. Nonostante tutto il suo fluente risuonare una bomba pronuncia una sola parola "Sorpresa!" e poi si applaude. Amo le calde mani dell'esplosione. Amo la brezza profumata dal diabolico odore della polvere (così prossimo nel suo effetto all'angelico odore del sesso). Amo il modo con cui l'architettura, sull'impeto della dinamite, si disintegra quasi al rallentatore, sbriciolandosi delicatamente, spogliandosi dei mattoni come fossero piume, gli angoli che si liquefanno, austere facciate che rompono in sorrisi, muri portanti che fan spallucce e chiudono, tonnellate di totalitario cemento che scorrono via in un tsunami turbinoso d'aria. Amo quel preziosissimo frammento di secondo quando i vetri delle finestre si fanno elastici e si rigonfiano come bubble gum prima di scoppiettare. Amo gli edifici pubblici finalmente resi pubblici, le porte che si spalancano ai cittadini, alle creature, all'universo. Caro, entra! Amo lo sbuffo finale di fumo.
Sì, amo i triti miti del fuorilegge. Amo l'istrionico suo romanticismo. Amo il nero vestiario del fuorilegge. Amo la tequila del fuorilegge e i suoi fagioli in scatola. Amo il modo con cui gli uomini dabbene sorridono beffardi e dicono "fuorilegge". Il modo con cui le giovani palpitano e dicono "fuorilegge". La barca del fuorilegge va controcorrente, e mi piace. I fuorilegge si lavano dove si lavano i tassi, e mi piace. Tutti i fuorilegge sono fotogenici, e mi piace. Esistono mappe dei fuorilegge che conducono a tesori fuorilegge, e le amo in modo particolare. Niente affatto disposti ad aspettare che l'umanità migliori, i fuorilegge vivono come se quel giorno fosse già qui, e sopra ogni cosa è questo che mi piace.
Vittima? La sua lettera ha ricordato al Picchio d'essere un Picchio benedetto. Le sue simpatie per la mia solitudine, le mie tensioni e le fastidiose fluttuazioni d'identità trovano un certo riscontro nella realtà e le apprezzo umilmente. Però non s'inganni. Sono l'uomo più felice dell'America. Nei miei taschini di barista tengo ancora, per abitudine, fiammiferi svedesi. Finché ci saranno fiammiferi ci saranno micce. Finché ci saranno micce nessun muro resterà sicuro. Finché ogni muro sarà minacciato, tutt'un mondo potrà accadere. I fuorilegge sono apriscatole nel supermercato della vita."


Da "Natura morta con picchio" (Still Life with Woodpecker) di Tom Robbins, 1980.

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