martedì 19 febbraio 2008

Cinque Canzoni!



Bastano cinque canzoni a fare un disco? Bene, Lou Vargo è convinto di sì ed io, dopo averlo ascoltato, devo dire che sono d'accordo con lui. In un'intervista, racconta come durante una mattina di settembre, seduto al "Merridee's Bakery" a Nashville, sfogliava la sua rubrica telefonica per chiamare chiunque conosceva (e non conosceva) per poter arrivare a incidere un "demo" di tre canzoni da consegnare alle etichette discografiche. Alla fine, un sms a Jack Hale (per vent'anni direttore musicale di Johnny Cash) che, a sua volta,in risposta, chiama Vargo. Entrano in studio e, dopo due giorni, Hale dice: "Lou, facciamo un disco!". Il risultato è "American Disaster", il cui titolo non è un pronunciamento politico! Anche se Lou Vargo nasce a Detroit, il padre un sindacalista operaio e la madre casalinga, e reca nel suo dna tutto l'orgoglio di classe che riesce a far vibrare la sua voce e le sue canzoni. Anche quando canta, come in un una promessa, che "se mai tu dovessi smarrire la tua strada, sappi che puoi sempre camminarmi accanto".

"E' Lou Vargo...l'aspetto, la persona, la canzone, la voce, la chitarra. E' il personaggio. Si sveglia e va a dormire, essendo questa persona...è qualcosa che si ha o non si ha...assai difficile da contraffare in questi giorni e in questo tempo soprattutto in questo genere di musica. Pensa a Bob Dylan, Johnny Cash, Neil Young, Willie Nelson, Kris Kristofferson...quando li ascolti, li vedi, leggi qualcosa su di loro - ogni cosa si allinea, va al suo posto...io lo chiamo il fattore credibilità."

Solo cinque, canzoni, maledizione, solo cinque! I suoni texani mischiati alla brutale onestà della canzone del midwest, ecco il disco di Lou Vargo, che è tutt'altro che ...un disastro. Cinque canzoni, da "Believe", che apre il disco, a "Lay me Down" che lo chiude. E in mezzo "Footsteps", "Gone too Long" e, soprattutto, "Black Eyed Jane" che, da sola, vale tutto il disco.
Bastano cinque canzoni, a fare un disco!

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