giovedì 10 maggio 2007



Questa cosa l'ho scritta tempo fa, su una mailing list.
Una mailing list è un po' come una chitarra. E' una cosa inanimata che prende vita grazie alle dita di qualcuno. E se ne può trarre qualsiasi cosa. Suoni strazianti o affascinanti melodie. La mailing non ne ha colpa, o merito. Sta lì, e aspetta di essere ... suonata! Poi ci sono quelli che vorrebbero metterla in una bella teca, per appiccicarci sopra qualche annuncio, magari ufficiale, magari solo di qualche fondazione che non sto a rammentare!



Da qualche parte, Venerdì 29 Dicembre 2000

Buonasera,
scusate se mi rivolgo a voi, ma proprio non sapevo a chi altri avrei
potuto scrivere queste mie povere righe. Si dice in giro che da queste
parti ci abita gente che coltiva un grande amore per quella persona
speciale che di tanto in tanto mi prendeva fra le braccia e mi lasciava
parlare. Una volta ha scritto anche che gli piaceva pensare che dove
finivano le sue dita cominciassi io, oppure un'altra come me; che è lo stesso!
Non sono brava a scrivere. Anzi, non è che poi sia brava in molte cose.
Diciamo che sono brava a "farmi suonare", ed anche quello, a ben vedere,
non è che sia proprio merito mio. Sì, qualcuno dice che ho un bel suono; ma
credo, onestamente, che se non fosse stato per quel signore dalle lunghe
dita delicate, di me non si sarebbe accorto proprio nessuno! Né io sarei
qui a cercare di comunicare con voi.
Bisogna che vi dica alcune cose: ce l'ho nelle corde!
Innanzitutto non sono affatto quella che credete, quella che si vuol far
credere che io sia. Fra quel signore e me non c'era affatto un rapporto
monogamico. "Mutatis mutandis", possiamo dire che ero la preferita. In un
harem di concubine. Niente di più, niente di meno. Certo l'amavo. Questo è
sicuro. Ma, se devo essere sincera, devo dire che amavo più la sua voce,
che sapeva farmi vibrare all'unisono, di quanto amassi le sue mani che pure
sapevano muoversi con maestria sul mio unico braccio. E la cosa va ad onore
della voce, non certo a disdoro delle mani!
Ora ho saputo che sono stata messa all'asta. Ho saputo che esiste gente
disposta a sborsare un cifra che s'aggira intorno ai quaranta milioni! C'è
chi mi vuole per potermi appendere come un trofeo - una testa di cinghiale! - alla
parete del salotto di casa sua. Altri mi vorrebbero per chiudermi fra due
pareti di vetro, in uno stretto fondo di via del campo, ricolmo di effigi
di quel signore cui è intitolato questo spazio che mi sono permessa di
invadere. A dirla tutta, non mi pare che, comunque, mi aspetti un bel
destino! Se posso dire la mia, da strumento qual sono, non mi piace! Mi
verrebbe voglia di strapparmi tutte le corde, all'idea!
In fondo sono solo una chitarra, e sono nata per essere suonata. E non ho
avuto in sorte di essere la chitarra - chessoio - di mauro lusini (quello
che "non vivrei, senza questa mia chitarra non vivrei...."), e il signore
che mi suonava, di tanto in tanto, ha sempre ritenuto che io fossi nata per
essere suonata. Finchè mi restavan corde!
Ora lui non mi può più suonare. E' un fatto! Ma credo, per quella
conoscenza che ho avuto di lui, attraverso le sue dita, che avrebbe
preferito che fossi data in regalo ad un ragazzino brufoloso che, forse,
avrebbe potuto imparare a muoversi sui mie tasti, piuttosto che essere
infilzata con uno spillone per farmi esporre, come simulacro, in quella
caricatura di museo, come un investimento per far entrare soldi nelle
tasche di quel simpatico maneggione che lo gestisce!
Ho poco altro da aggiungere. So già che il mio destino è segnato e,
difficilmente, verrò ancora suonata da qualcuno, con amore.
Solo una mesta riflessione, alla fine di questa mia unica "opera" fatta
solo di parole: Il cantore è morto! Ucciso (tutti moriamo uccisi, in
qualche modo!). La strada gliel'hanno intitolata! La "sua" chitarra sta per
essere messa in un "museo". Quando anche le sue canzoni saranno prese e
attaccate con un spillo al passato, voi tutti sarete ancora più poveri e
soli e derelitti!

con affetto

la chitarra di fabrizio de andré

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