mercoledì 11 aprile 2007

Visioni



Leggo sul Blog Galileo che "ll Ministero della Difesa inglese ha pubblicato un rapporto (consultabile qui) in cui sono delineati gli scenari probabili per il mondo che verrà fra trent'anni, e le minacce future che le istituzioni dovranno fronteggiare."

Si può leggere, fra gli altri scenari, che:

"I ceti medi potrebbero diventare una classe rivoluzionaria, assumendo il ruolo immaginato per il proletariato da Marx. La globalizzazione del mercato del lavoro e la riduzione dei livelli di protezione sociale e dell'occupazione potrebbero ridurre l'affezione delle persone per determinate condizioni. Il crescente divario tra loro e un piccolo numero di super-ricchi molto visibili potrebbe alimentare la disillusione nei confronti della meritocrazia, mentre le sempre più ampie classi subalterne urbane costituiranno probabilmente una minaccia sempre maggiore all'ordine e alla stabilità sociale, con l'aumento del peso del debito contratto e la fine del sistema pensionistico. Di fronte a queste due prospettive congiunte, le classi medie potrebbero unirsi, utilizzando l'accesso alla conoscenza, alle risorse e alle competenze per modificare i processi transnazionali nel loro interesse di classe".

Singolare come tutto questo assomigli a "Millennium People" di James Graham Ballard!


1 commento:

Anonimo ha detto...

I ceti medi hanno fatto e faranno ancora le rivoluzioni. E' inevitabile. La conoscenza porta a nuovi bisogni da soddisfare e a nuovi ideali da realizzare. In un modo o nell'altro. Niente guerre nè rivolte di piazza se non in misura poco più che folkloristica ma una forte spinta al cambiamento che deriva dalla certezza di essere dalla parte del diritto. I nuovi poveri sono colti e raffinati e non intendono rinunciare alla loro parte di benessere. La borghesia che arretra verso la povertà fa molto più rumore ed è molto più organizzata del proletariato che vorrebbe avanzare verso la ricchezza. Per ora...


Mauro