mercoledì 18 aprile 2007

Le armi della felicità e la felicità delle armi



Il diritto di portare armi è il diritto di essere liberi. Così recita un emendamento alla costituzione americana, quella stessa costituzione che sottolinea, fra le altre cose, il diritto...alla felicità! Ne ha avuto di conseguenze, questo emendamento! E non sto parlando dell'associazione che fino a poco tempo fa era presieduta da Charlton Heston (magari "Ben Hur" sognava un Jesus Christ Superstar, armato di Uzi). Sto parlando, ad esempio, dello splendido ciclo di fantascienza de "I mercanti d'armi di Isher" di Alfred Van Vogt. Sto parlando, ad esempio, dell'utilizzo che, dell'emendamento, ne fece - a suo tempo - il Black Panther Party, facendo girare i propri militanti armati di fucili a pompa. Non so perché (oppure, forse, lo so benissimo, ma non importa) ma sono queste le cose cui penso quando, a fronte di un avvenimento, come quello di ieri, che ha portato alla morte di 33 persone in un campus americano, si comincia ad invocare l'intervento dello stato americano perché vanifichi l'emendamento sulle armi, allineando così gli Stati Uniti al resto del "mondo democratico", circa le modalità di armarsi. C'è anche da dire, ad onor del vero, che alcuni stati americani hanno già provveduto in tal senso. Non so se quell'emendamento sia stato pensato, o abbia dimostrato di essere un numero sufficiente di volte, come un argine al monopolio della violenza, e delle armi, da parte dello stato - potrebbe anch'essere, i padri fondatori in fondo erano un po' dei burloni - ma mi piace immaginarlo.

2 commenti:

lucharoja ha detto...

l'emendamento della costituzione americana probabilmente, come tu stesso accennavi qualche giorno fa, risente anche di una buona dose di endemico liberismo, ed a questo conduce, anche.
però non può che colpire la sua presenza, quando si pensa a ciò che è stato il fondamento dello stato moderno: il monopolio della violenza.
personalmente credo penso che anche questo particolare approccio sia funzionale, nella maggior parte dei casi, al mantenimento del sistema e del sistema-stato.
questo nel momento in cui ogni "privato", si trasforma nel proprio "pubblico ufficiale", autonomo e libero, sì... di difendere il proprio "orto"!

fondamentalmente ed imprescindibilmente, il problema rimane sempre e comunque l'esistenza di un "orto", solo di conseguenza la sua difesa, statale o privata che sia.

in ogni caso, anche a me dà particolare soddisfazione che l'emendamento della costituzione di uno stato (stati) possa essergli stato e possa ancora, volendo, essergli ritorto contro! ;-)

e.

BlackBlog francosenia ha detto...

Non so, ma credo che la cosa attenga - oltre che ad un problema di libertà, suscettibile di virare al "liberismo" - anche, e forse soprattutto, ad un problema di ... uguaglianza. Quella per cui..." il reverendo COLT avrebbe reso tutti gli uomini uguali"! :-)

salud