mercoledì 14 febbraio 2007

provarci ancora una volta



Ho avuto la fortuna di poterlo ascoltare, e vedere, suonare dal vivo al teatro-tenda di Firenze, alla fine degli anni settanta, quando ancora in questa città era dato di poter ascoltare musica! Lo conoscevo già da qualche anno, fin dai tempi dei primi dischi del suo amico, e sodale, Jerry Jeff Walker, che gli aveva dedicato anche una bella canzone. "David and me".
Chitarrista dotato di grande tecnica e fine musicologo, i suoi dischi compongono una collana di valore inestimabile. Dal primo, "David Bromberg", all'ultimo (ora penultimo!), "Sideman Serenade", uscito 17 anni fa. E così, a 17 anni da quel disco, e all'età di 61 anni ha deciso di provarci ancora, nonostante i propositi espressi da tempo, e ha registrato questo capolavoro fatto solo di voce e chitarra e di un pugno di canzoni. "Try me one more time", è la richiesta che fa ad un pubblico che non può averlo dimenticato. E "Try me one more time" è la canzone che apre le danze, e dà il titolo al disco. L'unica "quasi" scritta da lui, perché è la riscrittura di un pezzo di Marshall Owens, registrato nel 1931, che bromberg ha conservato nel cassetto per quasi trent'anni. Poi Robert Johnson ("Kind Hearted Woman") e Dylan ("It takes a lot to laugh, it takes a train to cry"). Ma anche il reverendo Gary Davis ed Elizabeth Cotton, fino a Blind Willie McTell ed i "New Lost City Ramblers" con le note senza tempo di "East Virginia" ed il blues di "Windin' Boy". Un disco perfetto nella sua essenzialità, sorretto da una perizia chitarristica senza pari. Quella di David Bromberg. E da tanta anima, tanta cultura, tanta intelligenza e talento, e, soprattutto, da tanto, tanto cuore ed amore.

Nessun commento: