mercoledì 8 novembre 2006

Assenze e Tradimenti



Già. Perchè De Andrè non parla di Giuda ne "la buona novella"? Anche facendo a meno dell'apporto di Vecchioni, che in "Giuda". per l'appunto, canta - "...ma il primo a uccidersi, per farti re, è stato quello che non salverai". E poi aggiunge qualcosa tipo -"ti serviva un uomo da usare e gettar via, appeso ai vostri buoni 'così sia' ".
Bella figura tragica, Giuda! Uno dei nodi irrisolti del "verbo divino", insieme a Caino, per usare un eufemismo. Fortunatamente che ci viene in aiuto Prevert. L'autore delle "foglie morte" non può fare a meno di chiedersi, in una sua divertente poesia, come abbia fatto Giuda a tradire Cristo, indicandolo, con un bacio, a delle persone che, peraltro, lo conoscevano già benissimo. E tutto quel sapere in anticipo che l'avrebbe tradito... Depone a favore o contro il libero arbitrio? Rimane il fatto che Giuda, ne "la buona novella" non c'è. Non c'è il tradimento. E curiosamente la parola "tradimento" ha la stessa radice della parola "tradizione". Ed, infatti, entrambi i termini si riferiscono al "consegnare". Il latino "tradere" (trans più dare) cambia la "e" in "i" diventa "tradire" ed ecco che abbiamo Giuda che CONSEGNA Gesù. Fabrizio De André, ma non solo. Viene da pensare anche a Bob Dylan. Dylan e la tradizione (la canzone folk degli hobos, di woody guthrie), Dylan e il tradimento (quando si presentò ad un festival folk armato di chitarra elettrica, accolto con l'epiteto di Giuda a cui risponde testualmente dicendo - "sei un bugiardo, non ti credo!"). E il cerchio quasi si chiude. Il tradimento, come la tradizione, è solo .... una bugia. De André, dopo un brevissimo periodo "modugnesco", tradisce da quasi subito. Parte immediatamente da tutta una serie di "tradizioni" più o meno inventate. E le modella, rendendole altre. Tradendole. Solo successivamente arriva, con "Creuza de ma" alla "tradizione". Ma è una tradizione la cui "consegna" si consuma, anch'essa, all'ombra del tradimento. Anche tralasciando la questione se il dialetto sia "vero" o "inventato". La radice del suono è la stessa. Che sia musica popolare (quella delle proprie radici, della propria terra, cantata nel proprio idioma) o che sia musica etnica (la musica popolare degli altri). La melodia è propria dell'uomo. Lo ha dimostrato, in maniera eccellente, John Trudell, nel suo disco "Blue Indians", dove il blues afroamericano convive con i canti sacri dei sioux. E così, alla fine, i "tradimenti" creano nuove "tradizioni".

1 commento:

Anonimo ha detto...

Beh, per non parlare delle trad-uzioni di de andre': le poche che riescono a tradire davvero, sia che s'inventino una geografia fasulla portando - ad esempio - Durango in Campania, sia che sembrino letterali scopiazzature dell'originale, come in via della povertà ;-)

Albe'.