mercoledì 30 agosto 2006

arbeit macht frei



"Il lavoro rende liberi". E' lo slogan scelto da Tommaso Coletti, presidente della Provincia di Chieti ed esponente della "margherita", per i depliant e le inserzioni pubblicitarie della Provincia che promuovono i Centri per l'impiego.
"Il lavoro rende liberi - scrive Coletti nella pubblicità - Non ricordo dove lessi questa frase ma fu una di quelle citazioni che ti fulminano all'istante perché raccontano un'immensa verità". Secondo il presidente, senatore della Margherita nella scorsa legislatura, il messaggio non è di cattivo gusto perché "le parole hanno un significato in senso assoluto e non in relazione a chi le adopera".

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Franco, leggi allora quale simpatica moda di autoflagellazione si sta diffondendo nel mio settore lavorativo, vale a dire quello della programmazione.
Tratto da un blog:

"In due parole un Pomodoro è un timer (meglio se da cucina ed a forma di pomodoro) che si carica a 25 minuti durante i quali si sviluppa senza alcuna interruzione (no telefono, no email, no messenger, no musica); al driiin si ricarica su 5 minuti durante i quali si fa ciò che si vuole (si telefona, si leggono le email, si messaggia, si ascoltano i Guns, si chiacchiera). Ogni due ore si fa una pausa più lunga (15 minuti). Al termine di ogni pomodoro o a metà giornata si traccia quanto fatto sul proprio sistema di tracking preferito (attualmente per me è Excel con grafici committed/estimated e altre metriche)."

Della serie "tomato macht frei" :(

Ciao

Max

BlackBlog francosenia ha detto...

Simpatico, il pomodoro! Però, per cominciare, si dovrebbe passare al ... cocomero!
Cinque minuti, e venticinque di pausa. E così via. :-)

salud

Elisabetta Lelli ha detto...

Ragionando con la testa di chi non ha fatto tesoro della cultura, ma scempio, non si dovrebbe ascoltare Die Walkure di Wagner (Hitler, prima dei suoi discorsi, si faceva annunciare con la Cavalcata delle Valchirie)...
Non si dovrebbe studiare Johann Gottlieb Fichte, per i suoi Discorsi alla nazione tedesca (il pensiero di Fichte è stato frainteso dal pangermanesimo e da Hitler), ne' si dovrebbe leggere, oppure citare Friedrich Nietzsche, per aver radicalizzato il concetto di "plus man" di Emerson, ne' si dovrebbe leggere ed amare D'Annunzio...
Il lavoro rende liberi.
E non lo scrivo come citazione, quindi tra le "virgolette", poiché quest'affermazione contiene in assoluto una grande e umanissima verità, sebbene essa sia stata disonorata da un branco di unni pazzi.
Per quanto concerne il signor Tommaso Coletti e il suo slogan posso affermare, senza timore alcuno, che, con quegli unni di cui sopra, non c'entra.
E' assolutamente distinto.
Appunto.
Grazie.
Elisabetta Lelli - Spinetoli (AP)

BlackBlog francosenia ha detto...

Mi permetto di suggerire al suo ufficio stampa - invero un po' lento - altri tre slogan(s) che il signor Coletto potrebbe utilizzare:
La guerra è pace.
La libertà è schiavitù.
L'ignoranza è forza.

la saluto con il rispetto che ella merita.

franco

Elisabetta Lelli ha detto...

Caro Franco,
il suo commento aggiunge intelligenza e sagacia al suo blog, già bello di per sé.
Ho sorriso, nel leggerlo.
E mi procura (sempre) enorme piacere "conoscere" persone come lei.
Certo è che, in un mondo socialmente tanto a soqquadro, in cui "ogni cosa va all'indietro", come afferma Mozart in Amadeus, è bello trovare brillantezza di pensiero, ove, anche grattando la patina, se ne trova ancora.
E' bello e confortante.
Grazie di cuore.
Elisabetta

Elisabetta Lelli ha detto...

Caro Franco,
il suo commento aggiunge intelligenza e sagacia al suo blog, già bello di per sé.
Ho sorriso, nel leggerlo.
E mi procura (sempre) enorme piacere "conoscere" persone come lei.
Certo è che, in un mondo socialmente tanto a soqquadro, in cui "ogni cosa va all'indietro", come afferma Mozart in Amadeus, è bello trovare brillantezza di pensiero, ove, anche grattando la patina, se ne trova ancora.
E' bello e confortante.
Grazie di cuore.
Elisabetta