lunedì 3 luglio 2006

Blue Wing



Non mi piacciono gli “affetti tristi”. E non vorrei mai comunicarli. Ecco, ora questa canzone – che è, a mio avviso, non meno che bellissima – non è triste, anche se racconta una storia triste. Una di quelle storie che parlano di quelle persone, rispetto alle quali ti senti fortunato, mentre sei al caldo e al sicuro della tua casa. Chissà quante di quelle persone hanno storie come questa, da raccontare. Ala Blu è un nativo americano, uno di quelli cui hanno portato via tutto, tranne un tatuaggio sulla spalla e un sogno da raccontare sulle parole di una canzone dal sapore antico.
Ho detto storia? Buffo, anche perché se si vanno a leggere e riascoltare le parole, ci si accorge come nella canzone prevalgano i luoghi. Alaska, Walla Walla, Seattle....... Di modo che queste canzoni sembrano inscriversi più nella geografia che nella storia! E ci sarà pure un motivo. Forse la storia è rigida, è fissa. Mentre la geografia ci permette di muoverci, di ....diventare.
Si ascolta e si diventa Ala Blu, in qualche modo. O meglio, “ci incontriamo” con Ala Blu.
Da un'altra parte rispetto a quello che è lui e a quello che siamo noi. Credo che sia questo il compito che ha da svolgere una canzone, un libro, un film, un quadro. Niente da comprendere, niente da interpretare. Solo un “andare verso”. Un incontrarsi. Come fra le persone. Dove quello che ci si scambia è qualcosa che si trova fra i due, fuori di essi. Incontrare significa trovare, catturare, rubare. Il contrario di plagiare, copiare, imitare o simulare.

Blue Wing ( Tom Russell)


C'era un'ala blu tatuata sulla sua spalla
Non so se fosse l'ala di un qualche uccello blu
Però quando era ubriaco fatto cominciava a parlare dell'Alaska
Della pesca al salmone e degli anni intorno al 1945.

Diceva di esserselo fatto, quel tatuaggio, a Walla Walla
Quando stava in cella insieme a Little Willy John
E Willy una volta era stato un grande cantante di blues
E l'alato willy gli aveva scritto una canzone, Che diceva...

“E' scuro qua dentro; non si vede il cielo
Ma guardo la mia ala blu e chiudo i miei occhi
E volo via, al di là di queste mura
Sopra le nuvole dove non scende mai la pioggia sui sogni di un pover'uomo.”

Lo misero fuori sulla parola nell'agosto del 1963
Se ne andò verso nord a raccogliere mele dalle parti di Wenatchee
Poi l'inverno alla fine lo sorprese mentre lavorava in un luna park
nella parte sud di Seattle, là dove i giorni scorrono grigi e scuri.

E si ubriacava e sognava di quando i salmoni nuotavano liberi
E i padri dei suoi padri attraversarono l'antico tempestoso mare di Bering
E la terra apparteneva a ciascuno e c'erano ancora antiche canzoni da cantare
Ora tutto quello che rimane è un motel da quattro soldi e un'ala tatuata in prigione.

Così lui finì di bersi la sua vita a Los Angeles;
E fu laggiù che morì
E non c'era nessuno che conoscesse il suo nome di battesimo e non c'era nessuno a piangerlo.
Ma io sognai che c'era stato un funerale;
un predicatore e una cassa di pino a buon mercato.
E a metà della funzione, Ala Blu cominciò a parlare. Egli disse...

“E' scuro qua dentro; non si vede il cielo
Ma guardo la mia ala blu e chiudo i miei occhi
E volo via, al di là di queste mura
Sopra le nuvole dove non scende mai la pioggia sui sogni di un pover'uomo.”

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