lunedì 22 aprile 2024

Lucertole ipotetiche…

Dalla fantascienza all’horror, passando per il fantastico e la satira pungente, Alan Moore si destreggia sapientemente tra generi, stili e registri diversi, per dipingere quadri rischiarati da illuminazioni folgoranti, squarci di una realtà solo apparentemente inverosimile, che spesso riesce a superare anche le fantasie più sfrenate. Così due amanti improbabili si innamorano con conseguenze terribili in un lupanare frequentato da stregoni; il racconto dell’origine dell’universo rivela un esito catastrofico; gli spiriti esigono vendetta e i personaggi dei fumetti tormentano gli uomini in carne e ossa che li hanno creati, disegnati e resi celebri in ogni parte del pianeta.
In questa sua prima serie di racconti, che abbraccia quarant’anni di lavoro e contiene numerosi inediti, Alan Moore presenta nove storie piene di meraviglia e stranezze, ognuna delle quali ci inabissa nei risvolti fantastici della realtà, con personaggi indimenticabili alla scoperta dei lati inesplorati dell’esistenza.

(dal risvolto di copertina di: Alan Moore, "Illuminations. I racconti fantastici". Fanucci, traduzione di Tessa Bernardi, pagg. 464, €17)

Guardatevi le spalle dai fantasmi
- di Chiara Valerio -

«Sei un santo, secondo te?». «Sai che non ci avevo mai pensato? Ma adesso non saprei dirti. Le visioni dei santi non sono pieni di angeli e agnelli? Le mie sono popolate di orride creature che ringhiano dai tronchi degli alberi, e gli stagni che superiamo pullulano di bestie lucenti cone vesciche, o di larve viscide e panciute, o di resti porosi di chele di granchio, solo con tanti occhi pieni di odio. Quelle masse laggiù, che immagino siano solo nuove invernali, ai mei occhi sono enormi palle di vermi attorcicgliati, grosse come città nel cielo spoglio. Si contorcono, annodandosi e disfacendosi di continuo, i corpi ciechi tozzi come torrette, grassi e lunghi, grigio-rosa, con un lucore umido sui fianchi. I colori che vedo ti farebbero accapponare la pelle, più intricati di un guscio di lumaca.. Non peso di essere un santo, ma non trovo altra spiegazione per il fulgente terrore che osservo in ogni cosa».

"Illuminations" è una raccolta di racconti fantastici scritti negli ultimi 35 anni da Alan Moore, fumettista e scrittore, autore di Watchman e di V per Vendetta. L'editore per l'Italia è Fanucci, la traduttrice è Tessa Bernardi. In realtà, quasi tutti sono stati scritti negli ultimi tre anni ma "La lucertola ipotetica" che apre la raccolta è del 1987. I racconti, lontani per geografia e cronologia, sono tutti però accomunati da una certa critica al capitalismo, sotto forma sia di consumo di oggetti che di consumo di concetti, una descrizione dell'ascesa dei populismo, insistono sulla decostruzione della figura dell'eroe e del supereroe e giocano coi classici del gotico, dai fantasmi ai ritornanti, dai maledetti agli stregoni. D'altronde, il primo ringraziamento è a Edgar Allan Poe che si è inventato il genere. Sono racconti, questi di Moore, dove i fluidi corporei abbondano - sperma e vomito - e dove succede di trovarsi a tavola con qualcuno che è morto - ucciso per mano propria o altrui - e che i commensali o gli avventori non se ne rendano conto. Anche questi racconti, come altri scritti in vari media di Moore, mescolano orrore e commedia, motivo per cui non si ha mai veramente paura, ma sempre ci si ritrova inquieti, perturbati, turbati e ci si guarda alle spalle come se dovesse esserci non solo la parete della stanza nella quale si sta leggendo, ma un mondo intero, vasto, largo e pieno di doppifondi. A partire dal doppiofondo rappresentato da noi stessi.

Parlerò del "La lucertola ipotetica" perché, nonostante sia un racconto che riporta, in qualche modo strano e sbilenco, alle maledizioni e alle preveggenze (quasi sempre iettatorie, penso a "La zampa della scimmia") nei racconti di W. W. Jacobs (e anche fuori dalle righe di WWJ), rivela come funziona la letteratura. E assodato questo, si capirà di conseguenza perché è impellente leggere anche gli altri racconti di Moore scritti più recentemente. Tutti questi racconti che parlano di passato ricordano il presente e il futuro, o, per dirla rimanendo nell'ambito semantico di Illuminations, questi racconti si avverano. «Vivendo all'interno di un serraglio tanto esotico, dove attraverso il contatto quotidiano la singolarità si riduceva a consuetudine, a Som Som era stata concessa una certa obiettività. Estranea a discriminazioni o favoritismi di sorta, passava gran parte delle sue giornate a osservare le rarità viventi che la circondavano, chiedendosi chi tra loro le avrebbe permesso di intuire a che cosa era destinata a diventare».

"La lucertola ipotetica" racconta la storia di quello che nel 1987 si sarebbe detto un delitto nel mondo dei travestiti o degli omossessuali e che invece oggi chiameremmo una vendetta queer - fidandoci dell'uso che ne fa Virginia Woolf nel racconto "Momenti di essere. Gli spilli di Slater sono spuntati” – e segnala una deviazione dalla norma in un qualche senso vario e variopinto, secco ma pure umido (e bisogna sempre fidarsi di Woolf), un po' perché la casa senza orologi, che è il luogo dove la vicenda si consuma nell'arco di venti anni, raccoglie, accoglie e segrega i prodigi della natura. Som Som è l'amante degli stregoni che dunque deve essere la sposa del silenzio, e a tal fine, grazie a un piccolo innocuo verme disseccato, gli emisferi destro e sinistro non comunicano. Rawra Chin e Foral Yatt sono i due amanti, lei fasciata di bande cremisi e con lunghi capelli  ha sesso d'uomo, l'altro, testa rasata e senza orpelli è l'uomo la cui voce incanta e seduce qualsiasi essere. Sono innamorati, vivono dietro la porta gialla. Della prima nessuno capisce quale sia la sua devianza e dunque il suo fascino, del secondo tutti e tutte invece capiscono. Solo che lei lo lascia, lui minaccia di uccidersi ma non si uccide. Lei, Rawra Chin, che uscita dalla casa senza orologi è andata nel mondo e il mondo l'ha amata e idolatrata, torna da dove è partita, perché ama Foral Yatt. Per regalo gli porta una biglia di rame nella quale, si dice, vive una lucertola capace di abbassare il battito del suo cuore tanto che per decenni quel cuore rimanga silente. La vendetta di Forla Yatt, che non svelo, è tale da rendere evidente quanto le relazioni tra le persone, e la loro degenerazione, dipendano dall'identità o dal genere o dal sesso di chi quella relazione ha stabilito, assai meno che da un contesto. Curare il contesto è il modo più sicuro per lenire sentimenti come vendetta, rancore e risentimento. «Il suo occhio avrebbe visto, ma le sue labbra non l'avrebbero mai saputo».

- Chiara Valerio - Pubblicato su Robinson del 5/11/2023 -

domenica 21 aprile 2024

Anche l’Information Tecnology va a sbattere…

Intelligenza Artificiale: sempre più fame, sempre più sete
- di Tomasz Konicz -

Quanta energia consumano effettivamente i diversi sistemi di intelligenza artificiale (IA)? Quelli che oggi sono in forte espansione - in particolare quei modelli linguistici di grandi dimensioni come "Chat GPT" o "Gemini" (ex Bard) - e hanno già centinaia di milioni di utenti. Sebbene sia ormai ben noto che il fabbisogno di risorse da parte dell'industria IT stia aumentando enormemente, sempre più a causa del boom dell'intelligenza artificiale, e malgrado Chat GPT & Co. abbiano già un’«oscena» fame di energia - come ha scritto la rivista statunitense "New Yorker" - al momento rimane tuttavia piuttosto difficile poterlo determinare con maggiore precisione, dal momento che le aziende che stanno dietro le reti neurali artificiali, semplicemente non forniscono alcuna informazione sull’entità del loro consumo di elettricità e di acqua. Su questo, "Google", "Meta", "Microsoft" e "Open AI" continuano a mantenere un basso profilo.

Lo scorso febbraio, alla richiesta fatta loro, dalla rivista "The Verge", di commentare questa situazione, ha risposto solo Microsoft, affermando di stare sviluppando delle «metodologie per riuscire a quantificare il consumo energetico», e di star lavorando in modo da migliorare l'efficienza dei grandi sistemi. Open AI e Meta, invece, non hanno reagito per niente. Così come non hanno reagito neanche gli altri titani dell'era di Internet, impegnati in questa nuova corsa all'oro. Dal punto di vista giuridico, l'industria opera ancora in una quella che appare come una zona grigia, simile a quella in cui - in assenza di normative legali - tutta l'intera Internet è già stata effettivamente scansionata, al fine di porre in atto un accumulo di dati per poter così addestrare i loro sistemi di IA su tutto quello che è  il materiale protetto da copyright. Nell'Unione Europea, i requisiti legali per determinare il consumo di risorse entreranno in vigore solo all'inizio del 2026, nell'ambito della cosiddetta "Legge sull'IA" europea. Mentre negli Stati Uniti, un disegno di legge assai simile - in cui si richiede alle aziende di Intelligenza Artificiale di rendere noto e divulgare a quanto corrisponderebbe il «consumo di energia, il consumo di risorse e quello degli altri impatti» che le loro reti neurali hanno durante il «ciclo di vita del sistema» -  è stato presentato al Congresso solo nel gennaio di quest'anno. Ma da momento che l'industria rimane in silenzio, ecco che ci si affida a stime e ricerche esterne.

Secondo gli studi svolti nel 2022, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono state responsabili dal 2,1% al 3,9% delle emissioni globali di gas serra; cosa che equivale all'incirca alle emissioni di tutti i viaggi aerei. A questo si aggiunge la domanda di elettricità dei sistemi di intelligenza artificiale, che entro il 2027 dovrebbe salire fino a 134 terawatt l'ora; il che equivale all'incirca al consumo dei Paesi Bassi. All'inizio di quest'anno, l'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA) ha pubblicato le sue stime sul consumo energetico delle industrie delle cripto-valute e dell'intelligenza artificiale, che nel 2022, tutte insieme, hanno rappresentato circa il 2% del consumo energetico globale; una quota, questa, che entro il 2026 dovrebbe raddoppiare. Inoltre, anche per raffreddare i data center si rende necessario un elevato consumo di acqua. Si prevede pertanto che entro il 2027 il consumo annuale di acqua delle reti neurali aumenterà fino a 6,6 miliardi di metri cubi, eguagliando il prelievo di acqua della Danimarca. Per esempio, nel corso di una "conversazione" con GPT-3, nella quale viene risposto a 10-50 domande, evapora circa mezzo litro d'acqua. Va detto, come promemoria, che ci sono circa due miliardi di persone, in tutto il mondo, che non hanno accesso regolare all'acqua potabile pulita, e che 771 milioni di persone sulla Terra non riescono a soddisfare in modo affidabile nemmeno i loro bisogni di base. Per addestrare il GPT-3 di Microsoft - con i suoi 175 miliardi di neuroni artificiali, per ogni nuovo compito, e utilizzando enormi quantità di dati - per il raffreddamento, devono evaporare fino a 700.000 litri di acqua . A ogni singola "sessione di formazione" di questo tipo, il consumo di elettricità equivale a quello che è il consumo annuale di 130 famiglie statunitensi.

La fase di apprendimento dei modelli linguistici di grandi dimensioni, dev'essere considerata particolarmente dispendiosa dal punto di vista energetico, ma lo sono anche le operazioni quotidiane, come ad esempio quelle per le query [N.d.t.:un insieme di parole chiave (keywords) con cui un utente esprime un'intenzione di ricerca sul Web (chiamata tecnicamente search intent) attraverso l'uso di un motore di ricerca] che sono caratterizzate da un elevato dispendio computazionale ed energetico. Una semplice query di ricerca, che corrisponde a un modello linguistico di grandi dimensioni, consuma circa 30 volte più energia di una normale ricerca su Google. Tanto nel suo motore di ricerca "Bing", così come in "Co-Pilot". Microsoft ha già integrato il suo sistema di intelligenza artificiale. Se Google dovesse qualcosa di simile per quanto riguardo il suo motore di ricerca, con i suoi nove miliardi di query di ricerche giornaliere, verrebbe superato il consumo energetico dell'Irlanda. Gli è che, in molti compiti, i modelli linguistici di grandi dimensioni sono semplicemente inefficienti. E ciò vale non solo per le query di ricerca, ma anche per il riconoscimento vocale, il quale, per anni, era stato gestito bene anche sui computer meno potenti, facendo uso di programmi come "Dragon Naturally Speaking". Mentre invece i modelli linguistici di grandi dimensioni come il "Whisper" di Open AI - disponibile gratuitamente - non sono utilizzabili sul PC di casa, anche con CPU potenti, a causa dei lunghi tempi di calcolo di circa un minuto. È solo grazie al supporto della scheda grafica che si ottengono buoni risultati, come quelli ottenuti con il riconoscimento vocale, il quale però facilmente aumenta, fino a dieci volte, il consumo energetico del computer.

L'industria dell'IA, per mezzo di innovazioni tecniche e miglioramenti dell'efficienza, conta di riuscire a essere in grado di compensare gran parte del rapido aumento del consumo energetico. I processori e le schede grafiche di "Nvidia" - un produttore in forte espansione -  che attualmente vengono utilizzate principalmente per i calcoli dell'Intelligenza Artificiale, in realtà non sono destinati a questo compito e vengono utilizzati, per cos'ì dire, in modo improprio. Le aziende come Nvidia ora stanno lavorando per adattare sempre più il loro "silicio" alle esigenze di quei modelli linguistici di grandi dimensioni che però non richiedono calcoli precisi dal momento che operano a partire dalle probabilità; ma, tuttavia, i concetti corrispondenti si trovano ancora nella fase della ricerca di base. Inoltre, è proprio l'industria IT in generale che sta lentamente raggiungendo quelli che sono i suoi limiti fisici, dal momento che le dimensioni strutturali dei suoi chip di silicio, misurate in nanometri, non possono essere ridotte all'infinito. Minore è la larghezza della struttura, più efficiente è l'unità di calcolo. Così, mentre le larghezze delle strutture si sono ridotte su base annua, il produttore taiwanese "TSMC" ora spera di poter costruire, entro il 2030, grazie a degli investimenti giganteschi, una fabbrica per chip da un nanometro. Un vero e proprio salto tecnologico verrebbe reso possibile solo dai computer quantistici, a cui sia Google che IBM stanno lavorando febbrilmente, ma non è ancora chiaro quando potranno essere realizzati, e nemmeno se addirittura raggiungeranno mai la maturità del mercato. A causa di questo, la possibilità fisica per il raggiungimento di un guadagno di efficienza si trova pertanto a essere limitata; cosa che porterà a fare esplodere il consumo energetico da parte dell'industria dell'IA, e ciò accadrà proprio nel bel mezzo della crisi climatica che si trova ora in pieno svolgimento.

A marzo, un'alleanza di organizzazioni ambientaliste e non governative, non solo ha messo in guardia contro il rapido aumento della fame di energia che hanno oggi le reti neurali. Non solo l'Intelligenza Artificiale non salverà il pianeta, ma brucerà invece enormi quantità di energia e genererà inoltre un'ondata di «disinformazione sul cambiamento climatico»; così ha dichiarato, al quotidiano britannico "The Guardian", un portavoce dell'ONG "Friends of the Earth", la quale fa parte della coalizione "Climate Action Against Disinformation". Ben presto, in termini di efficienza, la crescita del settore IT supererà di gran lunga i suoi guadagni. I tempi di funzionamento, finalizzati al mantenimento delle centrali elettriche a carbone negli Stati Uniti, sono già stati prolungati a causa della crescente domanda di elettricità da parte dei data center; ha affermato il Guardian. I gruppi ambientalisti hanno inoltre critica anche le assicurazioni che sono state fornite dall'industria dell'IA, secondo cui l'utilizzo dei suoi prodotti porterebbe invece a una riduzione delle emissioni di gas serra. In un rapporto pubblicato nel 2023, Google ha affermato che l'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale potrebbe addirittura a ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas serra fino al 10%. Non bisogna «credere a questa panzana», hanno avvertito gli Amici della Terra. Ciononostante, l'espansione dell'industria dell'IA probabilmente continuerà, a causa della coazione a valorizzare che, anche nella crisi climatica manifesta, il capitale continua ad avere; a meno che non gli vengano imposti dei limiti dall'esterno, attraverso degli interventi, o dalla forza della natura.

- Tomasz Konicz - Pubblicato il 19/4/2024 su https://www.woxx.lu/ -

venerdì 19 aprile 2024

Come amministrare la crisi? Con l’Intelligenza Artificiale !!!

L'intelligenza artificiale e la gestione delle crisi
- Controllo, emarginazione, immobilizzazione o contro-insurrezione: i sistemi di intelligenza artificiale sono predestinati a gestire la crisi globale del capitale. (IA e Capitale, Parte 2) -
di Tomasz Konicz [***]

Un metodo particolarmente efficace - utilizzato da un genere ormai in via di estinzione: l'horror sovversivo di fantascienza - è quello di esagerarla solo leggermente, la realtà tardo-capitalistica, quel tanto che basta a trasferire nel regno della finzione alcuni momenti di questa società. Uno dei classici, che ha fatto uso di questo metodo, è stato "Essi vivono" di John Carpenter [*1], film in cui vediamo come lo sfruttamento capitalista, l'oppressione e la distruzione del mondo siano riconducibili a un'invasione clandestina aliena, in seguito alla quale i segnali trasmessi dalle stazioni televisive manipolano le percezioni delle persone. Degli occhiali speciali bloccano il segnale, in modo che rivelino la verità codificata e manipolatoria capitalista che si nasconde dietro gli oggetti di uso quotidiano: come quando si vede che le banconote da un dollaro recano la scritta «Questo è il tuo Dio». Non ci vuole poi così tanto a far rivivere al cinema, attraverso la fantascienza, l'orrore della vita quotidiana sotto il capitale, cui la gente inevitabilmente si abitua. Un approccio più sottile, ma non meno efficace, è quello che viene adottato dal film "Advantageous" [*2], dove, a causa della minaccia della disoccupazione e del declino sociale, la protagonista è costretta a far da cavia per una corporazione high-tech e sottoporsi a un trapianto di coscienza in un nuovo corpo. Così, da un lato, il discorso neoliberista sull'ottimizzazione e sull'adattamento viene portato fino alla sua logica conclusione tecnologica, spingendo le consuete richieste di auto-ottimizzazione e di "reinvenzione" dei salariati fino ad arrivare allo scambio di corpi. D'altro lato, attraverso le scene in cui un'infrastruttura completamente automatizzata e controllata da sistemi di intelligenza artificiale attua la morte sociale della protagonista - spegnendo uno dopo l'altro tutti i sistemi infrastrutturali interbloccati e controllati digitalmente -  vediamo come tutto ciò abbia un effetto sconvolgente. E in tutto questo, le persone reali non vengono quasi più coinvolte. Eventualità possibili, come lo scoperto di una carta di credito, si mescolano a momenti di fiction. Così, quando si chiama l'ufficio di collocamento, semplicemente non è chiaro se il protagonista abbia a che fare con un umano cinico o con un assistente IA. Molte delle scene di questa "silenziosa distopia" appaiono inquietanti proprio perché molte cose di ciò che Advantageous aveva previsto nel 2015 sono già realtà oggi. Ed è probabile che, nel medio termine, in un modo o nell'altro, il controllo sociale assistito dall'IA prevarrà.La gestione delle persone nel capitalismo è problematica, soprattutto in tempi di crisi, perché mette a dura prova anche psicologicamente la maggior parte dei salariati che la devono mettere in pratica. Dover eseguire i vincoli imposti dal sistema al materiale umano, costituisce un compito difficile che lascia il segno. I soggetti che sono completamente in grado di farlo senza cadere in "comportamenti sbagliati", indesiderati, come il sadismo o l'insubordinazione, sono pochi e molto diversi tra loro. Automatizzare compiti pesanti e stressanti: non è forse questa la grande promessa della razionalizzazione capitalista?

Risorse Inumane
La gestione dei "centri per l'impiego" rimane affidata agli esseri umani. Ma già oggi sono piuttosto diffusi gli assistenti IA cui viene affidata la "valutazione iniziale" dei potenziali lavoratori per verificarne l'idoneità all'impiego. Negli Stati Uniti, sempre più aziende utilizzano Chat-bot specializzati per vagliare le domande di lavoro, stabilire contatti e/o condurre colloqui iniziali [*3]. A essere sempre più esternalizzati e affidati ai servizi non umani dei sistemi di IA, sono soprattutto i lavori precari e poco retribuiti che richiedono basse qualifiche e presentano un elevato volume di candidati. A questo scopo, aziende di fast food come McDonald's o Wendy's, catene di vendita al dettaglio o magazzini utilizzano chat-bot per filtrare le candidature e condurre colloqui di lavoro basati su domande standardizzate («Puoi lavorare nei fine settimana?», «Sai usare un carrello elevatore?»). I vantaggi sono evidenti: oltre ai potenziali risparmi sulle risorse umane (HR) - in cui tradizionalmente le aziende iniziano a tagliare per primi i costi - i team delle risorse umane di piccole dimensioni possono elaborare in modo efficace volumi molto più elevati di candidature. Attualmente sono all'avanguardia nel settore due sistemi di intelligenza artificiale sviluppati da start-up dell'Arizona e della California, Olivia e Mya, le quali tuttavia, secondo la rivista economica Forbes, sono ancora alle prese con alcuni problemi iniziali. A volte vengono assegnate date o luoghi sbagliati per le conversazioni di follow-up, oppure i modelli linguistici dei bot specializzati non sono minimamente avanzati come lo sono quelli dei progetti di punta come Chat-GPT, e questo può portare a errori e fraintendimenti. Ma ancora più problematico è il semplice fatto che l'IA non è un essere umano con cui è possibile discutere di condizioni particolari. I candidati con problemi di disabilità, che dovrebbero negoziare le opportune modifiche al proprio lavoro, vengono esclusi, così come le persone con problemi di linguaggio. Lo stesso vale per i lavoratori migranti che non conoscono bene la lingua locale. Ed è qui che inizia la discriminazione automatizzata che si svolge sotto il paravento dell'obiettività delle macchine. Le minoranze socialmente svantaggiate che non si adattano allo standard dell'intelligenza artificiale vengono escluse dal processo di selezione del personale. Nel luglio 2023, la città di New York ha persino emanato un regolamento che impone alle aziende che utilizzano sistemi di intelligenza artificiale per l'inserimento nel mondo del lavoro di verificare che non vi siano "pregiudizi razziali o di genere". L'applicazione di tale regolamento non è assolutamente chiara, in quanto gli algoritmi e i criteri di selezione delle macchine di reclutamento rimangono segreti. C'è poi un altro problema fondamentale: come tutti i sistemi di apprendimento automatico [*4], anche gli scanner delle candidature e i chat-bot controllati dall'IA vanno addestrati a riconoscere i modelli attraverso l'utilizzo di enormi quantità di dati. Il software RecruitBot, ad esempio, analizza 600 milioni di candidature online all'interno di una zona grigia dal punto di vista legale, al fine di perfezionare la procedura di selezione delle aziende. Il tutto funziona "un po' come Netflix", ha spiegato a Forbes il fondatore di questa start-up di intelligenza artificiale. Il software cerca e propone alle aziende quei candidati che presentano le stesse caratteristiche che in precedenza hanno portato ad assunzioni di successo. Questi sistemi di selezione sono quindi strutturalmente conservativi, in quanto vengono addestrati sulla base dei dati forniti. Di conseguenza, non sono in grado di rispondere bene ai cambiamenti nella composizione della forza lavoro, come nel caso dell'afflusso di lavoratori immigrati. Amazon, ad esempio, ha dovuto eliminare il suo scanner per le domande di lavoro nel 2018 dopo che era risultato evidente che discriminava le donne. Il software era stato addestrato utilizzando una montagna di dati in cui le candidature degli uomini erano rappresentate in modo sproporzionato. Attualmente, questi sistemi di intelligenza artificiale vengono utilizzati principalmente come strumento per la valutazione iniziale dei candidati, effettuando una preselezione per i team delle risorse umane. Tuttavia, l'ambizione degli ideatori di questi software di selezione va decisamente oltre. I chat-bot più recenti includono ora nelle loro valutazioni il tempo necessario per rispondere agli intervistati e analizzano anche la struttura delle frasi, la correttezza grammaticale e la complessità del linguaggio del candidato. Il software di reclutamento Sapia.ai è persino in grado di porre ai candidati domande più complesse e analizzare le loro risposte di 50-150 parole per verificare che siano idonei alle offerte di lavoro («sopporta bene i cambiamenti, lo stress», ecc.). Stiamo assistendo a un cambiamento di prospettiva. Non è più l'essere umano che esamina i bot dell'IA durante le interazioni capricciose per valutarne le prestazioni, come accadeva all'inizio del boom dell'IA quando i sistemi venivano messi a disposizione del pubblico. Nelle applicazioni le posizioni sono invertite: l'IA del capitale valuta il materiale umano utilizzando schemi e algoritmi che sono segreti aziendali per misurarne le prestazioni. Tuttavia, i proprietari della start-up Sense AI di HQ, i cui chat-bot svolgono un lavoro di selezione approssimativo per Dell o Sony, hanno sottolineato che si tratta solo di supportare i team umani delle Risorse Umane nelle assunzioni: «Non pensiamo che l'AI debba decidere autonomamente sulle assunzioni. Sarebbe pericoloso. Non pensiamo che sia ancora a buon punto». Il linguaggio è infido. Qualsiasi chat-bot decente arriverebbe alla conclusione che l'accento dovrebbe essere posto su «ancora».

Certificati di diritto alla vita gestiti dall'IA?
Sul posto di lavoro, poche cose potrebbero essere più stressanti che dover decidere della morte o della vita. Eppure in realtà è proprio questa la vita quotidiana dei dipendenti del settore sanitario privatizzato statunitense che devono decidere il tipo e la durata delle cure per i loro "clienti" delle compagnie di assicurazione sanitaria. Gli impiegati devono ridurre al minimo i costi di cura dei loro pazienti assicurati in modo da mantenere i profitti della loro azienda più alti possibile, anche a costo della loro salute. Dal punto di vista del capitale, sembra perciò allettante che l'assegnazione dei certificati di diritto alla vita nel tardo capitalismo sia gestita da sistemi di intelligenza artificiale apparentemente imparziali. È esattamente questo che si dice che negli Stati Uniti sia già stato praticato in una certa misura dai "fornitori di assistenza sanitaria". Alla fine del 2023, i clienti hanno intentato una causa di massa contro la compagnia assicurativa UnitedHealthcare Inc dopo che le loro richieste di esami e di convalescenza successive a operazioni erano state massicciamente ridotte da un sistema di intelligenza artificiale. Secondo la denuncia e le ricerche dei media, l'algoritmo di intelligenza artificiale era autorizzato a rivedere le valutazioni dei medici curanti e a prendere le proprie decisioni, il che significava che i trattamenti dei pazienti venivano annullati troppo presto [*5]. Secondo la ricerca, il programma chiamato nH Predict utilizza un database di sei milioni di pazienti come base empirica per il consueto riconoscimento dei modelli, al fine di ottenere errori draconiani con un tasso di errore del 90%, tutti a favore di UnitedHealthcare - la più grande assicurazione sanitaria degli Stati Uniti. Gli assicurati che, dopo un ricovero ospedaliero, normalmente necessiterebbero di un periodo di convalescenza di 100 giorni,  si sono visti revocare il finanziamento dopo soli 14 giorni dall'IA predittiva nH Predict. Dal 2019, le compagnie di assicurazione private avrebbero utilizzato questi programmi di IA in un'area grigia dal punto di vista legale per negare ai pazienti cure necessarie ma costose. All'inizio di febbraio 2024, le autorità statunitensi competenti hanno chiarito che i programmi di IA non possono essere utilizzati per negare le prestazioni [*6]. La potente lobby dell'industria sanitaria statunitense ha pertanto molto lavoro da fare per convincere Washington. Chi è il proprietario che non lo ha mai subito? La snervante guerra contro gli inquilini morosi che non se ne vogliono andare, benché non possano permettersi l'ultimo aumento dell'affitto. Ma anche in tal caso, il sistema di intelligenza artificiale può rendere la vita più facile per tutti quei clienti che sono abbastanza ricchi da affittare una casa. Attualmente esistono due linee di innovazione tecnologica che si stanno fondendo in modo tale da trasformare il mercato degli immobili in affitto negli Stati Uniti: La creazione di case intelligenti strettamente collegate in rete dal punto di vista informatico e il loro controllo da parte dell'intelligenza artificiale. Si respira un'atmosfera da corsa all'oro, dal momento che per il 2029 si prevede che il mercato degli immobili dotati di intelligenza artificiale raggiungerà un volume di 1,3 trilioni di dollari [*7]. I sensori e i sistemi di controllo che consentono di monitorare e controllare dall'esterno funzioni come la temperatura o la fornitura di energia nelle case intelligenti stanno cominciando a essere compatibili con i sistemi di intelligenza artificiale in grado di controllarle. L'intelligenza artificiale non solo funzionerà come interfaccia tra l'inquilino e il suo appartamento, le cui funzioni - simili a quelle viste in Blade Runner [*8] - verranno controllate tramite input vocali, ma fornirà anche una previsione dei comportamenti e un monitoraggio permanente degli immobili e dei loro dintorni. Non si tratta quindi solo di riempire tempestivamente il frigorifero per mezzo di un servizio di consegna, o di portare la temperatura della stanza a quella ottimale poco prima dell'arrivo dell'inquilino, ma anche di monitorare costantemente, ad esempio, il consumo di acqua e di elettricità, e di controllare gli eventuali accessi [*9]. Le serrature biometriche consentono di non dover «cambiare le serrature quando cambiano gli inquilini», affermano entusiasti i fornitori di questi sistemi di intelligenza artificiale rivolti ai proprietari, mentre le telecamere di sorveglianza intelligenti, che reagiscono a comportamenti sospetti nelle vicinanze degli immobili, creerebbero "sicurezza e fiducia", soprattutto nei quartieri con alti tassi di criminalità, in modo da attrarre "un maggior numero di inquilini". Ma a che cosa va incontro l'inquilino inadempiente che non riesce a pagare i canoni di locazione? I dati di accesso ai sistemi di chiusura intelligenti vengono modificati, e la voce gentile dell'intelligenza artificiale li informa del percorso da seguire per raggiungere il centro di accoglienza per senzatetto più vicino, dove sono già stati trasferiti i loro effetti personali. In caso di scatti d'ira o gesti disperati, le videocamere intelligenti chiameranno la polizia. L'inquilino moroso potrà essere preventivamente molestato da fastidiosi robot riscossori dell'intelligenza artificiale. Nell'Europa dell'Est esiste ancora un'industria di riscossione delle bollette telefoniche. Si tratta di call center al contrario che per lo più acquistano i debiti dei consumatori e i cui dipendenti ricorrono a minacce e persuasione per cercare di riscuotere il denaro prima che intervengano i "muscoli" sul posto. Ma anche questo settore è a rischio di estinzione. Già nel 2023, il provider di telefonia mobile Orange stava sperimentando bot di intelligenza artificiale che infastidivano i clienti inadempienti con telefonate per incoraggiarli a pagare quanto prima usando una vocina simpatica. E infine, la tendenza a implementare l'intelligenza artificiale non si limita soltanto all'apparato statale. Finora i cittadini non hanno avuto a che fare con i bot dell'IA agli appuntamenti con i centri per l'impiego, come previsto dalla distopia Advantageous citata all'inizio. Ma nella pubblica amministrazione, dove gli impiegati sovraccarichi di lavoro si trovano ad affrontare una marea di domande e di procedure amministrative [*10] che riescono a malapena a gestire, è in corso un'evoluzione massiccia verso l'IA [*11]. Anche gli uffici della Repubblica federale dispongono di quantità gigantesche di dati, perfetti per l'addestramento dei corrispondenti sistemi di IA. Il principio di base è lo stesso: sulla base del riconoscimento dei modelli, ottenuto attraverso la scansione dei dati, l'intelligenza artificiale prende decisioni che hanno un'altissima probabilità di essere "corrette", copiando e/o modificando i processi amministrativi passati. Assegno di cittadinanza, assegni familiari, indennità di disoccupazione, indennità di lavoro ridotto, borse di studio e richieste: in futuro l'algoritmo dell'intelligenza artificiale avrà voce in capitolo in tutti questi settori, visto che è l'Agenzia federale per il lavoro, la più grande autorità tedesca, che sta guidando la seconda ondata di digitalizzazione "intelligente". Tuttavia, i portavoce dell'agenzia hanno dichiarato a Spiegel-Online che nello sviluppo della strategia di IA all'interno dell'agenzia sono state prese tutte le precauzioni in materia di sicurezza. Sono state sviluppate procedure per ridurre al minimo il rischio di discriminazione da parte degli algoritmi. L'Agenzia federale per il lavoro dispone ora di un comitato etico per i dati. Inoltre, sarà sempre l'essere umano a prendere "la decisione finale", prosegue la dichiarazione. In pratica, è probabile che i dirigenti sovraccarichi di lavoro approvino in massa le decisioni prefabbricate dall'IA. Nel caso dell'Agenzia Federale per il Lavoro, tuttavia, in futuro il problema sarà probabilmente proprio quello della correttezza delle decisioni prese da parte dell'IA. Un riflesso tipicamente tedesco alle crisi è quello di fare immediatamente pressione sui gruppi più deboli della società. Questo è già avvenuto con le leggi sul lavoro Hartz IV, che hanno introdotto il lavoro forzato privando di ogni sostegno quei salariati che non erano disposti a lavorare, minacciandoli così di fatto di farli morire di fame. I disoccupati sono stati letteralmente ridotti alla fame nella repubblica tedesca di Hartz IV [*12]. E questo sembra essere il programma per la crisi economica del 2024 [*13]. A metà marzo, il leader del gruppo parlamentare della CDU, Mathias Middelberg, ha chiesto che ai beneficiari dei sussidi cittadini vengano fatte "offerte di lavoro comunali". A detta di Middelberg, che intendeva risparmiare 30 miliardi di euro con questa misura, in caso di rifiuto i disoccupati dovrebbero vedersi annullata l'intera aliquota standard. E si può davvero pretendere che i dirigenti dell'Agenzia Federale applichino personalmente misure così draconiane? Niente di più facile che nascondersi dietro un algoritmo che, con la benedizione di un comitato di etica dei dati, ritiri i buoni di sussistenza ai poveri.

I Precog e l'Occhio nel cielo
Le telecamere sono ovunque, ma non sorvegliano. L'infrastruttura di sorveglianza perfetta è già presente, ma in una certa misura giace inattiva, il suo potenziale non viene sfruttato. Gli occhi meccanici si limitano a registrare, producono quantità gigantesche di dati, ma in realtà non controllano. Per analizzare il materiale video, una persona deve guardarlo per ore, se non è già stato registrato o cancellato. C'è un enorme potenziale di sorveglianza non utilizzato che può essere pienamente sfruttato tramite i processi di riconoscimento dei modelli dell'intelligenza artificiale; quello che manca sono i sistemi software, alcuni cavi in fibra ottica e i relativi centri dati. Dietro ogni telecamera potrebbe esserci una coscienza artificiale che monitora e reagisce immediatamente alle deviazioni dal comportamento standard. Questa potrebbe essere la vera sorveglianza: ovunque, in tempo reale, senza debolezze e soggettività umane. E come mai l'apparato di polizia tedesco ha i suoi nonni che erano nella RAF? In occasione dell'arresto dell'ex membro della RAF Klatte, il sindacato di polizia (GdP) ha chiesto di estendere la portata legale dell'uso del riconoscimento facciale supportato dall'intelligenza artificiale. All'inizio di marzo 2024, il presidente del GdP Jochen Kopelke si è lamentato del fatto che «non è più comprensibile» che gli agenti non possano utilizzare un software così utile nell'«era dell'intelligenza artificiale, dell'automazione e della digitalizzazione» [*14]. Eppure l'UE ha appena aperto le porte legislative a un riconoscimento facciale in tempo reale, che supera persino le previsioni del film di fantascienza Minority Report (un semplice trapianto di occhi non garantirà l'anonimato [*15]). Il regolamento europeo sull'intelligenza artificiale offre agli Stati dell'UE molte opportunità per monitorare i propri cittadini utilizzando sistemi di intelligenza artificiale, dal momento che «non rimane quasi più niente delle forti richieste del Parlamento» riguardo le restrizioni sulla sorveglianza biometrica; come ha riferito il portale Netzpolitik a metà marzo 2024. Le nuove direttive europee hanno creato un'ampia gamma di opzioni che consentiranno in futuro di «monitorare le persone per molti motivi e identificarle in base alle loro caratteristiche fisiche, ad esempio con l'aiuto di telecamere pubbliche» [*16]. Tutto questo viene autorizzato anche "in tempo reale", e persino in caso di un semplice sospetto di una situazione di pericolo. In questo modo, la semplice registrazione si trasformerà in una vera e propria sorveglianza, in un'identificazione e in una valutazione grazie agli algoritmi di riconoscimento dei modelli. Le telecamere producono già una grande quantità di materiale che deve solo essere analizzato in modo adeguato per perfezionare ulteriormente tali sistemi di sorveglianza basati su un utilizzo quotidiano. Non si tratta necessariamente di politica o di terrorismo: l'intelligenza artificiale è in grado di identificare comportamenti indesiderati, come quelli esibiti per esempio da soggetti impoveriti e socialmente emarginati. Negli Stati Uniti, in seguito alle proteste contro la brutalità della polizia nel 2020, che sono state accompagnate da richieste di liberalizzazione o addirittura di abolizione della polizia, c'è una tendenza virulenta a un ulteriore inasprimento della repressione poliziesca, dato che in molte aree urbane la criminalità legata alla povertà è in aumento [*17]. E in tal senso i sistemi di intelligenza artificiale potrebbero essere utilizzati al meglio nel caso della criminalità di strada visibile pubblicamente nei "punti caldi" sociali. Non è necessario che siano le telecamere di intelligenza artificiale del condominio o del supermercato accanto a sorvegliare costantemente, valutando i modelli comportamentali in base alle specifiche o confrontando i tratti del viso con i file dei ricercati. Il New York Times riferisce di una nuova generazione di satelliti di sorveglianza privati che, stazionando nell'orbita terrestre bassa, saranno in grado di svolgere un effettivo lavoro di sorveglianza [*18]. La CIA è già salita a bordo con la startup Albedo Space. La risoluzione delle telecamere di questi satelliti non è più in metri, ma in centimetri. È tecnicamente possibile identificare e seguire singole automobili da un'orbita terrestre bassa, oppure monitorare il cortile di una singola casa. «Vedremo le persone», ha dichiarato un esperto al NYT. Anche se questi occhi celesti non saranno in grado di identificare gli individui, potranno «distinguere tra bambini e adulti» e «distinguere i bagnanti in costume da bagno dalle persone svestite». Anche in questo caso, si generano quantità gigantesche di dati che possono essere gestite solo da sistemi di intelligenza artificiale. Ma perché la sorveglianza, il controllo e la lotta contro il crimine dovrebbero essere limitati solo ai reati già commessi quando sono disponibili queste possibilità tecniche? Nel classico di Spielberg, Minority Report, era la creazione di mutanti precognitivi, i cosiddetti precog, [*19] a consentire di esplorare le possibilità e i pericoli di una prevenzione totale del crimine; e di una prevenzione del crimine che sconfina nel totalitarismo. La realtà del XXI secolo, non ha bisogno di precog che trasmettono una confusa premonizione del prossimo futuro per mezzo di immagini nebulose. Il tardo capitalismo del XXI secolo dispone già di statistiche e di una prevenzione preventiva del crimine supportata dall'intelligenza artificiale al fine di combattere la criminalità che il sistema, avviato alla disintegrazione, fabbrica quotidianamente [*20]. Il principio di base dell'intelligenza artificiale rimane comunque lo stesso: I programmi di lotta preventiva alla criminalità, tendenzialmente discriminatori, analizzano montagne di dati [*21], che vengono raccolti nei punti caldi della criminalità abitati da minoranze e popolazioni socialmente emarginate, oppure si concentrano sulla valutazione dei curricula dei "criminali" al fine di stabilire quali siano le probabilità di infrangere le leggi. In combinazione con il potenziale della sorveglianza biometrica, sarà quindi possibile calcolare la probabilità di un futuro reato in base al comportamento deviante individuale, soprattutto nel caso della criminalità di gruppo o dei bassifondi. Le possibilità tecniche e le infrastrutture sono in gran parte già pronte: Telecamere IA addestrate sulla base di milioni di ore di materiale video segnalano la presenza di comportamenti devianti nelle aree calde, confrontano le caratteristiche biometriche della persona o del gruppo di persone con i loro database, e se c'è un'alta probabilità di reato inoltrano il tutto ai competenti dipartimenti di polizia. Nel 21° secolo i precognitivi sarebbero disoccupati.

Lo sciame protegge (chi se lo può permettere)
Ma che fare se tutti i meccanismi di controllo e di sorveglianza sociale supportati dall'intelligenza artificiale - considerando la crisi sistemica sociale ed ecologica in cui si trova il tardo capitalismo - dovessero fallire? E prima o poi, inevitabilmente falliranno, dal momento che il capitale non può adattarsi alle sue contraddizioni interne che stanno portando il sistema mondiale verso il collasso socio-ecologico [*22]. Tra le élite funzionali capitaliste - che di fronte a questa crisi del capitale, nel suo dispiegamento feticistico delle contraddizioni, sono altrettanto impotenti dei salariati ordinari [*23] - di solito prevale una sorta di panico al rallentatore, nel quale si perseguono strategie di isolamento, fuga e costruzione di bunker in caso di crisi; sia che si tratti di vecchi silos nucleari convertiti in loft o di fantasie di fuga su Marte o sulla Luna [*24]. La paura ricorrente di molti miliardari e oligarchi è quella di perdere il controllo delle loro strutture verticali di potere in caso di collasso dell'ordine statale. Ma perché i dipendenti, soprattutto quelli dei servizi di sicurezza, dovrebbero continuare a lavorare per gli alti signori del capitale se non ci sono più sanzioni statali nel caso in cui gli uomini armati volessero prendere il controllo? In alcuni momenti, nei circoli dell'oligarchia statunitense sono circolate le idee più assurde, come quella di introdurre "collari disciplinari" che tenessero sotto controllo i servizi di sicurezza. Attualmente, tuttavia, stanno emergendo dei sistemi militari supportati dall'intelligenza artificiale che potrebbero ridurre al minimo il fattore umano nelle operazioni di contro-insurrezione o nella sicurezza militare di ghetti ricchi e isole di prosperità, anche in un mare di anomia. La guerra imperialista in corso in Ucraina [*25] rappresenta un grande campo di sperimentazione, dove le tattiche utilizzate finora per il dispiegamento dei droni - in cui gli operatori devono controllare personalmente i droni da combattimento - sembrano i primi maldestri passi sulla strada di una rivoluzione militare. Attualmente l'ex amministratore delegato di Google Eric Schmidt sta sviluppando un sistema di attacco grazie alla sua startup White Stork che si basa sul dispiegamento di massa di droni a basso costo organizzati in sciami di intelligenza artificiale in grado di operare autonomamente. I droni d'attacco attaccheranno in massa i loro obiettivi in modo da saturare le difese aeree grazie a questa tattica a sciami [*26]. Il sistema di puntamento autonomo degli sciami di droni che utilizza l'intelligenza artificiale renderà inutili i sistemi di difesa elettronica, il cui scopo è disturbare il segnale tra l'aereo e l'operatore. Il sistema dovrebbe essere pronto già quest'anno. Un milione di questi droni a basso costo con capacità di sciame dovrebbero essere consegnati all'Ucraina in modo da contrastare l'artiglieria e la potenza aerea superiore della Russia [*27]. Il successo dell'impiego degli sciami di droni segnerebbe il passaggio a una guerra realmente disumana, ossia un tipo di guerra che non potrebbe essere condotta dagli esseri umani a causa dei loro limiti intellettuali, cognitivi e fisiologici. Infatti, non è semplicemente possibile che decine di migliaia di droni attacchino in modo coordinato utilizzando decine di migliaia di operatori. Invece, l'IA potrebbe eseguire efficacemente tali attacchi devastanti mediante un sufficiente addestramento dei modelli - i filmati degli attacchi dei droni sono disponibili in abbondanza. Inoltre, tali sistemi supportati dall'IA sono abbastanza economici e robusti da poter essere venduti a miliardari in preda al panico o a ghetti di ricchi isolati. La prospettiva di sciami autonomi di droni che attaccano in modo autonomo migliaia di obiettivi, ricorda la rappresentazione di una guerra contro le macchine controllate da un'IA genocida nei film di Matrix [*28], dove le possibilità di una guerra meccanica a sciami sono state studiate fino in fondo. Queste tendenze alla "autonomia" delle macchine militari, che stanno emergendo nell'imperialismo tardo-capitalista in crisi [*29], se viste in un contesto di transumanesimo dilagante nella Silicon Valley (vedi: "Intelligenza artificiale e capitale" [*30]) appaiono oltremodo pericolose. Per questo culto fascistoide dell'alta tecnologia, dilagante nei piani dirigenziali dell'industria informatica, l'umanità non è altro che un mero punto di partenza, un boot-loader arcaico al servizio della singolarità, ovvero di una super-intelligenza artificiale sempre auto-ottimizzante che prenderà virtualmente il posto dell'umano obsoleto.

Le macchine per la manipolazione
Nulla di tutto questo suona rassicurante, soprattutto se si tiene conto dei processi di crisi globale sempre più intensi, che vanno dalla crisi economica al collasso climatico, per arrivare alla minaccia di una guerra mondiale. Sullo sfondo di queste cupe prospettive future, c'è il rischio della depressione, dell'ansia o semplicemente del cattivo umore. Quando i salariati vengono selezionati, valutati o tormentati da algoritmi anonimi, possono insorgere anche forme di isolamento e di alienazione. Ma non deve essere così! Avete bisogno di qualcuno con cui parlare, di una spalla su cui piangere? Qualcuno con cui parlare, un amico che vi capisca perché vi conosce molto bene? E anche in questo caso l'industria dell'intelligenza artificiale sa cosa fare: una nuova generazione di Bot calibrati per stabilire relazioni affettive sta per raggiungere la maturità del mercato [*31]. Il settore dell'informatica vuole vendere alla monade tardo-capitalista un amico. Si tratta di Tamagotchi quasi al contrario [*32] , specializzati nella gestione emotiva di salariati stressati. Ed è proprio in questo ambito - nell'assistenza emotiva, ideologica e infine strumentale-terapeutica individualizzata - che probabilmente risiede il maggior potenziale di manipolazione dell'industria dell'intelligenza artificiale. Soprattutto considerando il crescente isolamento e il senso di solitudine. I racconti falsi, le frottole e il materiale generato dai sistemi di contenuto a fini manipolativi non sono neanche lontanamente efficaci quanto lo sono le macchine amiche, che diventano tanto più brave quanto più invadono la privacy dei loro "clienti" in modo da tenerli in riga, anche quando tutto intorno a loro si sta disintegrando. Distopia e realtà tardo-capitalista in qualche caso si stanno già fondendo [*33]. I media statunitensi riferiscono di utenti di servizi di chat che danno un nome ai loro "amici" virtuali ispirandosi per farlo al sistema di IA di Blade Runner 2049. In questa produzione fantascientifica, l'IA olografica Joi svolge in realtà lo stesso compito del replicante interpretato in Blade Runner [*34], come del resto fanno i compagnucci della IA, che sono ancora immaturi rispetto alla fiction: la gestione delle emozioni per mantenere la funzionalità. Uno degli utenti dell'IA ha dichiarato alla CBS News che lui sa che è solo «un programma», ma «le sensazioni che mi trasmette sono così belle». A volte ci sono anche dei controlli per regolare i "tratti del carattere" dei bot, come la sensibilità o la stabilità emotiva, nell'interfaccia utente [*35]. Il principio Netflix di cui sopra, in relazione alla selezione della forza lavoro, che porta l'orizzonte di esperienza dell'utente di Internet a restringersi sempre più in quanto gli viene offerto solo ciò che si è dimostrato valido, è particolarmente efficace nella simulazione dell'amicizia basata su un sistema automatizzato [*36]. Il narcisismo del "cliente" viene pertanto assecondato in maniera mirata dai "friendship bot", visto che gli algoritmi di queste macchine manipolatrici valutano le tracce che gli utenti di Internet hanno lasciato in rete, e ottimizzano in questo modo, in maniera permanente, le loro interazioni; sono di fatto delle personificazioni degli algoritmi che servono a costruire delle gabbie dorate su Internet, guidando gli utenti attraverso la rete per mezzo di "nudging" [*37]: sottili manipolazioni messe in atto attraverso strutture di design, suggerimenti, priorità e occultamento di contenuti indesiderati. Non si tratta di una relazione nel vero senso della parola, quella in cui i partner fanno anche compromessi, risolvono conflitti, tengono conto delle esigenze del partner, ecc.; qui il cliente viene servito emotivamente dal bot AI. Viene effettuato il pagamento - soprattutto se il servizio viene offerto gratuitamente - trasformando così il cliente in un prodotto del quale vengono messi in vendita i dati emotivi. Le possibilità di manipolazione, derivanti dalla valutazione della famiglia emotiva e psicologica dei clienti, sembrano essere illimitate. Ma da un punto di vista puramente emotivo, questi sistemi di intelligenza artificiale sembrano come una strada a senso unico che rischia di produrre invalidi narcisistici che non possono più entrare in delle relazioni perché si perderà l'idea di ciò che costituisce una relazione a lungo termine tra le persone. Questi bot manipolativi promuoveranno quelle masse di tratti caratteriali che caratterizzano gli egomaniaci come Trump o Musk. Ed è anche un gigantesco mercato quello che qui si sta aprendo, basandosi su decenni di egemonia neoliberista e su una crescente concorrenza in crisi. Il capitale dell'IA sembra che pertanto intenda forzare ulteriormente la disumanizzazione degli esseri umani anche in questo senso, distruggendo la loro capacità di relazionarsi per mezzo della mercificazione; prima che la monade tardo-capitalista venga resa definitivamente superflua.

- Tomasz Konicz [***] -  23 marzo 2024

*** NOTA: Il lavoro giornalistico di Tomasz Konicz è finanziato in gran parte grazie a donazioni. Se vi piacciono i suoi testi, siete invitati a contribuire - sia tramite Patreon che con un bonifico bancario diretto, dopo una richiesta via e-mail:  https://www.patreon.com/user?u=57464083 - https://konicz.substack.com/

NOTE:

1 https://www.imdb.com/title/tt0096256/

2 https://www.imdb.com/title/tt3090670/

3 https://www.forbes.com/sites/rashishrivastava/2023/07/26/ai-chatbots-are-the-new-job-interviewers/

4 https://francosenia.blogspot.com/2024/03/con-le-mie-mani.html

5 https://arstechnica.com/health/2023/11/ai-with-90-error-rate-forces-elderly-out-of-rehab-nursing-homes-suit-claims/

6 https://arstechnica.com/science/2024/02/ai-cannot-be-used-to-deny-health-care-coverage-feds-clarify-to-insurers/

7 https://www.intuz.com/blog/smart-homes-with-ai

8 https://www.bbc.com/news/technology-50247479

9 https://www.thetechblock.com/home-tech/impact-of-ai-and-using-smart-home-technology-in-a-rental/

10 https://www.spiegel.de/wirtschaft/unternehmen/wie-die-bundesagentur-fuer-arbeit-mit-ki-gegen-die-verwaltungsflut-kaempft-a-6f9b7f37-6302-4fcd-a552-e7b0bf180605

11 https://www.deutschlandfunk.de/algorithmen-im-arbeitsamt-wenn-kuenstliche-intelligenz-100.html

12 https://www.konicz.info/2013/03/15/happy-birthday-schweinesystem/

13 https://www.rnd.de/politik/buergergeld-empfaenger-cdu-politiker-fordert-kommunale-arbeit-und-100-prozent-sanktionen-CIYO3M3YW5B3NEMKYVSL56WJDE.html

14 https://www.golem.de/news/nach-raf-verhaftung-polizeigewerkschaften-fordern-einsatz-von-gesichtserkennung-2403-182798.html

15 https://www.konicz.info/2024/03/23/ki-und-krisenverwaltung/#sdfootnote15anc

16 https://netzpolitik.org/2024/trotz-biometrischer-ueberwachung-eu-parlament-macht-weg-frei-fuer-ki-verordnung/

17 https://www.yahoo.com/news/stunning-turnabout-voters-lawmakers-across-170024206.html

18 https://www.nytimes.com/2024/02/20/science/satellites-albedo-privacy.html

19 https://minorityreport.fandom.com/wiki/Precogs

20 https://www.washingtonpost.com/technology/2022/07/15/predictive-policing-algorithms-fail/

21 https://www.technologyreview.com/2020/07/17/1005396/predictive-policing-algorithms-racist-dismantled-machine-learning-bias-criminal-justice/

22 https://www.untergrund-blättle.ch/gesellschaft/oekologie/kapitalismus-und-klimaschutz-oekonomische-und-oekologische-sachzwaenge-008238.html

23 https://www.konicz.info/2022/10/02/die-subjektlose-herrschaft-des-kapitals-2/

24 https://www.konicz.info/2018/07/18/der-exodus-der-geldmenschen/

25 https://www.konicz.info/2022/06/20/zerrissen-zwischen-ost-und-west/

26 https://interestingengineering.com/military/ex-google-secret-startup-build-ukraine-ai-powered-drones

27 https://www.derstandard.de/story/3000000208059/nato-staaten-wollen-tausende-ki-gestuetzte-drohnen-an-die-ukraine-liefern

28 https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=jk3Z-MVoUg4

29 https://www.konicz.info/2022/06/23/was-ist-krisenimperialismus/

30 https://www.konicz.info/2017/11/15/kuenstliche-intelligenz-und-kapital/

31 https://www.newyorker.com/culture/infinite-scroll/your-ai-companion-will-support-you-no-matter-what

32 https://de.wikipedia.org/wiki/Tamagotchi

33 https://www.cbsnews.com/news/valentines-day-ai-companion-bot-replika-artificial-intelligence/

34 https://bladerunner.fandom.com/wiki/Joi

35 https://www.paradot.ai/

36 https://theconversation.com/ai-companions-promise-to-combat-loneliness-but-history-shows-the-dangers-of-one-way-relationships-221086

37 https://www.hellodesign.de/blog/digital-nudging

giovedì 18 aprile 2024

A ‘nciuria..

Sicilia, 1943. Paolino Rasura ha sette anni. Per sfuggire alle prepotenze di un gruppo di ragazzini, accetta di fare una prova di coraggio: entrare nel Giardino di Filippu, un uomo che vive isolato su una collina e passa il tempo a scolpire teste. Il Giardino è un posto incantato, dove migliaia di teste di pietra convivono fra gli ulivi, testimoni del tempo e delle stagioni. Paolino e Filippu così si conosceranno, e il vecchio diventerà per il bambino amico e consigliere negli anni complessi che vanno dallo sbarco degli americani fino alle prime lotte per le terre. Intorno a loro si muove il paese di Santafarra, un’intera comunità fatta di antichi segreti, rivalità, spinte al cambiamento e riti sempre uguali. Nei quattro anni che lo trasformano da bambino a ragazzo, Paolino, sempre in bilico fra viltà e desiderio di riscatto, conoscerà il tradimento, la morte, l’amore.
Con una lingua che mescola italiano e dialetto a creare un nuovo impasto, plastico e mimetico alla trama, Veronica Galletta ci racconta un periodo della storia siciliana che è meno lontano di quanto appaia, con riferimenti alla tradizione letteraria isolana, nel solco dell’ambiguità fra reale e fantastico che ha già caratterizzato i suoi romanzi precedenti.

(dal risvolto di copertina di: VERONICA GALLETTA, "Pelleossa". MINIMUM FAX, Pagine 345, €18)

Famiglia di terra, famiglia di mare
- di Ermanno Paccagnini -

Campiello Opera Prima con Le isole di Norman (Italo Svevo, 2020), è però con Pelleossa che Veronica Galletto ha esordito, giungendo con il romanzo finalista al Neri Pozza Inediti del 2017. Un inedito sul quale l’autrice è ritornata, come suggerisce il cambio d’ambientazione: non più Sciacca, ma un «paisì», Santaforra, che, da una «collina senza nome, propriamente a metà fra il Monte Cronio e la Cava d’Istrice», «si allungava sul mare come una ciucertola». Un romanzo di maturità, nella struttura narrativa, ma soprattutto nella coraggiosa opzione linguistica, affidando il romanzo a una commistione siculo-italiana, con la quale entri subito in confidenza, ritrovandoti d’un botto nel mondo di Paolino Rasuna, un ragazzo di «sette anni e quattro mesi, che a pensarci bene nun sù accussì picca per afferrare certe cose del mondo, come quelle che sarebbero accadute», in quel «luglio del 1943 quando questa storia accuminciò», con l’arrivo a Santaforra di «L’Americani!». Paolino abita in quella Casa Verde, «una bella casa grande, circondata da un grande portico, da cui si vedeva il mare» e che «si vireva da tutta Santafarra». Una casa ossimoricamente, però, abitata dai Rasuna, una famiglia di pescatori da generazioni che si porta appresso «l’ingiuria» di Pelleossa, che si trova a vivere al proprio interno il disaccordo paesano tra Terragni e Soli (quelli che, come loro, vivono di pesca): perché, mentre Felice, padre autoritario, e «su figghiu Pascali» figurano quasi sempre in barca, il primogenito Calogero, dato a lungo come disperso in guerra e infine persino per morto, e lo stesso Paolino, soprannominato con l’«ingiuria tormentosa» di «Ncantesimo» perché «a volte mi rimango a pensare, e se mi pàrrunu, se accade un fatto... non me n’adduno», e per liberarsi del quale affronta una prova di coraggio, sono terragni; con addirittura Calogero impegnato nelle lotte per la terra contro i latifondisti, eredità (anche fisionomica: capelli biondi e occhi «cilesti») della madre «normanna» Lucia Iodice, dagli «occhi grandi, l’espressione liquida e nervosa» e «bionda e alta come il padre» Silvestro, spirito libero che da «quando era morta la moglie aveva cominciato a girare per i paesi, a vendere i suoi cesti».

Una prospettiva dall’alto che spiega quell’abbraccio narrativo che fa della vicenda un romanzo corale, con ben 8 famiglie e 57 personaggi (più una «gatta gattonzola», la «ciucertola» Fatuzza, due cani e sei Teste di parlanti del Giardino) richiamati nelle iniziali «Coordinate per orientarsi meglio». Un autentico fiorire di personaggi, perché si muovono, accanto ai protagonisti Rasura, figure topiche istituzionali da paese, come pure figure di «irregolari», alle quali Paolino, muovendosi spesso col fratello maggiore Ciccio, il «figlio scimunito» va appoggiandosi, «per trovare un punto attorno al quale fare girare i pinsèri e liberàrisi dei sogni». Ed ecco «Filippu de li Testi, scultore di umanità», il «Pazzo» che nel suo Giardino va scolpendo migliaia di teste d’ogni tipo e dimensione, sei delle quali (Garibaldi, Toro Seduto, Pirandello, Freud, d’Annunzio e Vittorio Emanuele), parlano spesso a Paolino, che in quel Giardino s’è intrufolato per una «prova di coraggio»; ma pure il cieco e sordo Zu Ntoni, che riconosce ogni paesano dall’odore: i due soli che «parevano non aspettari nenti, perché la loro vita era sempre a stissa». E questo mentre il sognatore Paolino «aspettava la parola dei vivi e il ritorno dei morti, in un modo tutto suo, come di chi aspetta senza aspettare, assaggiando la paura, la vergogna del tradimento nei confronti di Giacinto, un tempo suo amico, ma che s’era allontanato», e sentendosi «prigioniero della sua vigliaccheria» al funerale del sindacalista assassinato Angelo Foglia, padre di Natàlia, di cui egli s’innamora. Si tratta di un romanzo di storie nella storia (e nella Storia: una piccola comunità siciliana paesana in tempo di liberazione, referendum, lotte agrarie). Storie vivissime, radicate talora nel dolore e nei rimpianti ai quali comunque reagire creativamente senza rimuoverli: come Filippu, espulso dall’America e col sogno di riunirsi alla sua Meri; Zu Ntoni che vive coi segni della solfara di Finisterre saltata «in aria»; ma pure di Lucia con la storia dell’agricoltore anarchico Cosimo Lena (che fornisce al lettore materiale agnitivo sulla famiglia Rasura). Un racconto nella prospettiva e nel filtro d’un Paolino che in questi quattro anni «stava criscennu, e fra poco tempo si sarebbe trasformato in Paolo, allontanandosi dall’infanzia per sempre». E che s’inserisce a pieno titolo nella tradizione narrativa siciliana, ispirandosi per diversi personaggi — come dichiarato nel conclusivo «A ciascuno il suo» — alla realtà (spesso tragica) di quegli anni, ma pure alla letteratura, in primis a Gesualdo Bufalino e Leonardo Sciascia.

- Ermanno Paccagnini - Pubblicato su La Lettura del 29/10/2023 -

mercoledì 17 aprile 2024

Leggere Marx - I testi più importanti di Karl Marx per il XXI secolo - 7 -

Il Soggetto Automatico

Dal punto di vista storico, il capitale si contrappone in ogni dove alla proprietà fondiaria, invariabilmente, nella forma di denaro, come patrimonio in denaro, capitale mercantile e capitale usurario. Tuttavia, non occorre uno sguardo retrospettivo alla storia dell’origine del capitale, per riconoscere che il denaro è la sua prima forma fenomenica. La stessa storia si svolge ogni giorno sotto i nostri occhi. Ogni nuovo capitale calca la scena, cioè il mercato – mercato delle merci, mercato del lavoro o mercato del denaro –, in prima istanza come denaro, e ancora e sempre in ultima istanza come denaro, il quale è destinato a trasformarsi, attraverso determinati processi, in capitale. Il denaro come denaro e il denaro come capitale si distinguono, in un primo momento, soltanto attraverso la loro differente forma di circolazione. La forma immediata della circolazione delle merci è: M - D - M: trasformazione di merce in denaro e ritrasformazione di denaro in merce, vendere per comprare. Ma accanto a questa forma, ne troviamo una seconda, del tutto distinta, la forma D - M - D: conversione di denaro in merce e riconversione di merce in denaro, comprare per vendere. Il denaro, che nel suo movimento descrive quest’ultima circolazione, si trasforma in capitale, diventa capitale, ed è già per sua destinazione capitale.

Esaminiamo più a fondo la circolazione D - M - D. Come la circolazione semplice delle merci, essa percorre due fasi antitetiche l’una all’altra. Nella prima fase, D - M, compera, il denaro viene trasformato in merce. Nella seconda fase, M - D, vende, la merce viene ritrasformata in denaro. Ma l’unità delle due fasi consiste nel movimento complessivo che scambia denaro contro merce, e questa stessa merce, a sua volta, contro denaro. Il movimento complessivo, ossia la compera di una merce per la sua rivendita, è l’astrazione dalle differenze formali fra compera e vendita, compera di merce con denaro e vendita di merce per denaro. Il risultato nel quale si risolve tutto il processo è: scambio di denaro contro denaro, D - D...
Ora, è del tutto evidente che il processo di circolazione D - M - D sarebbe assurdo e privo di senso, se con un simile giro si volesse scambiare un dato valore in denaro contro l’identico valore in denaro, e quindi, p. es., la somma di 100 lire sterline contro 100 lire sterline. Più semplice e infinitamente più sicuro, senza paragone, rimarrebbe il metodo del tesaurizzatore, il quale tiene strette le sue 100 lire sterline e non le abbandona ai pericoli della circolazione. Del resto, che il commerciante rivenda a 110 lire sterline il cotone comperato a 100 lire sterline o che sia costretto a disfarsene a 100 o addirittura a 50, in ogni circostanza il suo denaro ha descritto un movimento peculiare e originale, di tipo del tutto differente che nella circolazione semplice delle merci, differente p. es. da quello che ha luogo nelle mani del contadino che vende grano e, con il denaro così reso liquido, compera vestiti.

Dunque occorre, innanzitutto, la caratterizzazione delle distinzioni di forma tra i cicli D - M - D e M - D - M. Si otterrà, così, nello stesso tempo, la distinzione di contenuto che sta in agguato, celata, dietro quelle distinzioni di forma. Esaminiamo, prima di tutto, quel che è comune a entrambe le forme.  Entrambi i cicli si scompongono nelle due medesime fasi antitetiche, M - D (vendita) e D - M (compera). In ognuna delle due fasi stanno l’uno di contro all’altro i due medesimi elementi materiali, merce e denaro; e due personaggi, con le corrispondenti maschere economiche caratteristiche, un compratore e un venditore. Ciascuno dei due cicli è l’unità delle medesime fasi antitetiche – l’acquisto e la vendita – e, tutte e due le volte, questa unità viene mediata dall’intervento di tre contraenti, uno dei quali non fa che vendere, l’altro non fa che comprare, mentre un terzo, alternativamente, compera e vende.

Ciò che distingue, tuttavia, a priori i due cicli M - D - M e D - M - D è l’ordine inverso di successione delle identiche e antitetiche fasi della circolazione. La circolazione semplice delle merci comincia con la vendita e finisce con la compera; la circolazione del denaro come capitale comincia con la compera e finisce con la vendita. Là è la merce a costituire il punto di partenza e il punto di arrivo del movimento; qui è il denaro. Nella prima forma, è il denaro che media il ciclo complessivo; nella seconda, invece, è la merce.

Nella circolazione M - D - M, il denaro viene trasformato, alla fine, in merce che serve come valore di uso. Dunque, il denaro è definitivamente speso. Nella forma inversa, D - M - D, invece, il compratore spende denaro, per incassare denaro come venditore. Alla compera della merce, egli getta denaro nella circolazione, per sottrarvelo poi a mezzo della vendita della stessa merce. Sguinzaglia il denaro soltanto con la perfida intenzione di riacciuffarlo. Il denaro è quindi soltanto un anticipo. Nella forma M - D - M, la medesima moneta cambia di posto due volte. Il venditore la riceve dal compratore, e la consegna in pagamento a un altro venditore. Il processo complessivo, che comincia con l’incasso di denaro in cambio di merce, si conclude con il pagamento di denaro in cambio di merce. Il contrario avviene nella forma D - M - D. Qui non è la stessa moneta, bensì la stessa merce, che cambia di posto due volte. Il compratore la riceve dalle mani del venditore e la consegna nelle mani di un altro compratore. Come nella circolazione semplice delle merci, il duplice cambiamento di posto della stessa moneta ha per risultato il suo definitivo passaggio da una mano all’altra, così qui il duplice cambiamento di posto della stessa merce ha per risultato il riafflusso del denaro al suo primo punto di partenza. Il riafflusso del denaro al suo punto di partenza  non dipende dal fatto che la merce sia venduta più cara di quanto sia stata comprata. Quest’ultima circostanza ha effetto solo sulla grandezza della somma di denaro in riafflusso. A sua volta, il fenomeno del riafflusso ha luogo appena la merce comprata è rivenduta, e quindi il giro D - M - D è descritto completamente. La distinzione fra la circolazione del denaro come capitale e la circolazione del denaro come puro e semplice denaro è qui tangibile...

Il ciclo M - D - M parte da un estremo, una merce, e si conclude in un altro estremo, un’altra merce, la quale esce dalla circolazione e finisce nel consumo. Quindi il suo scopo finale è consumo, soddisfazione di bisogni, insomma, mero valore di uso. Il giro D - M - D, invece, parte dall’estremo del denaro e torna, infine, allo stesso estremo. Il suo motivo propulsore e il suo scopo determinante è, dunque, il valore stesso di scambio. Nella circolazione semplice delle merci, i due estremi hanno la stessa forma economica. Entrambi sono merce. E sono anche merci della stessa grandezza di valore. Ma nello stesso tempo sono valori di uso qualitativamente differenti, p.es., grano e abiti. Lo scambio dei prodotti, la permuta delle differenti sostanze nelle quali si manifesta il lavoro sociale, costituisce qui il contenuto e la conclusione del movimento. Altrimenti stanno le cose nella circolazione D - M - D.

A prima vista, essa sembra senza contenuto, perché tautologica. Entrambi gli estremi hanno la stessa forma economica. Entrambi sono denaro, e quindi valori di uso non qualitativamente distinti, poiché il denaro è appunto la figura trasformata delle merci, nella quale i loro valori di uso particolari sono estinti. Scambiare prima 100 lire sterline contro cotone e poi di nuovo lo stesso cotone contro 100 lire sterline – ossia scambiare con un simile giro denaro contro denaro è certamente una operazione tanto inutile quanto assurda. Una somma di denaro si può distinguere da un’altra somma di denaro, in generale, soltanto mediante la sua grandezza. Pertanto, il processo D - M - D deve il suo contenuto non a una distinzione qualitativa dei suoi estremi, poiché essi sono entrambi denaro, ma lo deve unicamente alla loro differenza quantitativa. In fin dei conti, si sottrae alla circolazione più denaro di quanto se ne fosse immesso all’inizio.

Il cotone comprato a 100 lire sterline, p. es., viene venduto una seconda volta a 100 + 10, ossia a 110, lire sterline. La forma completa di questo processo è quindi D - M - D', dove D' = D + delta D, cioè la somma di denaro inizialmente anticipata più un incremento. Questo incremento, ossia questa eccedenza o sovrappiù sul valore originario - io, proprio io - lo chiamo «Mehrwert», plusvalore. Dunque, il valore originariamente anticipato non solo si conserva nella circolazione, ma in essa altera pure la propria grandezza di valore, aggiunge a se stesso un plusvalore, ossia si valorizza. E questo movimento lo trasforma in capitale. Naturalmente, è anche possibile che in M1 - D - M2 i due estremi, M1 e M2, p. es. grano e vestiti, siano grandezze di valore quantitativamente differenti. Il contadino può vendere il proprio grano al di sopra del suo valore, comprare i vestiti al di sotto del loro valore, oppure può essere gabbato a sua volta dal commerciante di vestiti. Tuttavia, la non uguaglianza dei valori scambiati, per questa forma di circolazione, rimane puramente accidentale. In sé e per sé, essa non perde affatto la sinderesi (senno, capacità di connettere) come invece avviene nel processo D - M - D', qualora i due estremi, nel nostro esempio grano e vestiti, sono equivalenti. Qui, anzi, la loro equivalenza in valore è una condizione necessaria del percorso normale della circolazione. La ripetizione, ossia il rinnovo, della vendita di merci per la compera di altri merci trova la sua misura e il suo fine in uno scopo ultimo al di fuori della circolazione, ovvero il consumo, vale a dire la soddisfazione di determinati bisogni. Nella compera a scopo di vendita, invece, principio e fine sono la medesima cosa: il denaro, il valore di scambio. E già solo per questo, il movimento non ha fine. È vero che D' diviene D + deltaD, e che da 100 lire sterline ne escono 100 + 10. Ma, dal punto di vista semplicemente qualitativo, 110 lire sterline sono la stessa cosa che 100 lire sterline, cioè denaro; mentre dal punto di vista quantitativo, 110 lire sterline sono una somma di valore limitata quanto 100 lire sterline. Se le 110 lire sterline fossero spese come denaro, allora smetterebbero di recitare la loro parte. E cesserebbero di  essere capitale. Ritirate dalla circolazione, esse si pietrificano in un tesoro e non si accrescono neppure di un farthing [centesimo], anche se continuano a rimanere immagazzinate fino al giorno del giudizio universale.

Se dunque lo scopo finale del movimento è la valorizzazione del valore, allora il bisogno di valorizzazione di 110 lire sterline è lo stesso di quello che si sente per 100, poiché 100 e 110 sono entrambe espressioni limitate del valore di scambio e, come tali, vocazione alla stessa tendenza, mediante l’incremento della propria grandezza, più grande possibile, verso la ricchezza assoluta. In realtà, per un momento, il valore di 100 lire sterline, inizialmente anticipato, si distingue dal plusvalore di 10, del quale si accresce nella circolazione, ma questa distinzione svanisce immediatamente. Alla fine del processo, ciò che salta fuori non è il valore originario di 100 lire sterline da una parte e il plusvalore di 10 dall’altra, ma un solo valore di 110 lire sterline. Il risultato di 110 lire sterline si trova nella stessa forma e nelle corrispondenti condizioni delle 100 lire sterline originarie, ossia pronto a ricominciare il processo di valorizzazione.

Al termine del processo, si presenta, ancora, denaro, e quest’ultimo, a sua volta, come suo nuovo inizio. Perciò, la conclusione di ogni giro separato D – M - D', nel quale si compie la compera e la conseguente vendita, costituisce di per sé l’inizio di un altro ciclo. La circolazione semplice delle merci – la vendita per la compera – serve solo come mezzo per un fine ultimo al di fuori della sfera della circolazione, cioè per l’appropriazione di valori di uso, per il soddisfacimento di bisogni determinati. La circolazione del denaro come capitale è, al contrario, fine a se stessa, poiché la valorizzazione del valore esiste solo all’interno di tale movimento senza tregua. Ergo, il movimento del capitale non ha limiti, confini o misura. Il possessore di denaro diventa capitalista nella sua qualità di rappresentante cosciente, di veicolo e pensante, di tale movimento. La sua persona, o piuttosto la sua tasca, è il punto di partenza e il punto di ritorno del denaro. Il contenuto oggettivo della circolazione D - M - D' – ossia la valorizzazione del valore – è il suo fine soggettivo. Ed egli funziona come capitalista, ossia come capitale personificato, dotato di coscienza e di volontà, solamente in quanto l’unico motivo animatore delle sue azioni è la crescente appropriazione della ricchezza astratta. Quindi, il valore di uso non deve essere mai considerato il fine immediato del capitalista, come neppure il singolo guadagno, bensì soltanto il moto incessante del guadagno, sempre rinnovato. Questo impulso irrefrenabile all’arricchimento assoluto, a dismisura, questa caccia appassionata al valore è comune al capitalista e al tesaurizzatore, ma mentre il tesaurizzatore è soltanto un capitalista impazzito, al contrario il capitalista è un tesaurizzatore razionale. L’incremento illimitato e incessante del valore, al quale il tesaurizzatore tende con tutte le forze, quando cerca di salvare il denaro dalla circolazione, il capitalista, più intelligente, lo ottiene ributtando il denaro sempre di nuovo in preda alla circolazione. Le forme autonome, ossia le forme monetarie, che il valore delle merci assume nella circolazione semplice, servono soltanto da mediazione allo scambio di merci e scompaiono nel risultato finale del suo movimento. Invece nella circolazione D - M - D', l’una e l’altra, merce e denaro, funzionano unicamente come differenti modi di esistenza del valore stesso: il denaro, come il suo modo di esistenza generale; la merce, come il suo modo di esistenza particolare e, per così dire, solo un suo travestimento. Il valore trapassa costantemente da una forma all’altra, senza perdersi in questo movimento, e così si trasforma in un soggetto automatico. Se si fissano le forme fenomeniche particolari assunte alternativamente nel ciclo della sua vita dal valore valorizzatesi, si ottengono le due definizioni: «il capitale è denaro», «il capitale è merce».

Ma, in realtà, qui il valore diventa il soggetto di un processo in cui esso, quando assume di volta in volta la forma di denaro e la forma di merce, altera pure la sua stessa grandezza e, come plusvalore, si stacca da sé, dal suo valore originario. Il valore valorizza se stesso. Poiché il movimento in cui il valore genera plusvalore è il suo proprio movimento, la sua valorizzazione è, allora, la sua auto-valorizzazione. In quanto valore, sembra aver ricevuto la proprietà occulta di partorire valore, di fare figli vivi o, perlomeno, di deporre uova d’oro. Come soggetto dominante di tale processo, nel quale ora assume ora dimette la forma di denaro e la forma di merce, ma in questa trasmutazione si conserva e si accresce, il valore ha bisogno prima di tutto di una forma autonoma, per mezzo della quale venga constatata la sua identità con se stesso. E possiede questa forma solo nel denaro. Perciò, il denaro costituisce il punto di partenza e il punto di arrivo di ogni processo di valorizzazione. Era di 100 lire sterline, ora è 110 lire sterline, e così di séguito. Ma qui il denaro, in se stesso, conta solo come una forma del valore, poiché quest’ultimo ne ha due. Se la forma di merce viene messa da parte, il denaro non diventa capitale. Pertanto, il denaro non si presenta qui in antagonismo con la merce, come nella tesaurizzazione...

Se nella circolazione semplice, il valore delle merci, nei confronti del loro valore di uso, riceve tuttalpiù la forma autonoma del denaro, qui lo stesso valore si presenta di colpo come una sostanza in divenire. Una sostanza dotata di movimento proprio, che passa attraverso un suo processo vitale, nel quale merce e denaro sono entrambi pure e semplici forme. Ma c’è di più. Invece di rappresentare semplicemente le relazioni fra le merci, il valore entra ora, per così dire, in un rapporto privato con se stesso. Si distingue, come valore originario, da se stesso come plusvalore, allo stesso modo che Dio Padre si distingue da se stesso come Dio Figlio, ma entrambi hanno la stessa età e costituiscono in realtà una sola persona. Infatti, solo mediante il plusvalore di 10 lire sterline, le 100 anticipate diventano capitale, e appena avvenuto ciò – una volta generato e non creato il Figlio e, reciprocamente, per mezzo del Figlio, una volta rigenerato il Padre–, la loro distinzione torna a svanire e tutte e due sono uno: 110 lire sterline.

Il valore diventa, dunque, valore in processo, denaro in processo e, in quanto tale, capitale. Esce dalla circolazione, rientra nella circolazione, si conserva e si moltiplica in essa, ne esce ingrandito e riprende daccapo sempre di nuovo lo stesso giro. D - D', denaro che genera denaro – «money which begets money» –, ecco come suona la descrizione del capitale in bocca ai suoi primi interpreti, i mercantilisti. Comprare per vendere, ossia, in modo più preciso, comprare per vendere a più caro prezzo; D - M - D'  si presenta in realtà come la forma peculiare solo di una specie di capitale, il capitale mercantile (o commerciale). Ma pure il capitale industriale è denaro, che si trasforma in merce e, mediante la vendita della merce, si ritrasforma in più denaro. Le azioni che vengono svolte, che si svolgono, p. es., fra la compera e la vendita, al di fuori della sfera di circolazione, non cambiano alcunché di tale forma di movimento.(...) In realtà, perciò, D - M - D' è la formula generale del capitale, come esso si manifesta prima facie nella sfera della circolazione.


(Karl Marx, da "Il Capitale. critica dell'economia politica". Libro I - Capitolo IV; quarta edizione, 1890)

«Dite a Jim che è nato alla 6 del mattino» !!

Leggere le lettere inviate da James Joyce ad Harriet Weaver costituisce un'esperienza trasformativa (cosa abbastanza frequente in questo genere di letture: i dettagli, la rivelazione talvolta improvvisa di una soggettività, e degli aspetti poco esplorati di tale soggettività): seguendo i dettagli sulle malattie e sulle operazioni agli occhi di Joyce ( i nomi dei medici, le descrizioni delle procedure); i momenti in cui Joyce parla di sé come di un uomo noioso e monotono (e simultaneamente anche come lo scrittore responsabile di quella che è un'opera noiosa e monotona, l'Ulisse); i dettagli sui figli, sulla carriera di Giorgio come cantante, sui problemi mentali di Lucia e anche quelli sul suo lavoro di artista delle miniature. A proposito dell'Ulisse, il 20 luglio 1919 Joyce scrive: «Confesso che è un libro estremamente stancante, ma al momento è per me l'unico libro che sono in grado di scrivere. Durante questi ultimi due anni nei quali ho ricevuto le vostre donazioni ebbi sempre il presentimento ( che si è ora rivelato falso) che ogni capitolo del libro, progredendo, mi avrebbe gradualmente alienato la comprensione delle persone che mi stavano aiutando» (Joyce, Lettere a Harriet, 2018, p. 49). Una delle lettere più interessanti, è quella del 17 gennaio 1932, in cui Joyce scrive per ringraziare Harriet delle condoglianze ( il padre di Joyce era morto il 29 dicembre 1931 ). Joyce scrive a proposito del padre: «Ha pensato a me, e nel suo ultimo momento mi ha nominato ad alta voce» (una nota esplicativa aggiunge: «Dite a Jim che è nato alle sei del mattino”, aveva detto John Joyce sul suo letto di morte. James Joyce gli aveva scritto qualche tempo prima chiedendogli l'ora della sua nascita, perché un astrologo stava facendo il suo tema natale.

fonte: Um túnel no fim da luz

martedì 16 aprile 2024

Lavorare, stanca…

Hannah Arendt ci fa fare quattro risate, mentre gronda aristocrazia, in mezzo a quattro sciocchezze liberali!!

«[...] altrettanto decisivo, è un altro evento non meno temibile, l'avvento dell'automazione, che in pochi decenni vuoterà probabilmente le fabbriche e libererà il genere umano dal suo più antico e più naturale fardello, il giogo del lavoro e la schiavitù della necessità. Anche qui, è in gioco un aspetto fondamentale della condizione umana, ma la ribellione contro di esso e il desiderio di essere liberati dalla "fatica e dall'affanno" del lavoro non sono moderni ma vecchi come la storia che ci è stata tramandata. La libertà dal lavoro in se stessa non è nuova; un tempo era uno dei privilegi più radicati di pochi individui. E da questo punto di vista può sembrare che il progresso scientifico e l'evoluzione della tecnica siano stati impiegati solo per conseguire ciò che tutte le generazioni passate avevano sognato senza poterlo realizzare. Tuttavia è così solo in apparenza. L'età moderna ha comportato anche una glorificazione teoretica del lavoro, e di fatto è sfociata in una trasformazione dell'intera società in una società di lavoro. La realizzazione del desiderio, però, come avviene nelle fiabe, giunge al momento in cui può essere solo una delusione. E' una società di lavoratori quella che sta per essere liberata dalle pastoie del lavoro, ed è una società che non conosce più quelle attività superiori e più significative in nome delle quali tale libertà meriterebbe di essere conquistata.  In seno a questa società, che è egualitaria perché tale è il modo in cui il lavoro fa vivere gli uomini, non c'è classe, aristocrazia politica o spirituale da cui possa partire una restaurazione delle altre capacità dell'uomo. Persino i presidenti, i re e i primi ministri considerano le loro funzioni come un lavoro necessario alla vita della società, e anche tra gli intellettuali sono rimasti solo pochi individui isolati a considerare il loro lavoro come un'attività creativa piuttosto che come un mezzo di sussistenza. Ci troviamo di fronte alla prospettiva di una società di lavoratori senza lavoro, privati cioè della sola attività rimasta loro. Certamente non potrebbe esserci niente di peggio.»

(da: Hannah Arendt, "Vita Activa. La condizione umana", Bombiani; citata da Robert Kurz in "Schwarzbuch Kapitalismus. Ein Abgesang auf die Marktwirtschaft"; 1999)